NAPOLITANO NOMINA I GIUDICI: UN AMICO DI BERLUSCONI ALLA CONSULTA
ZANON E DE PRETIS ALLA CORTE COSTITUZIONALE: IL PRIMO FU PAGATO DA BERLUSCONI ATTRAVERSO IL CONTO DELLE OLGETTINE
Aveva promesso tempi rapidi e li ha mantenuti, dando così uno schiaffo al Parlamento nelle sabbie mobili.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ieri ha nominato i due giudici della Corte costituzionale di sua competenza.
Ma nonostante il ruolo richieda un curriculum al di sopra delle parti, tra i due nominati c’è un noto berlusconiano, il professor Nicolò Zanon .
L’altro giudice è la professoressa Daria De Pretis, rettore dell’università di Trento, moglie di un ex parlamentare Ds.
Prenderanno il posto dell’attuale presidente della Consulta Giuseppe Tesauro e del giudice Sabino Cassese il cui mandato scade il 9 novembre.
Con un comunicato, Napolitano, marca la differenza con il Parlamento, arrivato alla ventesima fumata nera: il presidente con le due nomine “ha inteso confermare la più alta considerazione per la Corte Costituzionale e per l’esigenza che essa possa svolgere le proprie fondamentali funzioni nella pienezza della sua composizione”.
Poi l’ennesimo auspicio “che le sue nomine possano essere rapidamente seguite dall’elezione dei due Giudici Costituzionali di nomina parlamentare”.
Parole che non sorprendono, venerdì, infatti, aveva ribadito che “avrebbe scelto rapidamente”.
Ventiquattro ore dopo i due nuovi giudici.
Il più conosciuto e politicamente connotato è Nicolò Zanon, docente di diritto costituzionale, fino a settembre membro del Csm, in quota Pdl.
Ha fatto parte del comitato dei 35 saggi per le riforme voluto da Napolitano. È sempre stato favorevole a un giro di vite sulle intercettazioni e a una legge più severa sulla responsabilità civile dei magistrati.
Negli atti dell’inchiesta della procura di Milano sul caso Ruby è finito anche un bonifico di Silvio Berlusconi a Zanon, emesso da un conto gestito dal ragionier Giuseppe Spinelli: 24.960 euro versati nel marzo 2010, 4 mesi prima della sua elezione al Csm.
È lo stesso conto dal quale sono stati dispensati bonifici per diverse “olgettine”, tra cui Nicole Minetti e Alessandra Sorcinelli.
Quei soldi, per una consulenza, ha spiegato Zanon, sono stati regolarmente fatturati. Quando Berlusconi è stato condannato definitivamente per frode fiscale, ha scritto, insieme ad altri giuristi, per gli avvocati dell’ex premier, un parere sulla incostituzionalità della legge Severino, nel tentativo di evitargli la decadenza da senatore.
Da membro del Csm, nella guerra tra il procuratore Edmondo Bruti Liberati e l’aggiunto Alfredo Robledo, si è schiarato con il primo, in piena sintonia con Napolitano.
Insieme al collega Nello Nappi ha pure chiesto il trasferimento di Robledo.
Nel 2012, fu il promotore dell’apertura di una pratica contro l’allora procuratore generale di Caltanissetta Roberto Scarpinato in Prima commissione, quella competente sul trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale o funzionale.
Scarpinato, in occasione dell’anniversario della strage di via D’Amelio, aveva definito “imbarazzante” partecipare alle cerimonie ufficiali per la presenza “di personaggi la cui condotta di vita sembra essere la negazione” dei valori di giustizia e di legalità per i quali Borsellino si è fatto uccidere.
Per un’intervista al Mattino, nell’agosto 2013, è sempre Zanon, insieme ad altri laici del centro destra, a chiedere l’apertura di una pratica in Prima commissione contro Antonio Esposito, il presidente della sezione feriale della Cassazione che ha condannato definitivamente Berlusconi per frode fiscale.
Tre mesi prima, nel maggio 2013, quando il plenum del Csm approva quasi all’unanimità un documento in cui si chiede all’allora ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri di difendere i magistrati (c’era stato il comizio di Berlusconi a Brescia con pesanti insulti) Zanon vota contro: “Ho ritenuto che ilpressing nei confronti del ministro fosse inopportuno”.
L’altra scelta del presidente Napolitano è una giurista poco conosciuta a livello nazionale anche se con un lungo curriculum.
Daria De Pretis, seconda donna in Consulta insieme a Marta Cartabia, è rettore dell’Università di Trento.
Dal 2000 professore ordinario di diritto amministrativo sempre a Trento, titolare nella facoltà di Giurisprudenza, tra l’altro, di “Diritto processuale amministrativo” , “Diritto amministrativo dell’Unione europea e delle amministrazioni globali”.
È la moglie di Giovanni Kessler, magistrato, deputato Ds dal 2001 al 2006 e presidente del Consiglio autonomo della provincia di Trento dal 2008 al 2011. Attualmente è direttore dell’ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf).
Il suocero della neo giudice, Bruno Kessler, scomparso diversi anni fa, è stato parlamentare della Dc e sottosegretario all’Interno del governo Cossiga.
Antonella Mascali
(da “il Fatto Quotidiano“)
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