L’INTERVISTA DELLA MELONI ALLO “SPECTATOR” RIVELA I LIMITI POLITICI E CULTURALI DEL SOVRANISMO SENZA RADICI
QUELLO CHE HA DETTO E QUELLO CHE NON HA DETTO (ANCOR PIU’ RILEVATORIO)
Il titolo di copertina dello Spectator è “Prima donna”, ma l’articolo spiega fin dalle prime righe il doppio senso: Giorgia Meloni non è solo una protagonista nel teatro della politica italiana, ma potrebbe presto diventare la prima donna a Palazzo Chigi nella storia italiana.
L’autore del pezzo, Nicholas Farrell, è un noto giornalista inglese che conosce bene il nostro Paese: ha sposato un’italiana, vive in Italia, ha scritto un libro giudicato “revisionista” su Benito Mussolini (apprezzando il “carisma” e il “fenomenale machiavellismo” del duce), collabora al quotidiano Libero.
Ma è anche il corrispondente da Roma dello Spectator, storico settimanale conservatore britannico, una rivista raffinata, letta per le sue rubriche culturali anche da chi non ne condivide le opinioni politiche. Proprio per lo Spectator, Farrell ha firmato anni fa la sua intervista più celebre, a Silvio Berlusconi. Quella alla leader di Fratelli d’Italia aspira a fare non meno rumore.
“Giorgia Meloni è la donna più pericolosa d’Europa?” è il titolo del servizio. La risposta è lasciata a lei stessa, che smentisce le accuse nei suoi confronti. Farrell osserva: “Minuta e amichevole, Meloni certamente non corrisponde alla mia idea di un fascista”.
Ma questo non lo trattiene dall’incalzarla con le sue domande. Perché viene sempre definita “di estrema destra”, un modo moderno di dire fascista? “Una campagna diffamatoria da parte dei miei oppositori politici che sono ben addentrati nei centri nevralgici del potere”, replica la leader di FdI. “Gli attacchi contro di me in rapida successione possono solo avere un singolo agente. La sinistra controlla la cultura, non soltanto in Italia”
Commento numero 1
Se la Sinistra ha egemonizzato la cultura è perchè la Destra della Cultura, salvo rare eccezioni, se ne è sempre fregata, salvo lamentarsi o tentare di farne un bacino elettorale negli ultimi anni. Quando il Centrodestra ha governato ha solo pensato a piazzare uomini in Rai e ad assegnare poltrone a mezze calzette devote. I pochi uomini di livello annoverabili a Destra sono sempre stati visti come “potenziali nemici” dagli amanti delle poltrone e spesso emarginati. Vecchia scuola della Destra italiana: mi permetto, per una volta, un esempio personale. Ho diretto per 10 anni un circolo culturale librario (uno dei più frequentati in Italia, in tempi pericolosi) e i padri nobili della Meloni “sconsigliavano” gli iscritti al partito dal visitarlo.
Sul minacciato blocco navale per fermare i migranti, Meloni nega ogni intento discriminatorio dal punto di vista razziale: “I razzisti sono dei cretini, okay? Ma questo non significa che l’Italia non debba coordinare i suoi flussi migratori”. La sua soluzione preferita, dice a Farrell, è che l’Unione Europea paghi la Libia per fermare gli imbarchi e si riprenda quelli che sono sbarcati in Italia. “I confini esistono solo se vengono difesi. L’Italia ha bisogno di una quota di migranti, ma la prima regola è che nessuno deve entrare in Italia illegalmente”.
Commento numero 2
Sostenere che “i razzisti sono cretini, ok?” è come volersi liberare del problema che invece investe profondamente la società italiana. E’ una frase da bar non degna di un leader politico. I razzisti non sono cretini, sono soggetti che violano la Costituzione e spesso commettono reati penali, impazzano sui social e veicolano idee criminali.
E passiamo alla “soluzione preferita” dalla Meloni per fermare gli imbarchi: “l’Unione Europea paghi la Libia per fermare gli imbarchi e si riprenda quelli che sono sbarcati in Italia”. Un cazzaro da osteria avrebbe detto qualcosa di più sensato.
a) la Libia si fa già pagare per “fermare per gli imbarchi” dai Paesi Ue e dall’Italia, peccato che la Guardia Costiera libica (nota associazione a delinquere) si faccia pagare anche dai trafficanti libici per far passare i barconi
b) La Meloni ora demanda il compito alla Ue, quando fino a ieri voleva schierare la Marina militare italiana.
c) L’80% degli arrivi è formato da barchini che partono non solo dalla Libia, ma anche dalla Tunisia, difficilmente controllabili. Si parla di 3.000 km di coste.
d) “la Libia si riprenda quelli che sono sbarcati in Italia” è la esilarante proposta finale della Meloni. La Libia è un “porto non sicuro” , è vietato restituire richiedenti asilo a un Paese criminale. Senza contare un piccolo dettaglio: i rimpatri si fanno per nazionalità, i profughi libici si contano sulle dita di una mano, quindi la Libia ha diritto a non riprendersi in ogni caso nessuno. I non aventi diritto all’asilo vanno rimpatriati attraverso accordi con i Paesi di origine. Santa ignoranza
Ma l’Italia, domanda l’intervistatore, non avrebbe bisogno di migranti per risolvere il suo spaventoso calo demografico? “Bisogna risolvere il problema a casa nostra, mettendo gli italiani in una posizione che li spinga ad avere più figli”
Commento numero 3
La manodopera serve alle imprese italiane adesso, la Meloni come Putin ipotizza madri con dieci figli? Ma dove vive? Nel mondo dei sogni? Nella società moderna una donna ha diritto ad affermarsi anche nella società e nel lavoro, non è una fattrice. E parla la Meloni che si è fermata a una sola figlia? Perchè non ne fa dieci, visto che puo’ permettersi tante baby sitter?
Farrell cita il recente video in tre lingue in cui la leader di Fratelli d’Italia afferma di non avere alcuna nostalgia per il fascismo, poi le chiede: e allora che dice dei membri del suo partito che fanno il saluto fascista?
“Sono una piccola minoranza”, risponde Meloni. “Ho sempre detto ai miei dirigenti di partito di esercitare massima severità contro ogni manifestazione di una nostalgia da imbecilli, perché non siamo noi quelli che hanno nostalgia del fascismo. Lo sono soltanto gli utili idioti della sinistra”.
Commento numero 4
Risposta sbagliata. Se non vuoi avere legami con certi soggetti “nostalgici” non gli dai la tessera, non puoi dire che “sono una piccola minoranza”, perchè è come ammettere che lo sai e che li tolleri per convenienza, come loro tollerano te per lo stesso motivo.
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