MONZA, IL CROLLO DELLA LEGA NELLA CITTA DEI MINISTERI DEL NORD
NEL CAPOLUOGO BRIANZOLO L’EX SINDACO LEGHISTA MARIANI RACCOGLIE SOLO IL 10%… AL BALLOTTAGGIO SCANAGATTI (PD) E MANDELLI (PDL)
La Lega Nord, segnata dagli scandali che hanno colpito i vertici del partito, perde Monza.
Ovvero la città -simbolo, dove ha governato negli ultimi cinque anni – insieme al Pdl – con il sindaco Marco Mariani, militante del Carroccio dagli anni Novanta.
E dove, la scorsa estate, era stata ottenuta l’apertura dei cosiddetti «ministeri del Nord».
Nel capoluogo brianzolo — dove si registra un’astensione record (meno 13 per cento l’affluenza alle urne rispetto a cinque anni fa) – vanno al ballottaggio Roberto Scanagatti (centrosinistra) e Andrea Mandelli, sostenuto dal Pdl e da La Destra.
Scanagatti (appoggiato da Pd, Sel, Idv, Federazione della sinistra e da due liste civiche) arriva al 38 per cento di voti mentre Mandelli è al 20,1 per cento.
Mariani si ferma all’11 per cento.
«Ora qualcuno dovrà renderne conto» protesta Mariani a proposito della scelta della Lega di correre da sola.
«Una soluzione che ci è stata imposta» dice l’ormai ex sindaco che nel 2007, con i voti del Carroccio e del Pdl uniti, vinse al primo turno.
Poi attacca anche i giornali, «che proprio da quando abbiamo pubblicato le liste hanno iniziato a dipingerci come ladri».
Soddisfatto Scanagatti: «Non mi aspettavo così tanto» ammette. E dice che non cercherà apparentamenti per il secondo turno: «Andiamo avanti con il nostro programma».
Diversa la posizione di Mandelli, costretto a inseguire: «Puntiamo a recuperare voti sia dal centro che dalla Lega».
Il risultato del ballottaggio appare incerto.
Peserà non solo l’eventuale ricomposizione dell’alleanza Carroccio-Pdl ma anche la distribuzione di altri pacchetti di voti.
Quelli dei «grillini», in primo luogo. Il Movimento cinque stelle, infatti, ottiene un ottimo risultato e il suo candidato Nicola Fuggetta va oltre il 9 per cento.
Libertà di scelta, è per ora l’indicazione per il secondo turno.
Si attesta attorno al 7 per cento, inoltre, Anna Martinetti, sostenuta dall’Udc, insieme con la lista civica Una Monza per tutti.
La candidata non si sbilancia: «Guarderemo ai programmi e alle persone», dice.
Sul risultato finale potranno poi pesare anche le diverse proposte su alcune questioni che stanno a cuore ai monzesi.
Prima tra tutte, la variante al Piano di governo del territorio (Pgt).
Ovvero un documento urbanistico da 4 milioni di metri cubi che renderebbe edificabile una zona agricola – la Cascinazza – a rischio di esondazione del fiume Lambro e la cui proprietà è riconducibile alla famiglia Berlusconi.
Il Pdl vorrebbe riprendere l’iter di approvazione della variante, mentre il centrosinistra promette di cancellarlo del tutto.
Alessia Rastelli
(da “Il Corriere della Sera”)
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