MATTEO SALVINI IN RAI DALL’ALBA AL TRAMONTO: E’ VERO PLURALISMO?
IN 30 GIORNI HA AVUTO 4.723 SECONDI DI PAROLA DIRETTA, CONTRO I 2.561 DI RENZI, I 1.221 DI VENDOLA, I 667 DI TOTI: CHI HA DATO QUESTE DIRETTIVE PER FAVORIRE UN PICCOLO PARTITO?
La sera vai a dormire con Salvini a Ballarò su Raitre, il mattino ti svegli e trovi ancora Salvini ad Agorà e sempre su Raitre.
Si sarà fermato anche a dormire negli studi?
La continua presenza del leader della Lega nelle trasmissioni tv, in particolare in alcune del servizio pubblico, è stata notata da più parti.
Verifichiamo i dati ufficiali che l’Osservatorio di Pavia fornisce settimanalmente alla Rai e alla commissione parlamentare di Vigilanza.
Esaminando le rilevazioni dell’ultimo mese monitorato, dal 17 gennaio al 13 febbraio, emerge un dato che appare decisamente sconvolgente: Salvini ha avuto da Raitre un spazio incomparabilmente più alto rispetto ad altri leader dell’opposizione e addirittura doppio rispetto al premier e segretario del Pd, Matteo Renzi.
I tempi di parola (Tdg, tempo gestito direttamente), ovvero gli spazi tv in cui l’esponente politico parla direttamente ai telespettatori, dicono che nel periodo considerato Salvini ha avuto su Raitre 4.723 secondi di spazio.
Per Renzi, che assomma la responsabilità di governo a quella di leader del partito di maggioranza relativa, lo spazio è stato circa la metà : 2.561 secondi.
Se si considerano alcuni leader colleghi di Salvini all’opposizione, il divario con il segretario leghista è abissale: Giovanni Toti, consigliere politico di Forza Italia, ha avuto 667 secondi, mentre Nichi Vendola, leader di Sel, 1.221 secondi.
Un trattamento di favore, quello riservato da Raitre a Salvini, che si fatica a comprendere.
La Lega, sebbene sia accreditata con numeri positivi nei sondaggi, ha preso il 4,09% alle elezioni Politiche del 2013 e il 6,2% alle elezioni Europee del 2014.
In parlamento i gruppi leghisti contano su un numero molto ridotto di componenti: 20 deputati (il minimo per un gruppo) e 15 senatori, pari rispettivamente al 3% e al 4,5% dell’assemblea.
Non si comprende come sia possibile che un partito con questo peso elettorale e parlamentare possa avere il doppio dello spazio riservato al presidente del Consiglio, leader del partito che alle elezioni europee ha preso il 40,8% dei consensi.
Di fronte a questi numeri, imbarazzanti, viene da chiedersi chi, a Raitre, abbia la responsabilità di controllare che non si creino squilibri del genere e perchè non abbia controllato.
In Rai esistono molteplici figure – direttori, vicedirettori, capistruttura, capiredattori, capiservizio – preposte al controllo, il tutto finanziato da quasi 2 miliardi di euro del canone dei cittadini.
In questa maniera viene tutelato il pluralismo dal servizio pubblico?
Michele Anzaldi
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