L’INCHIESTA SUL PADRE DI DI BATTISTA PER LE MINACCE A MATTARELLA PUO’ ESSERE FERMATA DAL MINISTRO GRILLINO ALLA GIUSTIZIA
L’AUTORIZZAZIONE A PROSEGUIRLA SPETTA A BONAFEDE, ORA VEDIAMO CHE FA IN BASE ALLA TRASPARENZA TANTO INVOCATA
Vittorio Di Battista è nei guai per le minacce a Mattarella ma il ministro della Giustizia (M5S) può fermare o mandare avanti l’inchiesta.
All’attenzione della procura di Roma c’è infatti il post (poi cancellato) del padre dell’ex deputato del MoVimento 5 Stelle in cui si parla della presa della Bastiglia e dei rischi per il Quirinale di fare la stessa fine della fortezza francese.
Ma, scrive Repubblica, adesso dovrà scendere in campo Alfonso Bonafede:
Adesso l’autorizzazione a proseguirla spetta a uno degli altri esponenti di prima fila del Movimento 5Stelle. Appunto Bonafede, in qualità di ministro della Giustizia. È una disposizione categorica prevista dall’articolo 313 del codice penale che attribuisce una certa autonomia al guardasigilli, un potere che gli permette di far avanzare l’indagine, oppure di farla definitivamente arenare.
Il fascicolo che i magistrati invieranno nelle prossime settimane al neo ministro è stato “potenziato”. Infatti l’aggiunto Francesco Caporale e il pubblico ministero Francesco Dall’Olio hanno deciso di modificare il titolo di reato nell’inchiesta che riguarda Di Battista senior. I magistrati hanno cambiato la contestazione da “offesa al prestigio del Presidente della Repubblica” ad un più severo “offesa alla libertà del Presidente della Repubblica”.
La differenza sta tutta negli anni di reclusione indicati dal legislatore nei due articoli del codice penale.
Mentre nel primo caso (articolo 278 cp) si indica un massimo di pena pari a 5 anni di carcere, la nuova contestazione (277 cp) ha come soglia minima i 5 anni, fino a toccare un massimo di 15 anni di reclusione. Una differenza notevole.
Evidentemente i pm hanno valutato più gravi le frasi del messaggio di Vittorio Di Battista. Di Battista padre finora non è comunque ancora iscritto nel registro degli indagati.
I pm attendono l’ultima informativa da parte dei carabinieri. Bisognerà accertare senza ombra di dubbio chi c’è dietro al profilo Facebook di Vittorio Di Battista.
(da “NextQuotidiano”)
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