MEDVEDEV, L’AMICO RUSSO E IL MIRACOLO DELLA TENUTA NEL CHIANTI
LA CANTINA TOSCANA CHE SAREBBE DI UN PRESTANOME DEL VICE DI PUTIN PERDE SOLDI MA HA RADDOPPIATO IL VALORE
Il buon vino fa miracoli.
Solo un miracolo può spiegare come si possa perdere soldi, vendere poco vino e raddoppiare di valore in appena cinque anni.
Chi è che beneficia del miracolo non si sa, ma è la parte più interessante di questa storia che parte da una storica tenuta nel cuore del Chianti e arriva fino ad agitare il potere moscovita.
Il miracolo è quello della Fattoria dell’Aiola, che perde soldi ma vale 22,5 milioni di euro, più del doppio di cinque anni fa.
Produce poche bottiglie, vende poco nei grandi mercati vino italiano come Usa, Giappone e Germania e molto in Bolivia, dove il vino italiano è praticamente assente. Di chi è non si sa.
Secondo il blogger russo anti-Putin Alexey Navalny è di Ilja Elissejev, un prestanome del premier Dmitri Medvedev.
Secondo Alessandro Varrenti, avvocato e presidente della Fattoria dell’Aiola srl, proprietaria della tenuta è la Dockell ltd di Cipro e basta.
Per Daria Ivleva, responsabile marketing della tenuta sentita da Repubblica.it, la proprietà è della Dockell di Cipro, che a sua volta è proprio di Elissejev, ma che questo non c’entra nulla con Medvedev e lui, il premier russo, non si è mai visto da quelle parti.
Di certo sono russi, racconta un testimone. «Si vedono poco, una volta all’anno. Medvedev no, non si è mai visto», spiega.
Si vede più spesso l’amministratore delegato, russo anche lui. Si chiama Serghei Stupniski e almeno una volta la mesa passa dalla tenuta.
L’Aiola è una tenuta piccola, 36 ettari appena, dei quali solo una ventina a vigna. Che da qualche giorno, da quando cioè Navalny – arrestato domenica nel corso di una manifestazione – l’ha indicata come una delle proprietà riconducibili a Medvedev, attira molta curiosità indesiderata.
Siamo a pochi chilometri da Siena, tra Radda in Chianti e Castelnuovo Berardenga. La tenuta dell’Aiola è una tenuta con secoli di storia. Da ultimo era appartenuta a Giovanni Malagodi.
Nel 2012 gli eredi dell’uomo politico liberale vendono la proprietà e a comprare sono dei russi.
In paese le chiacchiere si sprecano: «Allora si diceva che fosse proprio Putin», racconta un ex dipendente. Di certo c’erano molte speranze: arrivano i russi, arrivano i soldi, apriranno al Chianti dell’Aiola il ricco russo.
A comprare è in realtà la Furcina ltd, anche lei di Cipro. Paga circa 10 milioni agli eredi Malagodi che ringraziano. Alla Furcina si affianca poi la Dockell, che prende prima il 51% e poi, nel dicembre scorso, il restante 49%. Paga 11,2 milioni di euro, valorizzando la tenuta appunto 22,5 milioni, più del doppio di quanto pagato appena cinque anni fa agli eredi Malagodi.
Perde soldi, vende poco ma raddoppia il suo valore in appena cinque anni.
Nel cda, accanto a Stupniski e a Varrenti, siede anche una signora russa di noma Natalia Meylunas. Ha una lunga esperienza internazionale alle spalle, con ruoli importanti nella Banca europea di ricostruzione e sviluppo come responsabile dei progetti di sviluppo per le piccole e medie imprese.
Chissà se almeno lei saprà spiegare il miracolo dell’Aiola.
Gianluca Paolucci
(da “La Stampa”)
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