MARINO PRIDE: NELLA CONFERENZA STAMPA L’EX SINDACO SI TOGLIE MACIGNI DALLE SCARPE
SILENZIO DI RENZI E MALUMORI NEL PD… “MI HANNO CHIAMATO D’ALEMA E VELTRONI”
Dopo la conferenza stampa, Ignazio Marino si ritira in un salottino con pezzi della sua ex Giunta più vari fan, un paio arrivati anche dall’America.
Sprizza gioia da tutti i pori dopo l’assoluzione “perchè il fatto”, cioè l’accusa di aver speso i soldi del Comune per cene personali, “non sussiste”, ma si illumina davvero quando confida con voce soddisfatta: “Chi mi ha chiamato del Pd? Due leader nazionali, uno si chiama Walter e l’altro si chiama Massimo”.
Si tratta, neanche a dirlo, di Veltroni e D’Alema. Con quest’ultimo un asse in chiave anti Renzi, oggi, sta nelle cose soprattutto in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre.
In fondo l’ex sindaco di Roma fa parte dell’associazione Italiani europei di cui l’ex premier è presidente.
“Beh, D’Alema per ora cerca di arruolare gli anti renziani”, commenta ridacchiando Alessandra Cattoi, tra le persone più vicine a Marino e che non poteva perdersi questa giornata di rivincita.
Nessun contatto invece tra l’ex sindaco e Renzi. Tra loro è gelo ormai da un anno. Al fianco di Marino ci sono invece diversi componenti della vecchia Giunta, come Luigi Nieri e Francesca Danese.
Nella sala c’è inoltre l’ex capo di gabinetto Roberto Tricarico. Insomma c’è quel pezzo di Giunta che ha tentato in tutti i modi non lasciare il Campidoglio nei giorni delle accuse feroci e oggi è ricomparso circondando il ‘marziano’.
Il loro nemico, oltre il premier, è il commissario dei dem di Roma: “Matteo Orfini può dire ciò che vuole. Il Pd ha cacciato il sindaco per la vicenda degli scontrini, per questo lo hanno mandato via. L’amarezza rimane pensando che stavamo lavorando bene”.
In mattinata Orfini aveva scritto invece che le dimissioni sono state il risultato della sua “incapacità ad amministrare”. Marino, che questa mattina ha pianto di gioia alla lettura della sentenza, in conferenza stampa rivendica i risultati: “Abbiamo aperto 21 stazioni della metropolitana e chiuso la discarica di Malagrotta”.
Poi l’ex sindaco si toglie qualche macigno dalla scarpa: “Non me la sento di commentare le parole dell’illuminato Orfini, che appartengono ai libri di Collodi e ai loro personaggi”.
E inoltre: “Ho subito pressioni politiche e mediatiche aggressive e gravissime. Un anno fa in questa città la democrazia è stata lesa, la verità è stata negata e centinaia di migliaia di romani e romane sono stati violentati nella loro scelta democratica che avevano fatto, violentati da un piccolo gruppo di classe dirigente che si è rifugiato nello studio di un notaio invece che presentarsi in aula e con il loro volto spiegare perchè avevano o non avevano fiducia nel loro sindaco come avviene in tutte le democrazie del mondo, o almeno nei paesi che la democrazia ce l’hanno”.
Oggi l’ex sindaco è stato assolto dalla triplice accusa di peculato, falso e truffa.
“Mi aspetto delle scuse dal Pd? Le scuse di qualcuno che ha fatto un’offesa richiedono una capacità di analisi, una dote di umiltà e una di onestà intellettuale. Sono sicuro che sulla base di queste tre doti ognuno deciderà se scusarsi o no”.
Ed è così che nel Pd si riaccendono le braci.
Il Circolo di Donna Olimpia scrive una nota in cui ricorda “l’assoluta irrazionalità della gestione tenuta dal Pd romano nella passata stagione politica”.
Marco Miccoli chiede di affrontare di nuovo l’argomento: “Spero che ora si trovi il luogo ed il tempo per ridiscutere su ciò che è avvenuto. La rabbia è tanta”.
Sul fronte nazionale anche il leader della minoranza dem Roberto Speranza fa sentire la sua vicinanza: “Un caro abbraccio a Ignazio Marino. Mai avuto dubbi sul fatto che fosse una persona per bene”.
Antonio Bassolino si spinge a dire: “Il Pd chieda scusa”. Ecco Gianni Cuperlo: “Provo un sentimento umano nei confronti della persona che si è tolta un bel peso. E’ una bella notizia. Le altre riflessioni seguiranno”.
Tuttavia nel Pd la riflessione sembra essere già iniziata da un po’, più o meno dal giorno della sconfitta elettorale. Marino per ora si gode lo spettacolo: “Mi hanno chiamato da tutto il mondo, a seconda dei fusi orari. Non porto rancore, ma qualcuno dovrebbe guardarsi allo specchio e vedere se davvero ha l’ossatura da statista”.
Detto questo, l’ex sindaco lascia il salottino dove si è intrattenuto per un po’ e conclude la giornata della rivincita nella piazza del suo quartiere con un atteso bagno di folla.
(da “Huffingtonpost”)
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