LOMBARDO E MICCICHE’ TORNANO ALLEATI CON BERLUSCONI: E IN FLI CHI HA CAUSATO IL DANNO ORA VUOLE ANCHE LA MEDAGLIA DI PARLAMENTARE
CHI VA CON SILVIO, CHI, COME QUALCHE EX GRANDE SUD, CERCA BERSANI: MA I GRANDI STRATEGHI DI FLI NON AVEVANO DETTO CHE CON MPA E MICCICHE’ ERA STATA PROGRAMMATA UN’INTESA ELETTORALE ANCHE PER LE POLITICHE?
L’accordo è quasi chiuso: dopo Gianfranco Miccichè, anche Raffaele Lombardo sta per tornare al fianco di Berlusconi.
I due leader siciliani daranno vita – assieme a governatori ed ex ministri del Sud – alla lista meridionalista che sarà alleata del Pdl.
Una trattativa che ha avuto un’accelerazione nelle ultime ore, dopo il no di Massimo Donadi, cofondatore con Bruno Tabacci del Centro democratico, a un’alleanza con l’ex Mpa.
A quel punto Lombardo e i suoi scudieri – Loiero e Piscitello – hanno ripreso a dialogare con Grande Sud, riportando anche peso specifico a un’operazione – l’aggregazione meridionalista – che stava entrando in crisi per la frattura fra Miccichè e alcuni suoi colleghi siciliani come Cimino e Bufardeci e per le perplessità del presidente della Campania, Stefano Caldoro.
La prudenza è ancora molta negli ambienti lombardiani: ufficialmente si rimanda, per la decisione finale, a un incontro di stamattina fra i coordinatori regionali dell’Mpa. Ma Piscitello lascia intendere che la direzione è segnata: “Non c’è ancora un’intesa con Grande Sud – dice – anche se non si può negare che siamo a uno stadio avanzato. Tabacci? Eravamo a buon punto, ma Donadi ci ha chiesto di rinnegare il nostro Dna. In ogni caso è bene ribadire per l’ennesima volta che Lombardo non sarà candidato”.
Più deciso Miccichè: “Sì, insomma, abbiamo chiuso. Mancano solo i dettagli. Credo che questa sia stata da sempre la soluzione preferita da Raffaele Lombardo, che al Pd non ha mai perdonato la mozione di sfiducia presentata nel giugno scorso. Con noi – dice l’ex ministro – ci sono Caldoro, Fitto, Scopelliti e Iorio. Dell’Utri e Cosentino? Non ce la faccio più a ripeterlo: sono ipotesi che non esistono. Nessuno mi ha chiesto di candidarli – conclude Miccichè – e nessuno lo farà sapendo che mi metterebbe in difficoltà “.
Il movimento meridionalista sarà presente alla Camera e al Senato.
Ma, dopo le resistenze di questi giorni da parte dei governatori, è probabile che non prenderà il nome di Grande Sud, la creatura di Miccichè.
La scelta di Lombardo viene criticata dal suo successore, Rosario Crocetta: “Non credo che sia carino, per uno che ha avuto uno scontro di certe proporzioni con la destra, andare nuovamente con la destra. Ormai sarebbe l’ora che non si parlasse più di Lombardo: o è sparito o non è sparito… “.
I leader dei principali schieramenti chiudono in queste ore il quadro delle alleanze: da oggi a domenica il deposito dei simboli e gli apparentamenti.
Il Pdl dovrebbe schierare Alfano capolista alla Camera e Schifani al Senato.
A Occidente è favorito come numero due Saverio Romano, leader di Cantiere popolare.
Fratelli d’Italia e la Destra dovrebbero correre insieme per Palazzo Madama.
Nel Mir di Samorì, oltre all’ex Mpa Paolo Ruggirello, sarà in lizza Marianna Caronia, esponente di Cantiere popolare ed ex candidata a sindaco di Palermo.
I sondaggi parlano di una sfida all’ultimo voto al Senato.
E anche nel centrosinistra è caccia ai moderati.
È Tabacci a fare da Caronte. Nella sua lista, Centro democratico, sono approdati gli ex miccicheiani capeggiati da Cimino, Savona e Bufardeci.
I tre, dopo aver incontrato lo stesso Tabacci, hanno visto al Nazereno Bersani, il capo della coalizione.
Si va verso un’intesa sui temi del rilancio del Mezzogiorno che porterà , tra l’altro, alla candidatura di Cristina Bertazzo (moglie di Riccardo Savona) alla Camera e di Titti Bufardeci al Senato.
Anche Massimo Russo dovrebbe essere candidato nella lista di Tabacci.
Ma l’elenco di chi tratta con Centro democratico è lungo: e comprende anche il deputato ex Mpa Carmelo Lo Monte e il parlamentare di Cantiere popolare Pippo Gianni.
Ore convulse per la definizione delle candidature anche nella coalizione montiana. Nell’Udc il coordinatore regionale Gianpiero D’Alia passa dal Senato alla Camera (sarà capolista della Sicilia orientale davanti al rettore di Catania Antonio Recca). Nella lista occidentale capolista Cesa.
Eccesso di candidati rispetto agli eleggibili anche in Fli: Fini capolista, Fabio Granata numero due a Occidente e Carmelo Briguglio a Oriente.
Malumori fra i tre ex deputati regionali Aricò, Marrocco e Gentile che rischiano l’esclusione dalle posizioni utili.
Oggi un incontro a Palermo.
Si sta studiando una soluzione che, tramite la candidatura di Granata e Briguglio anche in altre circoscrizioni, possa consentire l’elezione di almeno due dei tre ex inquilini dell’Ars.
Cominciano a delinearsi anche le candidature della lista unica di Monti al Senato: numero uno Casini, poi Rosario Sidoti.
Quest’ultimo è un consigliere provinciale messinese dell’Udc, vicino al deputato uscente Giuseppe Naro, ex tesoriere del partito che non si ricandida anche perchè imputato nel processo sugli appalti Enav.
Al terzo posto l’ex pd Benedetto Adragna.
Quarto l’economista Mario Baldassarri, deputato uscente di Futuro e libertà .
Ancora in dubbio la presenza del rettore di Palermo Roberto Lagalla: fuori dal Senato, potrebbe correre alla Camera per l’Udc.
Emanuele Lauria
(da “la Repubblica“)
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