MARONI BECCATO SUL FATTO, ECCO CHI HA CANDIDATO TRA I PROBIVIRI IN VENETO: IL CONDANNATO ENRICO CAVALIERE
RIPORTIAMO L’ARTICOLO DEL “CORRIERE DEL VENETO” DEL 9 NOVEMBRE 2010: “BANCAROTTA CEIT, L’ACCUSA CHIEDE TRE ANNI PER CAVALIERE. DOVEVA COSTRUIRE IL VILLAGGIO DEL CARROCCIO”
Quello che fino a ieri pomeriggio era solo un sospetto, diventa notizia attorno alle 16 nell’aula del tribunale Collegiale di Padova.
I soldi della Lega Nord, con precisione 560 milioni delle vecchie lire, sono stati utilizzati nell’aprile 2001 per tentare il salvataggio della Ceit, società di Montegrotto nata nel ’98 con un capitale sociale di 20 milioni di lire.
Ma in grado di finanziare la costruzione del villaggio turistico Skipper, un complesso di 2.300 appartamenti e 4800 metri quadri affacciato sul golfo di Pirano in Croazia: operazione targata Lega e finita malissimo.
A documentare il flusso di denaro è il consulente tecnico della Procura, il dottor Carlo Pampaloni.
Incaricato dal pm Paolo Luca a ricostruire i movimenti della società tra i cui soci figuravano diversi esponenti del Carroccio, chiamati ufficiosamente a partecipare con una quota di 40 milioni di lire, quando l’ufficiale indicazione societaria parlava di quota minima di 100mila lire.
Per l’unico di loro finito a processo, l’ex presidente del Consiglio Regionale del Veneto Enrico Cavaliere, il magistrato ha chiesto 3 anni.
L’accusa è di aver lasciato un buco di un miliardo e 875 milioni di lire lasciato in eredità alla società .
Soldi che sarebbero stati manovrati «in maniera impropria e con finalità estranee a quelle di Ceit, usati per oliare le macchine della burocrazia croata», ha tuonato l’accusa.
Ma il dubbio avanzato dal pm che Skipper fosse «un’iniziativa per finanziare il partito», come sostenuto dalla gola profonda Luca Bagliani – negli anni ’90 deputato per il Carroccio – è emersa ieri.
«Ci sono stati tentativi di salvataggio della Ceit, così come c’erano caratterizzazioni delle quote sociali.
Tra i nomi ricordo Manuela Marrone (moglie di Umberto Bossi, nda)», ha detto Pampaloni.
Altri imprenditori in orbita leghista avevano delle quote: dall’ex ministro Giancarlo Pagliarini al sottosegretario Maurizio Balocchi, morto nel febbraio scorso dopo essere stato rinviato a giudizio.
Senza dimenticare l’orafo vicentino Stefano Stefani, archiviato su richiesta della Procura.
«Siamo all’aprile del 2001 – ricostruisce Pampaloni – e la società friulana Euroservice versa 560 milioni nelle casse di Ceit. E’ un’operazione che viene sostanzialmente fatta dall’allora tesoriere della Lega, e socio Ceit, Maurizio Balocchi». S
oldi che nella contabilizzazione Ceit risultano essere un versamento fatto da un privato.
«Il denaro però arriva direttamente dal conto corrente che il Carroccio ha presso il Banco di Napoli a Montecitorio. Contabilizzati dalla Lega come finanziamento personale a Balocchi e che l’ex Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, ha restituito quasi in toto».
Ma com’è avvenuto il giro di denaro?
I soldi dovevano passare attraverso l’Euroservice che si era poi dichiarata creditrice verso Ceit.
A far saltare il banco e smascherare il sistema Lega è stata una duplice registrazione nella stessa data dei 560 milioni di lire.
Per Euroservice erano soldi da dirottare a Ceit.
Per quest’ultima però era un finanziamento privato di Balocchi.
«Che la Lega avesse un doppio interesse?», si è chiesto il magistrato.
Nicola Munaro
(da “Il Corriere Veneto“)
Leave a Reply