“MACCHE’ FERIE: SIAMO DEVOTI DI GIORGIA, INCHIODATI IN AULA”
ONOREVOLI OPERAI: “QUANDO C’E’ LA FINANZIARIA, NESSUNO PRENOTA NULLA”
Marcello Coppo è un operaio della Repubblica. “Dall’inizio della legislatura ho perso 15 chili”. Un parlamentare si giudica da quanto mangia. Da come mangia. E qui siamo allo zenit della passione.
“Prevalentemente insalata rinforzata. Essendo piemontese non provo piatti di carne che mi deluderebbero. Resisto a tavola pochi minuti, il tempo di cibarmi per affrontare il turbillon di incontri e dare senso alle mie responsabilità. Corro di qua e di là, per rendere alla Nazione il servizio che devo”.
Ardimento, devozione incontrollata per Giorgia Meloni. Questo parlamentare astigiano, già vicesindaco della città è immerso nel vortice dei decreti da approvare e non ha idee di cosa siano le vacanze natalizie.
“Ma scherziamo? Siamo con l’acqua alla gola della Finanziaria. Le mie figlie sono abituate ad attendermi. Sarò ad Asti a festeggiare quando ci sarà tempo e modo. Per adesso inchiodati qua”.
Maschi e femmine. Fratelli e Sorelle d’Italia. Eccola Domenica Spinelli, pugliese di nascita, romagnola di adozione, senatrice.
“Con Giorgia che si spacca la schiena noi possiamo permetterci di avere il naso all’insù? Di sbuffare, annoiarci? Di essere presuntuosi verso un servizio che rendiamo al Paese? Io sono stata sindaca di Coriano per dieci anni. Quando sei al municipio il telefonino è sempre acceso. E così faccio anche qua”.
Un attimo, solo un attimo, che possiamo chiamare di riflessivo pessimismo.
“Dicono che siamo claque, ma poveretta (parlo di Giorgia) se ci sono emergenze è chiaro che fa i decreti legge. Io non mi sento claque, come ci accusa Renzi”.
Sul Parlamento che è sinonimo di ornamento la discussione si accende nel crocchio delle voci. Il pensiero di Alessandro Battilocchio, un socialista viterbese di Tolfa, che se l’è vista nera al tempo di Tangentopoli e ora, grazie alla tenacia, all’ottimismo e a un po’ di fortuna, è ritornato a Montecitorio.
“L’immagine di noi parlamentari è un pelino scaduta, siamo stati un pelino retrocessi. Abbiamo perso quel tocco, quella forza vivida, anche quel ruolo. Siamo ridimensionati, ma questo non significa che qui e non vado oltre…”.
Che qui?
“Ha visto le mie presenze in aula?”
Scommetto che lei è sopra il novanta per cento.
“Sono oltre il 99%”.
Un dato straordinario. Lei è il primo tra i primi.
“Modestamente sono delegato d’aula di Forza Italia e di vacanze neanche a parlarne (ma forse qualcosa ci scappa dopo Capodanno)”.
Fatica senza lavoro. Ozio senza riposo. È questo il destino del parlamentare?
“Ozio in che senso?”.
È un aforisma di un democristiano del Novecento, diciamo a Salvatore Deidda, meloniano sardo.
“Io sono un devoto di Giorgia. La a-do-ro. Non ho vacanze da fare, famiglia da mantenere, figli da accudire. Sono single. Nella mia vita ci sono i miei genitori, nella cui casa io vivo, e poi c’è lei: Giorgia”.
Ehm, onorevole Deidda.
“Sento questa gratitudine, questa enorme riconoscenza come il frutto di una storia politica iniziata insieme”.
Non è che sta esagerando?
“Non mi crede? Pensa che io abbia prenotato le vacanze natalizie con la Finanziaria in discussione? Allora non mi conosce proprio”.
Ciascuno alle sue passioni. Forme singolari di valorizzazione della propria attività politica le offre Ester Mieli, romana, famiglia rilevante della comunità ebraica della Capitale, giornalista Mediaset, già vicina ad Alemanno e ora al Senato con il partito di maggioranza.
“Nel mio orto ai Colli Portuensi (quartiere di Roma, ndr) coltivo ogni tipo di ortaggio. Prima di recarmi a Palazzo Madama zappo la terra. Zappo tutte le mattine, dalle 6 e mezza in poi se è inverno, dalle 5 e mezza se è estate. Zappo e penso, zappo e alleno la mente non solo le braccia. Questo è il tempo di cavolo nero, finocchi, scarola”.
Cavolo nero e Finanziaria è un abbinamento intrigante.
“Le piace il cavolo nero? Vuole assaggiarlo?”.
Il Parlamento è divenuta claque, è puro ornamento senatrice Mieli.
“Dobbiamo impegnarci di più, ma lei è apocalittico”.
“Se permette, anch’io sento questo fragore inusuale, questa voglia di parlar male della politica, di fomentare il populismo, di alimentare il dileggio”.
Annarita Patriarca è figlia d’arte. Suo papà, il senatore Francesco, è stato un boss democristiano di Castellammare di Stabia e della penisola sorrentina, chiacchierato dominus e gestore delle clientele per oltre un ventennio.
“La mia passione è invece limpida, cristallina, piena e totale. Qui lavoro da mattina a sera, il mio partito oggi è Forza Italia. Fin da bambina mi sono nutrita di pane e politica e non potrei farne a meno. I parlamentari contano poco? Forse sì, ma è cambiato il mondo, oggi ci sono i leader”.
“Io voglio battermi per il ripristino del vecchio Parlamento. Questa decapitazione ha provocato guai grandi al funzionamento dell’Istituzione e alla nostra immagine. Piacere, Nazario Pagano, presidente della commissione Affari costituzionali della Camera”.
Piacere mio.
“Per dirle che non bisogna sbeffeggiare chi non conosce la nostra attività”.
Non sbeffeggio.
“Comunque anch’io non faccio vacanze”.
(da il Fatto Quotidiano)
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