MARINO LASCIA, IL CENTRODESTRA ESULTA: ORA COSI’ PUO’ PERDERE LE ELEZIONI
QUANDO IL BUE DICE CORNUTO ALL’ASINO… MARINO FARA’ PERDERE IL PD… IL FRAZIONAMENTO POTREBBE FAR VINCERE UN CINQUESTELLE, GRILLO PERMETTENDO
Chi pensa che Marino, con le dimissioni annunciate, non inciderà sull’elezione del futuro sindaco di Roma non conosce il personaggio.
Ma andiamo per ordine e ristabiliamo alcune verità .
Le “debolezze” di Marino erano ben note fin dall’inizio della sua candidatura a sindaco, sarebbe bastato approfondire i motivi del suo distacco dall’università americana presso cui svolgeva la sua professione.
Una certa propensione ai rimborsi taroccati gli aveva già causato qualche guaio: piccole cose, ma che avrebbero dovuto portare una persona intelligente a evitare di candidarsi a sindaco sapendo da un lato che in certe debolezze ci sarebbe ricascato e dall’altro che lo avrebbero sezionato ogni giorno alla ricerca di qualche magagna.
E’ altrettanto vero che Marino è stato osteggiato fin dall’inizio dal suo partito: non essendo romano e non facendo parte di quel sistema corruttivo che nella capitale decide non solo gli affari, ma anche chi deve fare il consigliere comunale, era evidente che non avrebbe avuto vita facile.
Che abbia cercato di cambiare le cose è indubbio, che lo abbia fatto nel migliore dei modi non si può dire.
Quindi se da un lato è giusto che lasci, fa riflettere quel fronte sospetto unitario che lo voleva politicamente morto: un fronte che va dalla destra alla sinistra, a cui evidentemente il suo agire dava un comune fastidio.
E ieri ne abbiamo avuto una immgine emblematica: dentro il Campidoglio chi, pur del suo partito, lo stava pugnalando su mandato di terzi, fuori una massa di buoi che davano del cornuto all’asino.
Soggetti politici di pseudodestra che hanno governato con Alemanno, condividendone scelte politiche scellerate senza mai obiettare su nomine, assunzioni e scandali che inveivano contro “il corrotto” Marino.
Una destra romana che farebbe bene a chiudersi in casa per almeno un decennio per averne infangato il nome e ormai più prossima a frequentare aule di tribunale che a rappresentare i cittadini, ma che avviava in piazza una discussione su chi abbia rubato di più.
Senza accorgersi che se oggi esulta perchè Marino si è dimesso, questo vuol solo dire che questa destra può ora perdere tranquilla le elezioni, sapendone la scadenza.
Perchè i romani in Mafia capitale hanno ben compreso che destra e sinistra cittadina ci sono dentro fino al collo.
Dopo un periodo di commissariamento in primavera si andrà al voto con una frammentazione di candidature: da una parte con le solite inutili Meloni, con Salvini che alla fine la appoggerà costringendo i poundisti a diventare sostenitori della grande sorella e con Forza Italia che cercherà di riportare senza successo Marchini alle sue origini.
Mentre dall’altra arriverà l’ex turco Orfini con qualche martire renziana di stretta osservanza e tacco 12 o magari qualche ex questurino.
Ma se Marino presenta una sua lista (e il tipo è vendicativo assai) ci sarà da ridere.
Tutto fa pensare che alla fine dei giochi possa prevalere un Cinquestelle, se non sbagliano candidato. Ma forse ci penserà come sempre Grillo in persona a farli perdere.
Nell’anno del Giubileo si fa presto a finire giubilati.
L’importante è che la destra festeggi: c’è anche chi ama l’orchestrina ai propri funerali, Casamonica docet.
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