M5S, SCOPPIA IL CASO A IMPERIA: “VOTATE SOLO IL PARTITO, OMBRE SUI CANDIDATI”
L’APPELLO DEL CAPOGRUPPO GRILLINO IN COMUNE A IMPERIA: “RELAZIONI PERICOLOSE” CON AMBIENTI DELLA ‘NDRANGHETA
“Noi chiediamo agli elettori di votare il M5S, ma di non dare preferenze ai candidati in provincia di Imperia. Ci sono troppe ombre».
Chi parla è Antonio Russo, capogruppo grillino in Comune a Imperia.
Il primo a sollevare il «problema delle relazioni pericolose» che attraversano il M5S nel ponente ligure.
Una storia di amicizia e politica su cui nel M5S della provincia di Imperia si sta consumando una spaccatura profonda, mentre fuori dai confini imperiesi il resto della compagine grillina è in preda ai dubbi: prendere posizione contro oppure fidarsi della strada indicata semplicistica dalla candidata alla presidenza della Liguria, la battagliera Alice Salvatore: «Se ci attaccano è perchè diamo fastidio».
Storia di amicizia e di politica, si diceva.
Due i protagonisti. Il primo: Carmine Mafodda, attivista dell’M5S di Taggia. Porta un cognome scomodo, quello di una famiglia legata alla ‘ndragheta.
Il secondo è il suo amico fraterno, un altro pentastellato, Daniele Comandini, artigiano edile, candidato alle elezioni regionali del 31 maggio, anche lui di Taggia e del meet up “piglia tutto” secondo la denuncia di Russo.
Un passo indietro.
Bisogna bussare alla porta della Casa della Legalità e parlare con Cristian Abbondanza per capire cosa significa il cognome Mafodda nella zona di Taggia: «Si parte dalla sentenza del processo Teardo e si arriva all’inchiesta Maglio 3: quella dei Mafodda è una famiglia di ‘ndragheta con vincolo di sangue, a partire da Luigi, nonno di Carmine».
Alla dinastia «appartengono i figli di Luigi: Aldo, Mario, Rocco e Palmiro, il padre di Carmine».
A Carmine la Casa della Legalità rimprovera di non aver mai preso le distanze dalla famiglia.
Ancora Abbondanza: «C’è un aspetto che dovrebbe far pensare i grillini: nella zona di Taggia alle elezioni politiche e a quelle Europee il Movimento ha preso in media dal 5 all’8% in più di voti rispetto al resto della provincia. Significa che la ‘ndrangheta lo sta usando».
Resta comunque un fatto: anche votando il partito indirettamente si favorisce l’elezioni del favorito e discusso Comandini: l’errore è stato fatto al momento della composizione della lista.
(da “il Secolo XIX“)
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