LO SCOOP DI DOMANI FA INFURIARE ORBÁN «SULLA VILLA NOTIZIE FALSE, QUERELO TUTTI»
LA VILLA IN PROVINCIA DI VARESE ACQUISTATA DA UN FONDO UNGHERESE
Azioni legali contro la stampa: ecco in che modo Viktor Orbán, il / primo ministro ungherese amico e alleato della destra di governo italiana, ha reagito questo lunedì pomeriggio dopo che lo scoop di Domani è stato ripreso da svariate testate ungheresi.
La rivelazione che una neonata società ungherese, controllata da un fondo di private equity controllato fino a pochi anni fa dal ministro della difesa del suo governo, ha da poco fatto un acquisto eccezionale sulle sponde del lago di Varese – una villa da 4,3 milioni di euro, a due passi dal confine con la Svizzera – è diventata nel giro di poche ore un argomento di dibattito in Ungheria, scatenando la furia del premier
La dichiarazione di guerra (legale) è arrivata dall’autocrate in persona, che ha consegnato sul social Facebook il seguente messaggio: «Oggi la stampa delle fake news si è inventata che, oltre alle zebre, avrei anche una villa italiana. Gyozike non basterà stavolta. Partono le azioni legali!». Il tutto accompagnato dalla emoticon di una zebra.
Gyozike è un musicista, volto conosciuto del mondo dello spettacolo ungherese, noto per il suo stile trash e per essere fan delle zebre, al punto da indossare abiti che ne ricordano il pellame. Ma perché il premier tira fuori le zebre e il cantante?
Lo “ZebraGate” – lo scandalo delle zebre – non ha nulla a che fare con il caso della villa di Varese. Orbán allude al fatto che il suo competitor Péter Magyar – che già da tempo supera Fidesz nei sondaggi – aveva riferito la presenza di zebre nella tenuta di Hatvanpuszta, considerata una lussuosa residenza della famiglia Orbán.
Il tormentone delle zebre era considerato dall’opposizione come un simbolo dell’opulenza che il sistema orbaniano si concede. In quel caso il premier – oltre a negare di possedere zebre – aveva scelto la via del sarcasmo, progettando di prendere davvero una zebra, con la “consulenza” del musicista (“Orbán adotta una zebra allo zoo di Budapest”, titolavano i giornali a fine marzo). Ma «stavolta Gyozike non basterà», scrive ora nel post, lanciando così la guerra a colpi di attacchi legali contro i media che avrebbero osato riportare lo scoop.
Nel frattempo il caso della villa italiana fa discutere non solo sui siti di informazione ma anche nelle sedi politiche.
Il parlamentare di opposizione Gergely Arató – membro di Coalizione democratica, il partito dell’ex premier Ferenc Gyurcsány – si è rivolto a Viktor Orbán con una provocazione che sottintende anche un interrogativo sul caso della villa: «L’alternativa all’Unione europea oggi è la dipendenza dalla Russia,
ed è questo che Lei desidera, signor Primo Ministro…
Ma nemmeno di questo sono sicuro, visto che i suoi prestanome hanno comprato per Lei una villa in Italia e non a Mosca», ha detto Arató in aula.
Nell’edizione di ieri, Domani aveva rivelato l’affare della villa in questione. Oltre mille metri quadrati divisi su quattro piani, con giardino, piscina, palestra, ascensore interno, garage da 256 metri quadrati.
È stata acquistata per 4,3 milioni di euro da un fondo di private equity collegato a due fedelissimi di Orbán: il suo storico consigliere, Árpád Habony, e l’attuale ministro della Difesa del governo ungherese,Kristóf Szalay-Bobrovniczky. I rogiti analizzati dal nostro giornale raccontano nel dettaglio quello che è successo. La villa si trova davanti al lago di Varese, in leggera collina. A venderla sono stati Margherita Maccapani Missoni, stilista ed erede della nota casa di moda, ed Eugenio Amos, imprenditore e pilota.
L’identità dell’acquirente è meno chiara. Il contratto preliminare è stato firmato il 28 dicembre del 2023 dalla Praedium Property Kft, società ungherese costituita un mese prima.
Il contratto di acquisto definitivo è stato siglato sette mesi dopo da un’altra società ungherese da poco costituita, la Influentia Ktf. Entrambe fanno capo al TripleHill Capital, ed è analizzando questa società che gestisce fondi di private equity in Ungheria che si arriva ad Habony e Szalay-Bobrovniczky, due fedelissimi del premier.
Attualmente il registro commerciale ungherese dice che TripleHill, cioè il proprietario della villa di Varese, è amministrata e controllata da Renata Tiszolczi.
L’Ungheria, però, permette ai fondi di private equity di non dichiarare […] i beneficiari ultimi di questi fondi, cioè i reali proprietari (motivo per cui è sotto procedura d’infrazione in Ue)
Renata Tiszolczi è una manager che ha lavorato in passato per le società private di Habony e Szalay-Bobrovniczky. Di più. Fino a prima di diventare ministro (2022), Szalay-Bobrovniczky era azionista di Triple Hill, come scritto da lui stesso nella dichiarazione patrimoniale al parlamento.
Infine, i 4,3 milioni sborsati per la villa sono arrivati via bonifico dalla Granit Bank, di proprietà del genero di Orbán. Tutti indizi che portano alla cerchia stretta del premier, alleato di Salvini (che condivide con lui anche il gruppo europeo) e di Meloni.
Francesca De Benedetti e Stefano Vergine
per “Domani”
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