SILVIO SCEGLIE L’ALTRO MATTEO, CONFALONIERI AD ARCORE PER FRENARLO
IL PRESIDENTE DI MEDIASET CERCA DI RICUCIRE IL PATTO DEL NAZARENO… MOLTI IN FORZA ITALIA PARLANO DI DELIRIO DI SILVIO
È con l’idea di “far ragionare” Silvio Berlusconi che i vertici Mediaset varcano il cancello di Villa San Martino ad Arcore.
E, soprattutto, con l’idea di “stoppare” l’accordo di massima che l’ex premier ha raggiunto con Matteo Salvini, nel corso della cena di domenica.
Presenti da un lato il leader della Lega e Giancarlo Giorgetti. Dall’altro Berlusconi e Toti. Un accordo che prevede certo l’alleanza alle regionali, ma soprattutto l’opposizione dura al governo Renzi e alle riforme.
Il destino di ciò che resta del Nazareno è appeso all’opera di convincimento di Ennio Doris e Fedele Confalonieri.
Doris è in centro America per una viaggio di lavoro, ma ha già fatto sapere che considera lo stop al Nazareno una jattura.
Confalonieri ad Arcore considera un azzardo per Mediaset la rottura con Renzi.
Ove per rottura si intende il voto contrario alle riforme su cui Forza Italia ha votato a favore al Senato.
Dal Nazareno all’asse con la Lega. Un azzardo politico, ma anche aziendale.
Perchè, per dirla con Verdini che in questi giorni è stato in stretto contatto con Fidel, “quello non è come D’Alema che abbaia ma non morde, quello ti fa piangere”.
Quello, cioè Renzi, ha già dato il segnale con l’emendamento su Mediaset.
E ha nelle mani diversi strumenti di “vendetta”: Mediaset, il conflitto di interesse, le norme sulla prescrizione in commissione Giustizia che impattano sul processo della “compravendita”.
E ha pure i numeri per far passare le riforme a maggioranza e poi puntare sul referendum.
Ecco, prudenza, dicono dalle aziende.
Assecondare la pancia potrebbe essere fatale per l’Impero e i suoi fatturati. Berlusconi, raccontano quelli che gli stanno attorno, è in preda a una sorta di nuovo delirio di onnipotenza.
Parla di Renzi come di un “dittatore”, è convinto che tornerà “candidabile” e che batterà il premier alle elezioni di autunno puntando tutto sull’alleanza con la Lega.
E il cerchio magico attorno, in queste ore, pare una curva osannante con l’obiettivo di eccitare l’istinto alla pugna.
Però la svolta umorale e di rabbia alimenta preoccupazione dentro Forza Italia non solo nelle aziende.
Basta vedere i palinsesti televisivi, dove piovono disdette dei big azzurri e vanno solo i peones.
Un alto in grado, che ha annullato diverse ospitate, sussurra: “Come facciamo ad andare a dire in tv noi che votiamo contro quelle riforme su cui abbiamo votato a favore? Due settimane fa siamo andati in giro a dire che il premio di lista era giusto e che da sempre era nel nostro programma, ora dobbiamo dire che crea una deriva autoritaria?”.
Tensione, preoccupazione. Forza Italia pare una Repubblica di Salò dove i gerarchi considerano finito il vecchio leader. Ma non trovano il coraggio di contraddirlo.
In parecchi, a microfoni spenti, dicono che la fotografia esatta, anche se dolorosa, è quella scattata da Stefano Folli nel suo pezzo sul tramonto di Berlusconi: “Si muove — ti dicono – come ai tempi della bicamerale e del Predellino senza capire che non è più quello lì. Ormai confonde la realtà col suo io”.
Già , ormai il gergo è psicanalitico.
Il risultato del “delirio”, che preoccupa e non poco il grosso del partito è il rapporto con la Lega.
Perchè, dicono i parlamentari vicini a Gianni Letta, su questi presupposti si sta solo tirando la volata a Salvini premier: “Berlusconi non sarà mai più candidabile e la Lega ci ha superato nei sondaggi. Avanti così facciamo i cespugli di Salvini”.
(da “Huffingtonpost”)
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