MARCHINI TIENE LA PORTA APERTA A BERLUSCONI: “SONO L’UNICO ARGINE ALLO TSUNAMI CINQUESTELLE”
“MIO NONNO MURATORE MI INSEGNO’ CHE LE MOZZATURE SI CONTANO AL CANCELLO”
Considera Silvio Berlusconi “un uomo coraggioso” a cui si sente “vicino”. Parole affettuose e anche sorprendenti: perchè arrivano il giorno dopo la conferma, da parte del Cavaliere, di puntare su Guido Bertolaso per la corsa al Campidoglio anzichè su di lui, come pure un pezzo di Forza Italia voleva.
Alfio Marchini, 52 anni, “imprenditore e politico già tre anni fa tentò di conquistare il Campidoglio senza successo. Ora ci riprova.
Fino a pochi giorni fa era convinto che nella capitale “nel campo dei moderati” sarebbero rimaste 2 candidature.
E invece siete rimasti in 4: lei, Meloni, Bertolaso e Storace.
“Sbagliato, sono rimasti in 3. Io non sono di centrodestra”.
Berlusconi ha commesso un errore scegliendo l’ex capo della Protezione civile?
“Berlusconi è stato coraggioso. Rompere l’unità della sua creatura a Roma non è stato facile e nella scelta di Bertolaso il messaggio è chiaro: solo il civismo può ossigenare la politica”.
Così il centrodestra rischia di non arrivare al ballottaggio.
“Forse poteva osare di più ma l’uomo ha prevalso sul politico e questo gli fa onore”.
Secondo i 5 Stelle il Cavaliere avrebbe fatto un favore a Giachetti e quindi a Renzi.
“Non credo, in politica non esiste la generosità “.
Berlusconi ha perso la leadership del centrodestra?
“Non condivido la descrizione che si fa di lui come di un leader stanco e timoroso: è un uomo che sa quanto sia facile distruggere e difficile costruire. In questo gli sono vicino. Vale per lui quello che mi ripeteva sempre Guido Carli: in politica esiste solo la riconoscenza del giorno prima”.
Ritiene che ci siano ancora margini per un accordo con Bertolaso?
“Tra tutti i candidati, lui è quello che ha dimostrato più passione verso questa città . Avercene di professionalità così”.
Le porte restano aperte, insomma?
“Il mio bisnonno muratore mi ha insegnato che le “mozzature” si contano al cancello”.
Significa che finchè non si consegnano le liste ci sono margini per una trattativa?
“Non ci sono trattative. Andiamo avanti liberi e forti”.
“Anche il centrodestra è morto. È un’ottima notizia”, ha twittato l’altro ieri. Perchè?
“Centrodestra e centrosinistra nacquero a Roma nel 1993 da una intuizione di Berlusconi che sdoganò gli ex fascisti appoggiando Fini. Oggi quello schema tattico e orfano di ideologie è evaporato. Bisogna andare oltre se non vogliamo regalare Roma al M5S o lasciare al populismo di destra le giuste battaglie su legalità e sicurezza”.
Non voterebbe la Raggi se non dovesse raggiungere il ballottaggio, dunque.
“Questo è un problema che devono porsi gli altri. Sul M5S sfatiamo il mito del merito: in Consiglio ho conosciuto eletti più preparati ma, ahiloro, meno telegenici della Raggi”.
Veniamo a Roma: la capitale, soprattutto in questi ultimi anni, è diventata il simbolo di ciò che non funziona in Italia. È vero che “Roma fa schifo”? E di chi è la colpa?
“I partiti hanno trasformato i diritti dei cittadini in favori da ottenere in cambio del voto o peggio ancora di mazzette. Il fatto che a Roma sia tutto così complicato a partire dalla più banale delle autorizzazioni non è un caso”.
Un debito di 12 miliardi, le municipalizzate in ginocchio, le strade dissestate: come si guarisce questa città ?
“Cambiando medico. Chi ha costruito il proprio consenso su questo sistema non lo cambierà mai. Digitalizzazione, poche regole uguali per tutti. Cambiare modello di governo delegando funzioni ai cittadini partendo dai quartieri. I romani amano il proprio quartiere. È quella l’ultima fiammella etica da cui ripartirà la rinascita della capitale”.
Quando si parla di Marchini si ricorda spesso lo slogan “calce e martello” che si porta dietro suo nonno che fu partigiano e comunista: cos’è rimasto in lei di quella tradizione familiare?
“Sono fiero della passione politica con la quale i miei antenati hanno cercato di coniugare ideali e fare impresa. L’ossessione di dare lavoro. Libertà dai bisogni, amore per la Repubblica e il coraggio di metterci sempre la faccia in ciò in cui si crede sono le radici che segnano il mio dna”.
E in nome di quella tradizione, perchè un elettore di sinistra o di centrosinistra dovrebbe votare per lei?
“Perchè coloro che hanno governato questa città li hanno traditi. Oggi a Roma serve discontinuità . Una rivoluzione che lasci cambiamenti da contrapporre allo tsunami grillino che lascerebbe macerie”.
Anche lei, come i 5 Stelle, sostiene che destra e sinistra sono morte. In sostanza, qual è la sua identità politica, quella del suo movimento?
“Ci definiamo estremisti del buon senso e assertori di libertà . Le quattro libertà impresse nelle Am-lire, la valuta che gli americani introdussero durante la Liberazione: libertà di parola, di religione, dal bisogno e dalla paura”.
Mauro Favale
(da “la Repubblica”)
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