MANUEL POLETTI, IL FIGLIO DEL MINISTRO CHE A 42 ANNI E’ A UN PASSO DALLA LAUREA
IL GIORNALE FINANZIATO CON SOLDI PUBBLICI DEL FIGLIO DEL MINISTRO DEL LAVORO
Il cervello in fuga di Giuliano Poletti non ha ancora dato al corpo il comando di alzarsi dalla poltrona di ministro del Lavoro anche se persino Dario Di Vico sul Corriere della Sera ha spiegato che sarebbe il caso, per questioni di decenza e capacità , di farsi da parte possibilmente per sempre dalla vita pubblica italiana.
E allora il Fatto Quotidiano di oggi, a proposito di giovani che piacciono e che non piacciono a Poletti, pubblica un’intervista al figlio Manuel, che ha tante cose curiose da raccontare.
Manuel è il direttore di Setteserequi, settimanale della provincia di Ravenna.
Presiede anche la società editrice, una cooperativa che, in tre anni, ha ricevuto oltre mezzo milione di euro di contributi pubblici. Setteserequi ha due redazioni, certifica 5.000 copie vendute.
Setteserequi sopravvive anche con il denaro pubblico.
Vero, rispettando la legge. Il governo Renzi, però, ci ha rovinato.
Prego?
Ha gestito il fondo per l’editoria con tagli retroattivi, dopo che nel 2012 la riforma Peluffo aveva già ridotto giustamente le risorse cambiando i criteri.
Forse dalla Romagna, fra coop rosse e il partito, non si è costretti a emigrare.
Qui c’è un sistema economico che può aiutare, anche aziende editoriali meritevoli come la nostra.
Con 800 mila euro di ricavi totali, ne incassate 250 mila di pubblicità .
Abbiamo 250 inserzionisti che comprano i servizi redazionali o la pubblicità tabellare.
Non saranno così generosi perchè suo padre è ministro?
Non credo abbia mai influenzato la nostra attività
L’Huffington Post ha pubblicato un articolo in cui riepiloga la mole di contributi pubblici al giornale del figlio di Poletti:
Secondo le norme che regolano i contributi alla stampa (legge 250/90) il periodico Sette Sere Qui ha ricevuto nel 2015 190.888,48 euro di contributi pubblici.
Importo simile a quello corrisposto nel 2014, quando al settimanale sono pervenuti un totale di 197.013,74 euro.
Qualche decina di migliaia di euro in meno invece nel 2013 per il quotidiano diretto da Poletti Jr: il totale dei contributi pubblici erogati ammonta a 133.697,24 euro. In tre anni sono circa mezzo milione di euro.
Come ricorda un articolo di Italia Oggi, Poletti Jr ha seguito le orme del padre lanciandosi a testa bassa nel mondo delle cooperative.
Il ministro infatti viene da quel mondo, essendo stato presidente nazionale di Legacoop prima di approdare al ministero del Lavoro che ha varato norme controverse come il Jobs Act e il decreto Poletti.
Manuel ha seguito le sue orme: lontano dalla politica ha preferito muovere “passi importanti all’interno di Legacoop Romagna, l’organizzazione territoriale delle coop rosse scaturita dalla fusione di quelle di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini”.
Carlo Tecce poi chiede a Manuel Poletti della sua laurea:
“Prendere una laurea con 110 e lode a 28 anni non serve a un fico, è meglio prendere 97 a 21”, sempre il ministro.
È una notizia vecchia e ne condivido il significato di fondo.
Traduca.
Che non sempre la laurea con il massimo dei voti assicura la qualità del lavoratore. Non è scontato, almeno.
Manuel, lei ha una laurea?
No, mi mancano pochi esami. Ho 42 anni,mi sono dedicato prima al lavoro e alla famiglia. Ho una bambina. E sono giornalista professionista da cinque anni.
(da “NextQuotidiano”)
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