NELLA TAGLIOLA C’E’ FINITO RENZI: E’ RISSA AL SENATO SULLA LEGGE TRUFFA
SEL NON RITIRA GLI EMENDAMENTI, IL PD VUOLE SCORPORARLI E L’OPPOSIZIONE INSORGE: “TRUFFATORI”…. SEDUTA SOSPESA
Dopo il fallimento di tutte le mediazioni per agevolare il dibattito sulle riforme costituzionali, bloccato da una parte da circa 8mila emendamenti e dall’altra dal contingentamento deciso dalla conferenza dei capigruppo del Senato, la discussione in Aula — a Palazzo Madama — è ricominciata con la votazione sugli emendamenti al testo uscito dalla commissione Affari costituzionali.
Sul primo voto segreto la questione si è fatta incandescente.
Oggetto dello scontro tra maggioranza e opposizione l’emendamento di Sel, a prima firma Loredana De Petris, che introduce il Senato elettivo prevedendo che “i membri delle due Camere sono eletti a suffragio universale”.
La senatrice del Pd, Rita Ghedini, ha chiesto il voto per parti separate e di votare prima l’emendamento 1.1713, sul quale c’è il parere favorevole del governo.
Dura la risposta di M5S e Sel: “E’ un trucco, un artificio per non fare il voto segreto”. L’assemblea recepisce la richiesta del Pd, quindi sarà messa a votazione prima la norma riformulata dai relatori Finocchiaro e Calderoli, “sull’equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza” in Parlamento.
Ma ormai è bagarre in Aula al Senato, al momento di votare, per parti separate, un emendamento di Sel che prevede l’elezione diretta del Senato.
Quando Grasso indice la votazione, che potrebbe avere l’effetto di precludere altri voti sul tema, l’opposizione insorge: “Non si può, non si può”, si sente urlare dai banchi M5S.
E Grasso sospende la seduta.
“Visto lo spacchettamento del mio emendamento, ritiro i miei emendamenti 1.29, 1.30, 1.31″. Lo annuncia in Aula al Senato Loredana De Petris, capogruppo di Sel. L’annuncio arriva poco prima del voto, per parti separate, della proposta di modifica 1.29 di Sel per il Senato elettivo.
Si passa così a un altro emendamento, che tuttavia contiene ancora l’elezione a suffragio universale del Parlamento. Ma anche su questo emendamento (1.28), il Pd chiede il voto per parti separate.
“Voterò in dissenso dal mio gruppo per difendere il principio dell’elezione universale e diretta delle due Camere”. Lo dichiara il senatore Pd Corradino Mineo nell’annunciare in Aula che voterà a favore dell’emendamento di Sel sull’elezione diretta del Senato.
“Non sarà una battaglia, faremo guerra quando calpestate la Costituzione”. Lo dice il senatore della Lega Sergio Divina in Aula al Senato. “Una parte soggiogata dal presidente del Consiglio vuole soltanto un Parlamento veloce. Noi non vogliamo un Parlamento veloce: vogliamo ancora un Parlamento libero”, proclama Divina.
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