NEL LIBRO DI BRUNO VESPA, LA RICETTA DI ELLY SCHLEIN: “SE ASPETTIAMO DI STARCI TUTTI SIMPATICI, SARÀ DIFFICILE COSTRUIRE UN’ALTERNATIVA CREDIBILE A QUESTA DESTRA”
“NOI NON METTIAMO VETI. PRIMA DI ME CI SONO STATE NELLA SINISTRA DIVERGENZE D’OPINIONE E DIVISIONI. ADESSO STIAMO PROVANDO A METTERE IN FILA LE COSE CHE POSSIAMO FARE INSIEME: CHI CI STA CI STA”
Anticipazione del libro di Bruno Vespa “Hitler e Mussolini. L’idillio fatale che sconvolse il mondo”
Di Elly Schlein mi colpisce l’allegria «collaterale». Mi piace l’idea che guardi quel che succede ai margini della politica e quello che potrà accaderle domani o dopodomani, quando avrà giocato le sue carte per portare per la prima volta a palazzo Chigi una donna di sinistra-sinistra.
Mi piace l’idea che ami il ballo al punto da recuperare le puntate perse di «Ballando con le stelle» e che sogni di fare la regista nella sua vita futura. «Il servizio migliore che si possa fare alla politica e al paese è rimanere noi stessi, con i nostri interessi e le nostre passioni. Non bisogna perdere il contatto con la bellezza, l’arte, tutto quello che sta fuori della bolla della politica» mi dice.
E aggiunge: «Vede, io sono molto preoccupata per quanto è accaduto alle elezioni europee: serve a poco l’ottimo risultato del Pd, se più di metà degli elettori non è andata a votare. Per questo bisogna avere un ponte costante con quel che accade fuori». Per guardare con realismo a palazzo Chigi 2027, la Schlein deve costruire un campo che più largo non si può.
Solo mettendo insieme tutto ciò che non è maggioranza, l’opposizione diventa competitiva. Perciò, anche il 2-3 per cento di Italia Viva può essere determinante.
C’è una data simbolica, in questo senso: 17 luglio, L’Aquila, Partita del cuore a fini benefici della Nazionale politici contro la Nazionale cantanti. In campo, Elly Schlein, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli e Matteo Renzi
Ma Renzi non è un nome impronunciabile per la base del Pd? Non è quello della scissione eccetera eccetera?, chiedo alla Schlein. «Per noi le alleanze non si costruiscono da nome a nome,» risponde «anche perché, se aspettiamo di starci tutti simpatici, sarà difficile costruire un’alternativa credibile a questa destra.
Si costruiscono sui temi. Da quando sono segretaria non ho mai cambiato posizione, a prescindere da quello che accade negli altri partiti. Prima di me ci sono state nella sinistra divergenze d’opinione e divisioni. Adesso stiamo provando a mettere in fila le cose che possiamo fare insieme: chi ci sta ci sta.
Alla Festa dell’Unità di Reggio Emilia abbiamo lanciato le nostre 5 priorità per il paese: difesa della sanità pubblica, contro i tagli e la privatizzazione, e della scuola pubblica, vittima di una scarsissima attenzione da parte di questo governo. (Il diritto allo studio è la prima grande leva di emancipazione sociale delle persone.) Poi il lavoro. (Con il Movimento 5 Stelle e con l’Alleanza Verdi e Sinistra facciamo una battaglia comune per il salario minimo e anche per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.) E ancora, le battaglie per i diritti sociali e civili, e politiche industriali comuni per aumentare la produttività. Su questi 5 punti siamo certi si possano costruire convergenze con le altre forze politiche e sociali
Perseguiamo tutti i mezzi per battere le destre, che sono il nostro unico avversario.» Il problema è che, quando sente pronunciare il nome di Renzi, a Conte viene l’orticaria. A «Porta a porta» il 1° ottobre 2024 il professore le ha sparate grosse: «Ci siamo trovati Renzi in mezzo senza essere informati», «Renzi, una bomba a orologeria, mai al governo con lui», «Con Renzi è un pastrocchio, serve un’alternativa seria», «Alle regionali, dove c’è lui non ci siamo noi». Fino alla botta finale: «Il campo largo non esiste più»
La Schlein fa di tutto per ricucire e liquida seccamente la questione. «Rivendico di non aver mai utilizzato l’espressione “campo largo”, ereditata da fasi politiche precedenti. Capisco l’utile semplificazione dei media, ma a noi interessa costruire una coalizione progressista intorno a temi in cui quel che ci unisce sia maggiore di quel che ci divide Noi, di veti, non ne mettiamo, ma quando li mettono altri alleati, a noi che siamo la prima forza di opposizione spetta di fare delle scelte, e le abbiamo sempre fatte.
Del resto, sulle alleanze nei territori abbiamo sempre deciso insieme: a volte eravamo tutti, a volte no.» Ma certe differenze tra di voi sono forti, obietto. «Certo che ci sono le differenze. Altrimenti staremmo tutti nello stesso partito. Avvicinarsi e ascoltarsi è un’arte» risponde.
Con il M5S e con Alleanza Verdi e Sinistra vi siete divisi nella designazione dei componenti del nuovo consiglio d’amministrazione della Rai. Non è stato un errore far occupare a Verdi e Sinistra la vostra casella?, domando alla Schlein. «Da quando sono segretaria mi batto per una riforma che garantisca la qualità del servizio pubblico, oggi piegato a strumento di propaganda. Per questo le opposizioni erano unite nell’evitare di nominare un consiglio d’amministrazione con mandato triennale, visto che entro l’8 agosto 2025 deve essere recepito anche in Italia l’European Media Freedom Act, che richiede indipendenza della Rai dai partiti. Poi è andata come è andata, ma noi restiamo in commissione di vigilanza e accanto ai lavoratori.
(da agenzie)
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