“L’ITALIA DIVENTERÀ UN BERSAGLIO”: IL LEADER DEI RIBELLI YEMENITI, MOHAMED ALI AL-HOUTHI, MINACCIA IL NOSTRO PAESE
“IL SUO COINVOLGIMENTO NELLA MISSIONE NEL MAR ROSSO SARÀ CONSIDERATO UN’ESCALATION E UNA MILITARIZZAZIONE. IL NOSTRO CONSIGLIO ALL’ITALIA È ESERCITARE PRESSIONE SU ISRAELE E RIMANERE NEUTRALE, CHE È IL MINIMO CHE PUÒ FARE. NON C’È GIUSTIFICAZIONE PER QUALSIASI AVVENTURA AL DI FUORI DEI SUOI CONFINI”
Mohamed Ali al-Houti, classe 1979, è un politico yemenita. È attualmente uno dei leader di spicco del movimento Ansar Allah, i partigiani di Dio meglio conosciuti come Houti, nonché cugino dell’attuale leader Abdul-Malik Al-Houti. È stato capo del Comitato rivoluzionario supremo tra il 2015 e il 2016 quando gli Houti hanno preso il potere. È attualmente membro del Comitato politico supremo della parte di Paese controllata dal movimento di ispirazione sciita.
In un’intervista con Repubblica si è rivolto al nostro Paese che sta per prendere parte alla missione Ue nel Mar Rosso: «L’Italia sarà un bersaglio se parteciperà all’aggressione contro lo Yemen ».
La notte tra sabato e domenica ci sono stati raid massicci. Che danni vi hanno causato fino ad ora queste operazioni? Risponderete?
«Sono aggressioni illegali e di un terrorismo deliberato e ingiustificato. Questi bombardamenti non influenzeranno le nostre capacità. Anzi ci rafforzano. Gli americani e i britannici devono capire che in questa fase siamo pronti a rispondere, e il nostro popolo non conosce la resa. Le nostre acque e i nostri mari non sono un parco giochi dell’America».
Il blocco nel Mar Rosso minaccia la libertà di navigazione, ha un impatto duro sull’economia globale e in ultima istanza provoca inflazione colpendo indirettamente i civili delle fasce più deboli. È necessario?
«In primo luogo, non c’è alcun blocco nel Mar Rosso. Prendiamo di mira solo le navi associate a Israele. Qualsiasi nave non legata a Israele non subirà danni. Non abbiamo intenzione di chiudere lo stretto di Bab el Mandeb o il Mar Rosso».
«È essenziale che gli americani comprendano che chi attacca affronterà una ritorsione, come espresso nel proverbio arabo: “Chi bussa alla porta troverà risposta”».
Un’ulteriore escalation potrebbe portare a un intervento di terra in Yemen. Non temete questo scenario?
«La guerra terrestre è ciò che desidera il popolo yemenita, poiché si troverà finalmente di fronte a coloro che sono responsabili delle sue sofferenze da oltre nove anni. Se gli Stati Uniti inviano truppe nello Yemen, dovranno affrontare sfide più difficili di quelle in Afghanistan e Vietnam. Il nostro popolo è resiliente, pronto e ha varie opzioni per sconfiggere strategicamente gli americani nella regione».
Qual è la sua posizione sulla decisione dell’amministrazione Biden di classificarvi come “terroristi”?
«Essere classificati come terroristi per sostenere Gaza è un onore».
Che rapporti avete con Iran e Cina?
«Abbiamo il controllo delle nostre decisioni, e gli americani e gli israeliani ne sono consapevoli».
L’Unione Europea ha annunciato una nuova missione militare difensiva nel Mar Rosso….
«Consigliamo agli europei di aumentare la pressione sui responsabili degli orrori a Gaza. Le nostre operazioni mirano a fermare l’aggressione e a sollevare l’assedio. Qualsiasi altra giustificazione per l’escalation da parte degli europei è inaccettabile».
L’Italia ne prenderà parte. I beni italiani saranno dunque bersagli senza eccezione?
«L’Italia diventerà un bersaglio se parteciperà all’aggressione contro lo Yemen. Il suo coinvolgimento sarà considerato un’escalation e una militarizzazione del mare, e non sarà efficace. Il passaggio delle navi italiane e di altri durante le operazioni yemenite a sostegno di Gaza è una prova che l’obiettivo è noto».
Qual è il vostro messaggio per il nostro Paese?
«Il nostro consiglio all’Italia è di esercitare pressione su Israele per fermare i massacri quotidiani a Gaza. Questo è ciò che porterà alla pace. Consigliamo all’Italia di rimanere neutrale, che è il minimo che può fare. Non c’è giustificazione per qualsiasi avventura al di fuori dei suoi confini».
(da agenzie)
Leave a Reply