LO SPIRITO OLIMPICO NON CONTAGIA BRUXELLES
L’ITER DELLA PROCEDURA D’INFRAZIONE SENZA FATTI NUOVI SARA’ CONFERMATA IL 9 LUGLIO
Il clima di festa per la vittoria dell’Italia contro la Svezia nella ‘gara’ per ospitare le Olimpiadi invernali 2026 non arriva fino a Bruxelles. Fa bene alla reputazione del Belpaese, ma non cambia di una virgola quel dossier che tanto preoccupa l’esecutivo: la procedura per deficit legata al debito eccessivo.
Oggi la Commissione europea ne ha discusso: i preparativi vanno avanti. Tempo per decidere: esattamente tra una settimana.
“Il 5 giugno la Commissione ha redatto un report le cui conclusioni dicevano che la procedura per debito eccessivo è giustificata. La Commissione prosegue i lavori preparatori in linea con le indicazioni della procedura. La Commissione ha avuto una discussione sulla situazione attuale e si è concordato di tornare sulla questione la prossima settimana”, spiega il portavoce della Commissione europea Margaritis Schinas nel briefing con la stampa dopo la riunione dei commissari.
A bocce ferme, se il governo italiano non fornirà garanzie vere sulla riduzione del deficit e del debito, la procedura — percorso obbligato di controllo della spesa per almeno 5 anni — sarà confermata nella riunione dei commissari la settimana prossima a Strasburgo, in concomitanza con la prima plenaria del nuovo Europarlamento eletto a maggio.
Significa che il quella sede la Commissione approverà un documento nel quale si dirà che l’Italia non ha prodotto nessuna iniziativa rilevante sul fronte deficit/debito, per cui si chiederà l’apertura formale della procedura, che gli Stati dovranno approvare all’eurogruppo/Ecofin dell′8 e 9 luglio.
A questo punto, per bloccare procedura servirà il voto contrario del 55% degli Stati membri in rappresentanza del 65% della popolazione.
La Commissione prevede che il deficit italiano possa arrivare al 2,5 per cento del pil quest’anno e sforare il 3 l’anno prossimo, mentre per il debito prevede un pericoloso aumento fino al 135,2 per cento del pil.
Il punto è che Bruxelles chiede garanzie. Non si fida perchè dal governo italiano arrivano voci diverse. Un conto è Tria — con lui anche il premier Giuseppe Conte.
Altra cosa è il vicepremier Matteo Salvini che vuole usare i risparmi per permettersi la flat tax. E’ per questo che anche oggi da Palazzo Berlaymont trapela un’impostazione rigida.
(da “Huffintonpost”)
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