M5S, UN CASO RAGGI ANCHE A RAGUSA: BILANCIO IN BILICO E NOMINE CONTESTATE
IL SINDACO PICCITTO SENZA PIU’ MAGGIORANZA, AFFONDATA UNA MANOVRA DA 20 MILIONI… BUFERA SULL’INCARICO AL CAPO DELLO STAFF CUI E’ STATO TRIPLICATO IL COMPENSO
C’è un sindaco grillino, un bilancio in sospeso e accese polemiche sul ruolo (e sulle retribuzioni) di alcuni dirigenti comunali entrati nel “cerchio magico” di M5S.
Non è Roma, certo, ma qualche affinità esiste.
A Ragusa, la seconda città italiana conquistata dai 5 stelle (la prima fu Parma), il primo cittadino Federico Piccitto vive momenti di difficoltà figli di una crisi politica che è stata conclamata con un voto di qualche giorno fa.
Il consiglio comunale ha bocciato l’approvazione di una manovra da 20 milioni di euro che portava con sè, tra l’altro, una cospicua somma (circa un quarto) necessaria a garantire il servizio di smaltimento rifiuti.
Nel capoluogo ibleo lo stop non è arrivato, come al Campidoglio, a causa di un parere negativo dei revisori dei conti (che comunque avevano criticato il carattere d’urgenza della delibera) ma per un preciso atto politico: una consigliera di M5S, Maria Rosa Marabita, ha votato con l’opposizione e le variazioni di bilancio sono affondate.
Piccitto se l’è presa con i consiglieri: “Per odio nei miei confronti hanno fatto un danno alla città “. E da più parti, in ambiente 5 stelle, si invoca ora la sospensione dal movimento della “ribelle” Marabita.
Ma la bocciatura della manovra fa riemergere un profondo malessere intorno all’amministrazione ragusana: Piccitto, a mandato in corso, ha perso due consiglieri M5S passati all’opposizione, come tre colleghi di due forze civiche che un tempo erano alleate. E altri 4 grillini si sono dimessi e sono stati rimpiazzati.
Senza contare che la consigliera Gianna Sigona – divenuta famosa per i suoi inni al fascismo – è rimasta nel gruppo di 5 stelle malgrado il movimento ne avesse annunciato l’espulsione.
La maggioranza, nei fatti, non c’è più.
E il movimento in città è spaccato: da un lato il meet-up da cui proviene Piccitto, dall’altro il meet-up Ragusattiva, fortemente critico nei confronti del sindaco, al quale è iscritta la Marabita ma che è stato formalmente disconosciuto dal leader siciliano Giancarlo Cancelleri.
Da questo secondo gruppo parte l’invito, rivolto a Grillo, a intervenire a Ragusa: “La Raggi è stata correttamente commissariata dal movimento. Ci sorprende come tutto ciò non accada anche a Ragusa. Qui accadono le stesse cose che nella Capitale”.
E il riferimento è “a dipendenti messi in aspettativa e rinominati con contratto da dirigente di importo tre volte superiore”.
L’ultimo esempio quello del capo dello staff di Piccitto, Toti Scifo, che già in organico nell’ufficio di gabinetto con uno stipendio da 35 mila euro è stato “riassunto” da esterno, dopo un colloquio, con un compenso da centomila.
“Un caso non molto diverso da quello di Salvatore Romeo, capo della segreteria di Virginia Raggi, la cui nomina è stata messa in dubbio dall’Anac ed è oggetto d’inchiesta”, segnala Sonia Migliore, consigliera dell’opposizione.
“La verità è che il movimento, anche da queste parti, è facilmente infiltrabile a tutti i livelli”, dice Salvo Conte, esponente del meet-up Ragusattiva.
Piccitto, grillino atipico, è uomo moderato, di poche parole e molto pragmatismo. Non ha mai rinunciato, ad esempio, ai 15 milioni di euro di royalties dei petrolieri: “Se lo facessi rischierei il danno erariale”.
(da “La Repubblica“)
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