MARINA VINCE SU CONFALONIERI: OPPOSIZIONE TOTALE A RENZI
FALLITA LA MISSIONE DI CONFALONIERI: SILVIO INSEGUE SALVINI PER AFFOSSARE LE RIFORME
Missione fallita. Tanto che alla fine Fedele Confalonieri glielo chiede quasi come una preghiera: “Fai come credi, ma tieni fuori le aziende, evita che vengano coinvolte”. Silvio Berlusconi sceglie la linea di opposizione “totale” a Renzi.
Con l’obiettivo di creare un inferno sulle riforme e far saltare l’Italicum.
Il pranzo del lunedì con la famiglia si trasforma in un gabinetto di guerra in cui l’ex premier illustra l’escalation.
Appoggiato dalla primogenita Marina, nei panni del capo dei falchi.
Alla fine chi ha parlato con Confalonieri lo descrive come “preoccupato” e “rassegnato”.
A nulla sono servite le sue argomentazioni sull’utilità del Nazareno per Mediaset. Nè le identiche raccomandazioni di Ennio Doris che al pranzo non c’era ma che nei giorni scorsi ha invitato alla prudenza.
Berlusconi è un fiume in piena. Parla di Renzi come di uno che usa metodi da “dittatore”, come di un arrogante che non sta ai patti e a cui serve una “lezione”.
È il “non mi farò ricattare” il leitmotiv del Cavaliere. Supportato dalla primogenita Marina, nei panni del capo dei falchi.
Sue le parole più dure verso l’inquilino di palazzo Chigi. Suoi gli incoraggiamenti a non avere paura per le aziende perchè, in fondo, il governo non è che può fare molto per danneggiarle.
E allora, eccola l’escalation.
Che prevede opposizione dura su fisco, tasse, politica economica. Con un linguaggio alla Brunetta.
Pure alle reti Mediaset è stato trasmesso l’ordine di rompere la tregua dell’era del Nazareno e tornare al trattamento ostile “modello Monti o Prodi”, quando tv e trasmissioni erano plotoni di fuoco anti-governativi.
È questa la cortina fumogena che serve per coprire la giravolta sulle riforme: “Noi — dicono ad Arcore — picchiamo duro sul governo. E ci mettiamo veramente all’opposizione. Tanto il paese di Italicum e riforme non ha capito nulla. Quando si arriverà a votare, tra qualche settimana, sarà chiaro che siamo contro Renzi, ma la gente non è che ci viene a dire: perchè votate contro quando prima avevate votato a favore? Neanche se lo ricordano, capiscono solo che siamo all’opposizione su tasse e tutto il resto”.
Del resto, ricordano i testimoni dell’inaffidabilità di Berlusconi, lo schema è collaudato: ai tempi della Bicamerale, in commissione l’ex premier si rivolse a D’Alema dicendogli “è stato bello esserci”, poi — dopo una settimana — votò contro il testo che aveva condiviso.
Ai tempi di Monti gli offrì la leadership del centrodestra esprimendogli stima e sostegno e poi lo tirò giù bollandolo come “servo della Merkel” e criticando i provvedimenti che aveva votato.
Ora tocca a Renzi vedere come Berlusconi straccia i patti.
Le prossime tappe sono già scritte: da domani alla Camera, Forza Italia farà opposizione dura sulle riforme.
Renato Brunetta e Rocco Palese hanno già depositato una serie di emendamenti e sub emendamenti per agevolare l’ostruzionismo.
E impedire che la pratica si possa chiudere in una settimana. Poi, quando arriverà in Aula, tocca all’Italicum: “Lo faremo saltare — ripete Berlusconi – così, se quello vuole votare si vota col Consultellum”.
Sulla legge elettorale, sottotraccia, il Cavaliere pensa a una sorta di “Nazareno” (da non dire però) con la sinistra Pd: “Se cambiano la legge alla Camera — spiega un azzurro di rango – perchè vogliono le preferenze, a quel punto in Senato può succedere di tutto”.
È una svolta che ha paralizzato non solo i vertici aziendali, ma il grosso dei parlamentari.
Perchè non c’è un “patto” siglato con Salvini che sostituisca il Nazareno. C’è l’azzardo, ma non una strada tracciata.
Peccato che l’inseguimento a Salvini ha messo in allerta pure i più critici, a partire da Roberto Formigoni. E la linea di opposizione dura è destinata ad approfondire il solco con i moderati che sono al governo.
(da “Huffingtonpost”)
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