MARO’, LA VERSIONE INDIANA: HANNO UCCISO DUE PESCATORI
AJEESH PINK AMAVA IL CALCIO ED ERA AL SUO NONO GIORNO IN BARCA… DORA, LA MOGLIE DI JELESTINE VALENTINE, 45 ANNI, L’ALTRA VITTIMA, HA DETTO DI AVER GIà€ PERDONATO
Chi si informa su Bloomberg e Bbc non vede la storia con gli occhi di Latorre e Girone, ma con quelli di Ajeesh Pink, un pescatore di 25 anni del villaggio di Eraiyumanthurai nel sud del Tamil Nadu.
Suo padre, dopo un incidente che gli portò via due arti nel 2003, morì.
Una brutta malattia portò via anche la mamma nel 2005 e Ajeesh fu costretto a lasciare la scuola a 14 anni per mantenere le due sorelle minori.
Viveva con la zia quando cominciò a lavorare nella pesca per portare il pane a casa. Amava il calcio e aveva un fisico da body builder.
Secondo il racconto dei suoi compagni di pesca, che va verificato in un processo, il 15 febbraio 2012 era al suo nono giorno sul peschereccio St Anthony. Come il timoniere, Jelestine Valentine, 45 anni, aveva chiuso gli occhi mentre il peschereccio purtroppo andava alla deriva.
Scambiato per una minaccia terroristica, secondo gli indiani, il timoniere è stato colpito per primo alla testa. Ayesh invece correva con gli altri sotto la pioggia di colpi quando fu colpito sul petto.
Secondo il racconto del suo capitano cominciò a sanguinare a destra poi cadde a terra gridando : “Mamma, mamma”.
La sorella più piccola aveva 17 anni e nell’intervista televisiva trasmessa da Bloomberg piangeva guardando una sedia di plastica con sopra la foto del fratello. Certo, le sorelle hanno ricevuto 189 mila dollari di risarcimento dall’Italia per ritirare la causa civile ma preferivano il fratello.
La moglie di Jelestine Valentine, 45 anni, si chiama Dora. Oltre ai soldi italiani ha ottenuto un lavoro al dipartimento della pesca del Kerala.
È cattolica e ha perdonato. È convinta della colpevolezza dei due marò ma non vuole che siano condannati.
Su quello che è accaduto il 15 febbraio del 2012 esistono due versioni.
Per il Governo italiano: “Alle ore 12 la petroliera italiana Enrica Lexie veniva avvicinata da un’imbarcazione da pesca, con a bordo cinque persone armate con evidenti intenzioni di attacco. I militari del battaglione San Marco in accordo con le regole d’ingaggio in vigore, mettevano in atto graduali misure di dissuasione con segnali luminosi fino a sparare in acqua tre serie di colpi d’avvertimento, a seguito dei quali il natante cambiava rotta”.
Secondo i pescatori indiani sul St Anthony dormivano tutti dopo una notte di pesca. La barca avanzava senza essere governata in rotta di collisione con la petroliera.
Il capitano Freddy Louis, ha raccontato di essere stato svegliato dal suono della sirena e di avere scoperto il timoniere Jelestine già morto.
Poi un ‘fuoco continuo a distanza di circa 200 metri’ avrebbe ucciso anche Ajesh.
Il rapporto — pubblicato da Repubblica — del capo del terzo reparto della marina italiana, inviato in India dopo l’incidente, non è molto favorevole ai marò.
Secondo l’ammiraglio Alessandro Piroli, le perizie balistiche eseguite dagli indiani davanti ai nostri Carabinieri, asseverano che “le munizioni sono del calibro Nato 5,56 mm fabbricate in Italia”.
Il proiettile tracciante estratto dal corpo di Valentine Jelastine è stato esploso dal fucile con matricola assegnata al sottocapo Andronico.
Il proiettile estratto dal corpo di Ajiesh Pink è stato esploso dal fucile con matricola assegnata al sottocapo Voglino”.
Insomma, un caso ancora molto complesso.
Marco Lillo
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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