L’ULTIMA FURBATA PER DEROGARE AI VINCOLI AMBIENTALI UE: “IL PONTE SULLO STRETTO E’ STRATEGICO PER NATO, SERVIRA’ PER LE TRUPPE E I MEZZI
MELONI E SALVINI FIRMANO L’ATTO CHE DEFINISCE L’OPERA “FONDAMENTALE”… MA QUALI TRUPPE, MA QUALE DIFESA DEI CONFINI, CON I SOVRANISTI AL GOVERNO CI ARRENDEREMO SENZA SPARARE NEANCHE UN COLPO
Il Ponte come opera militare «strategica nell’ottica della difesa europea e della Nato». Fondamentale in caso di scenari di guerra «per il passaggio di truppe e mezzi».
Per questi motivi «strategici» la premier Giorgia Meloni e il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini definiscono la realizzazione dell’opera «imperativa e prevalente per l’interesse pubblico». È questo il passaggio chiave del documento appena inviato alla Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen, che dovrebbe quindi prendere atto dell’impossibilità di rispettare le norme in materia di incidenza ambientale non imponendo, come pure potrebbe, lo stop ai cantieri. Ma c’è di più: la mossa apre le porte alla possibilità di inserire il Ponte tra le infrastrutture strategiche militari e di conteggiare le spese
all’interno del comparto per la difesa aumentando il rapporto con il Pil, come chiesto dalla Nato. «Una follia — attacca Angelo Bonelli di Avs — si sono inventati l’interesse militare per superare i vincoli ambientali europei».
Di certo c’è che il decreto che definisce l’opera di preminente interesse pubblico inviato a Von der Leyen porta la firma della premier e del ministro. E l’allegato è chiaro: «Con riferimento al Ponte si ritiene che la rilevanza in termini di pubblica sicurezza debba essere declinata in due aspetti: motivazioni inerenti la protezione della popolazione nei casi di calamità; motivazioni inerenti la difesa del territorio nazionale ed europeo». Sul primo punto, nonostante le polemica sulla verifica sismica dell’opera, con il presidente dell’Ingv Carlo Doglioni che ha sostanzialmente detto che non sono stati fatti studi in merito e la stessa commissione Via-vas che ha chiesto esami più approfonditi, ora il governo dice alla Commissione europea che la Sicilia e la Calabria sono tra le altre cose «vulnerabili dal punto di vista sismico e idrogeologico» e che «questa peculiarità rende necessario un collegamento» per i soccorsi.
Ma è sul secondo punto che il governo tira in ballo il sistema di difesa europeo e la Nato. Meloni e Salvini chiedono a von der Leyen di consentire le deroghe ambientali perché l’opera ha una valenza militare «fondamentale» e va inserita nel «Military mobility action plan» (il piano di difesa approvato dalla Commissione lo scorso anno). «Il Ponte si inserirebbe perfettamente in questa strategia — si legge — fornendo una infrastruttura chiave per il trasferimento delle forze Nato dal Nord Europa verso il Mediterraneo. Questa caratteristica rappresenta un vantaggio per la mobilità militare, permettendo il rapido trasporto di mezzi pesanti, truppe e risorse su gomma e su rotaia». Continua il documento: «In un contesto internazionale in cui la situazione della sicurezza si è deteriorata per molteplici fattori geopolitici, compresa la crescente instabilità in aree come i Balcani, il Medio Oriente, il Nordafrica e il Sahel, il Ponte diventa cruciale». Quindi ecco il passaggio che apre alla possibilità di inserire l’opera tra le spese per la difesa: «La realizzazione dell’infrastruttura risulterebbe coerente con il crescente impegno richiesto all’Italia nell’ambito dei propri sistemi di alleanza strategico militare».
Secondo Bonelli questo è solo un escamotage per ottenere le deroghe ambientali e impegnare 14 miliardi di euro del bilancio dello Stato: «Vogliono
approvare un progetto che non ha le verifiche sismiche dovute», protesta il leader dei Verdi, che annuncia una diffida formale al Cipess, l’organismo che deve dare l’ok definito al progetto: «Ho trasmesso una diffida affinché il Cipess non diventi complice di una forzatura politica vergognosa di Meloni e Salvini».
(da agenzie)
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