MYKHAILO PODOLYAK, CONSIGLIERE DI ZELENSKY: “IN ITALIA NON AVETE ANCORA CAPITO CHE CON UN ASSASSINO COME PUTIN NON PUOI NEGOZIARE”
“IL REGIME NON E’ FORTE: LA RUSSIA NON È IMBATTIBILE MILITARMENTE. E NON È VERO CHE, USANDO ARMI OCCIDENTALI, SI PROVOCA UN’ESCALATION. COME NON È VERO CHE MOSCA POSSIEDE TECNOLOGIA SOFISTICATA PER PREVALERE AL PUNTO CHE NON ERA PRONTA A DIFENDERE IL SUO TERRITORIO. NEMMENO A LIVELLO PSICOLOGICO”
«Siamo finalmente nella seconda fase della guerra e andremo avanti ancora molto in territorio russo. Colpiremo aeroporti militari e basi logistiche. Ogni conflitto su vasta scala finisce sempre in terra nemica, per sbloccarsi». Il consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak, si presenta in camicia bianca, più elegante del solito.
Quasi per celebrare una controffensiva promessa l’anno scorso e mai arrivata finora. Podolyak si concede anche qualche battuta. «Eh, certo…Mi chiedete come procederemo…Non è che vengo a dirlo a tutti voi…Non possiamo scoprire le carte…». Poi, però, chiarisce i contorni della strategia iniziata il 6 agosto, con il clamoroso ingresso delle brigate ucraine sul suolo della Russia: «Dalla terra e dal cielo, continueremo ad attaccare», dice.
«Colpiremo aeroporti militari e punti strategici, la vittoria su Putin deve essere totale, ma anche fatta di piccole sconfitte per lui, come le nostre truppe infiltrate nel territorio di Kursk e in altre regioni».
Specifica ancora meglio lo «scopo della missione». Volete conquistare tanto territorio quanto loro hanno fatto con voi? «No, noi vogliamo solo difendere i nostri civili in Ucraina, non conquistare terre nemiche. Lungo la linea del fronte e del confine, vogliamo proibire alle truppe di Mosca di colpire ancora il nostro Paese. Questo è difendersi, e ne abbiamo diritto, secondo il diritto internazionale».
L’effetto sorpresa è riuscito. L’incursione si trasformerà in una tattica a medio termine, che vuole smontare quattro «falsi miti» sulla Russia e sul potere dello Zar, che nessuno ha capito. Uno: «Il nostro attacco è stato possibile perché i russi non pensavano che l’Ucraina sarebbe mai potuta entrare», prosegue, «e non pensavano che il diritto internazionale si sarebbe applicato contro di loro». In questo caso, intende il diritto di Kyiv a proteggersi, anche attaccando in territorio nemico, un principio che il consigliere ribadisce più volte, sottolineando che «l’Ucraina sta utilizzando e utilizzerà, per entrare, tutte le armi che gli hanno dato gli alleati, che giuridicamente sono diventate nostre, ucraine, comprate o donate».
Non può dettagliare quali tank sono passati oltre confine, anche se è trapelato che in Russia sono presenti, ad esempio, carri armati tedeschi. «Solo i partner sanno il loro grado di partecipazione a questo nostro grande successo», spiega.
Con l’occasione, incalza l’Italia: «Ma non l’avete ancora capito che con un assassino come Putin non puoi parlare di diritti, né negoziare?». L’appello è semplice e diretto: «Dateci al più presto il permesso di usare gli Storm Shadow per attaccare a lunga distanza! Voi siete coraggiosi. Sostenete già la posizione giusta contro Putin. Allora, noi abbiamo bisogno di poter usare le vostre armi a pieno titolo per difendere i cittadini e dimostrare che Putin si può battere sul campo, cosa che nessuno credeva. Ora, stiamo ribaltando la situazione. Se ricevessimo le armi Nato promesse, la guerra finirebbe in poco tempo».
Poi, c’è il punto due, l’altra favola che Kyiv starebbe smascherando: «Che la verticale del potere russo, il regime putiniano, sia realmente forte. Non è vero, non funziona. Ha dei buchi. La Russia non è imbattibile militarmente. Non è vero che, usando armi occidentali, si provoca un’escalation, lo stiamo dimostrando. Non è vero che Mosca possiede tecnologia sofisticata per prevalere». Aggiunge: «Gli armamenti Nato sono ancor ai più efficaci del mondo. Con il Cremlino si può fare la guerra». Qui c’è il terzo mito da sfatare: «La Russia non era pronta a livello logistico a difendere il suo territorio».
E infine: «Nemmeno a livello psicologico. Quando siamo entrati – continua -, la popolazione era sotto choc. Non era stanca della guerra, semplicemente pensava di poter uccidere in territorio ucraino senza pagarne il prezzo». Descrive le scene riportate dalle truppe d’élite: «I cittadini russi che vivono al confine non sono come i nostri, che hanno preso le armi per difendere la patria e la famiglia. La propaganda del Cremlino li ha resi indifferenti. Hanno lasciato subito le case. Nessuno in Europa studia la psicologia attuale della popolazione russa».
(da la Stampa)
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