MATERNITA’ SURROGATA, ALESSANDRA MUSSOLINI SI SCAGLIA CONTRO IL GOVERNO: “QUELLA LEGGE E’ SBAGLIATA”
“A QUESTO PUNTO BLOVVHIAMO TUTTA LA RICERCA SCIENTIFICA”
La gestazione per altri (o maternità surrogata) «non dovrebbe neanche essere reato». E la legge approvata dal governo Meloni «è sbagliata nel merito e nel metodo». A parlare non è il leader di uno dei partiti di opposizione, ma Alessandra Mussolini, ex eurodeputata di Forza Italia nella scorsa legislatura europea. In un’intervista rilasciata a Il Foglio, la nipote del Duce fa un esempio: «Mettiamo una ragazza che ha una malattia e non può avere figli. Non può congelare gli ovociti, perché attenzione, questa legge sulla surrogata, la 40, è pure ambigua, e c’è scritto che è vietata “qualunque realizzazione di commercio di embrioni”. Quindi tu magari congeli gli ovociti, poi vai all’estero da single e torni incinta e che fanno? Ti sequestrano il neonato, ti mettono in galera?», si chiede l’ex eurodeputata di Forza Italia.
Pur militando in una forza politica di centrodestra, in questi anni Alessandra Mussolini si è spesso discostata dalla linea di partito in tema di diritti civili.
L’ultimo esempio viene proprio dalla legge sulla maternità surrogata, resa «reato universale» dal governo di Giorgia Meloni. «Allora la scienza si deve fermare, blocchiamo tutte le possibilità di ricerca. Anche le staminali. Ma aboliamo anche i treni, allora, come del resto sosteneva un tempo la Chiesa, perché il treno è strumento del diavolo», polemizza Mussolini nell’intervista al Foglio.
I «medici snitch»
A proposito del provvedimento approvato dal governo italiano, l’ex eurodeputata critica anche il passaggio per cui i medici – come spiegato dalla ministra Eugenia Roccella – devono denunciare i colleghi che non rispettano la nuova legge. Mussolini dice che l’esecutivo vuole medici «snitch», un termine dello slang inglese che significa fare la spia. «Io Roccella la conosco molto bene. Quando facemmo la legge sulla procreazione assistita, io ero in commissione Affari sociali e c’era già allora questo furore ideologico ultra cattolico», ricorda Mussolini. E poi continua: «All’epoca però l’aborto gli andava bene: noi volevamo introdurre la diagnosi pre impianto, ma loro erano contrari, dicevano: “tu metti nel corpo della donna tutti gli embrioni che vuoi, senza diagnosi prenatale, al limite poi abortisci”. Per fortuna poi è intervenuta la Corte costituzionale».
L’obiezione di coscienza
Nell’intervista al Foglio, Alessandra Mussolini dice di essere contraria anche all’obiezione di coscienza sull’aborto, ossia il diritto per un medico di rifiutarsi di obbedire a una legge che contrasta con i suoi principi e convinzioni personali. «Non lo so se è un diritto, soprattutto in una struttura pubblica non devi rompere le scatole con queste storie del battito del feto, come fanno i Pro Vita. Il nostro Stato è laico, tu puoi essere anche ultra cattolica, ma la legge dello Stato riguarda tutti», osserva ancora Mussolini.
(da Il Foglio)
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