NAPOLI, IL CANDIDATO LEGHISTA USA L’IMMAGINE DI LUCIANO DE CRESCENZO PER LA SUA PROPAGANDA, LA FAMIGLIA DELLO SCRITTORE LO PORTA IN TRIBUNALE
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Polemiche a Napoli, dove Severino Nappi — candidato alle regionali in Campania per la Lega — ha utilizzato un’immagine di e una citazione dello scrittore napoletano Luciano De Crescenzo per un manifesto elettorale del partito.
L’ex assessore al Lavoro della giunta di centrodestra di Caldoro dal 2010 al 2015 ha visto la sua bacheca Facebook invasa da commenti e da polemiche per questa scelta.
Quel «Napoli, l’ultima speranza dell’umanità » e quella foto non sono piaciuti affatto alla famiglia dello scrittore, i cui membri si sono dissociati comunicando che procederanno presso le sedi competenti.
Sul manifesto insieme alla citazione e alla foto ci sono i loghi di Lega-Salvini Premier, «Prima gli italiani» e «Campania il nostro posto». Quest’ultimo è il nome del movimento civico fondato da Nappi stesso.
Sono moltissimi i commenti di dissenso arrivati sotto la il manifesto della lista civica di Nappi, tra chi parla di «un’offesa al maestro» che era «lontano anni luce dalle idee della Lega» e chi parla di «orrore e blasfemia».
De Crescenzo, tra i tanti, è simbolo di una napoletanità che non vuole essere abbinata alla propaganda elettorale della Lega. Ricordiamo, infatti, come il capo del partito Matteo Salvini nel 2009 intonasse cori razzisti nei riguardi dei partenopei.
La famiglia dello scrittore si è detta contro l’utilizzo dell’immagine di De Crescenzo per fini elettorali: «Non autorizziamo e ci dissociamo da qualsiasi utilizzo a fini politico-elettorali dell’immagine di Luciano De Crescenzo che tuteleremo in tutte le sedi opportune».
Alessandro Amitrano del M5S ha parlato di una «Lega per anni ha insultato i napoletani e ora ricorre ad una becera strumentalizzazione politica del Professore. La propaganda e il populismo non dovrebbero mai precipitare a livelli così bassi».
La risposta di Nappi : «Se la famiglia ha interpretato questo mio omaggio a Luciano come un tentativo di appropriarmi di un simbolo. Non era mia intenzione».
Come no, ci crediamo tutti
(da agenzie)
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