MARINO, IL SINDACO AMBASCIATORE TRA CENE, ALBERGHI E VOLI
TUTTE LE SPESE DEL CAMPIDOGLIO NEI PRIMI DUE ANNI DI MANDATO
Di tutte le 492 pagine di determinazioni dirigenziali e ricevute fiscali che raccontano i primi due anni di mandato di Ignazio Marino, ce n’è una che dà manforte ai Cinque Stelle quando dicono che “il sindaco ha confuso mestiere”.
Immaginate la terrazza del ristorante ARoma — lussuosa location vista Colosseo-in una sera di metà settembre dello scorso anno.
Il primo cittadino è lì seduto con alcuni “chirurghi di fama internazionale”.
Suoi colleghi, insomma, venuti nella Capitale per “partecipare ad un congresso sul traffico di organi per trapianto”e “per essere accolti in udienza privata da sua Santità , Papa Francesco”.
Dunque, a chi rivolgersi se non al sindaco che si accredita come l’ambasciatore vaticano per eccellenza?
Marino paga la cena, il conto è di 1270 euro, ma la fattura non specifica il numero dei commensali.
Lo salda con la carta di credito comunale, quella con cui sostiene tutte le spese impreviste che il suo cerimoniale non ha potuto preventivare.
Parlamentari, giornalisti e l’amata sanità È generoso, il sindaco.
E seppure la spesa mensile non superi mai i 6 mila euro al mese — quasi sempre per le trasferte estere — quando è a Roma illustra progetti, persuade potenziali mecenati, promuove iniziative.
E davanti a una bottiglia di Richard Lucien Gran Cru da 80 euro, chiaro, tutto fila più liscio.
Al ristorante Cybo, per dire — dove tra l’altro gli hanno dimezzato il conto (da 197 euro a 100, omaggio all’ospite d’eccezione) — ha portato “un parlamentare della Repubblica”; da Archimede “un senatore” (qui il conto è di 155 euro).
Nel ristorante di piazza Sant’Eustachio è tornato anche con alcuni “rappresentanti di testate giornalistiche”, mentre a Firenze ha portato alla “Trattoria antico fattore” altri “giornalisti di testate locali” (che non si capisce, a dire il vero, perchè si facciano pagare la cena dal sindaco).
E poi la medicina, la passione dei suoi primi 50 anni di vita: operatori del settore sanitario, un rappresentante del Policlinico Universitario “Agostino Gemelli”, uno del World Health Organization e pure “due illustri scienziati” e altri “due full professor americani”.
È preciso, il sindaco. Annota di aver speso 8,63 per pagare la colazione “ad un reduce dell’Olocausto” in viaggio con lui e gli studenti delle scuole romane a Birkenau. Dichiara di aver smarrito due scontrini di un ristorante di Boston (poco più di 100 euro in tutto).
E quando va a Parigi compra un bouquet di fiori per lasciare un ricordo alle vittime dell’attentato a Charlie Hebdo.
Volendo fare statistiche, dovremmo dire che il sindaco fa una trasferta al mese e che per ognuna, con il bancomat , spende in media mille euro: 28 missioni in due anni, per un totale di poco più di 27 mila euro, spesi con la carta di credito comunale.
Paola Zanca
(da “il Fatto Quotidiano”)
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