NESSUNA “RIFORMA GELMINIâ€, E’ SOLO UNA INCAUTA MANOVRA FINANZIARIA
LA PROPOSTA DEL MAESTRO UNICO HA SOLO UNA MOTIVAZIONE: RIDURRE I COSTI… 87.000 INSEGNANTI E 47.000 AMMINISTRATIVI IN MENO CON UN RISPARMIO NEL 2013 DI 1.441 MILIONI…SOLO UNA PICCOLA PARTE DESTINATA AGLI STIPENDI DI UNA PICCOLA PARTE DI DOCENTI E PURE TRA 4 ANNI, QUANDO SARA’ CAMBIATO IL GOVERNO… E QUESTA SAREBBE UNA COSA SERIA? …NON ERA BERLUSCONI CHE AVEVA ANNUNCIATO, AI TEMPI DELLA MORATTI, LA NECESSITA’ DI INVESTIRE 10 MILIARDI NELLA SCUOLA?
Proprio perchè è un argomento che sta diventando pericoloso per il Centrodestra, non possiamo sottrarci ad una analisi approfondita delle tante verità che circolano, in completa antitesi, da destra a sinistra, sul tema “riforma Gelmini”. Ovviamente esaminiamo i fatti senza paraocchi come sempre. Partiamo dalle origini: la Gelmini, appena insediata, una cosa giusta l’aveva detta: è una vergogna che i docenti in Italia guadagnino la metà di quelli degli altri paesi europei.
Va da Tremonti e bussa a quattrini, risposta “se vuoi qualche euro, trovalo nel tuo bilancio, qua non ne abbiamo, anzi tagliamo anche i tuoi”.
A quel punto la Gelmini comincia a dire a ogni telecamera che inquadrano il suo sguardo sofferente “Non è possibile che il 96% del bilancio del mio ministero vada in stipendi”, come se per migliaia di Enti locali non fosse la stessa cosa. E parte l’idea boomerang.
Basta ridurre gli insegnanti e gli applicati e qualcosa si rimedia: se avanza qualche briciola, tra 4 anni ( tanto non ci saremo più, quindi promettere è facile) diciamo che daremo 5.000 euro una tantum a un terzo dei docenti.
Poi promettiamo qualche lavagna elettronica che fa chic (necessarie solo a chi le vende?) e ripristiniamo il 5 in condotta e l’uso del grembiule che distrae l’opinione pubblica.
Sul maestro unico (divenuto ieri “prevalente”) esistono teorie pedagogiche diverse, quindi basta sostenerne una parte e il gioco è fatto.
A questo punto la poveretta, uno dei tanti ministri che riveste un ruolo sapendo solo ripetere tutti i giorni il solito discorsetto preparato, fa il giro dei media e punta su alcune cose buone ( maggiore severità nel giudizio scolastico) e si inceppa paurosamente sul maestro unico, prima sostenendo che bisogna tagliare 87.000 posti, poi che nessuno sarebbe stato licenziato, poi che il tempio pieno è garantito.
Alla fine ci mette il carico da 90 di autolesionismo pure il premier che annuncia che il tempo pieno aumenterà del 50%, perchè gli insegnanti che “risparmieremo il mattino” li occuperemo il pomeriggio. Cerchiamo di spiegare meglio.
Dice la Gelmini: non taglieremo nessun docente, perchè nella Pubblica Amministrazione non è possibile, è solo propaganda delle sinistre. E’ vero, ma si gioca sull’ambiguità della frase. Il 10% di docenti non è di ruolo, ma sono necessari e quindi da anni si vedono rinnovati gli incarichi annuali. Se tagli questi, per capirci, puoi dire che non sono dipendenti fissi, ma dici una bugia enorme se non dici che insegnano da anni anche loro.
In ogni caso non si è mai visto un ministro definire “stipendificio” la scuola pubblica: o è ignorante o ha fatto un grosso errore politico per due ragioni.
Primo, perchè ha generalizzato, mortificando la categoria che dovrebbe tutelare.
Secondo, perchè dovrebbe prima guardare a casa sua, tra portaborse e consulenti politici. Per non dimenticare il suo esame di Stato dato a Catanzaro dove lo stipendificio era assicurato…allora tanto schifo forse non le faceva…
Passiamo al tempo pieno. Il tempo pieno dipende, da che logica è logica, dagli organici disponibili: lo dice la matematica, se diminuiscono gli organici diminuirà il tempo pieno, altro che aumentare del 50%. Per mantenerlo fermo bisognerebbe riconfermare gli incaricati annuali e allora verrebbe meno il taglio sulle spese, da qui non si esce. Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca ( i proverbi di Di Pietro stanno condizionando i nostri articoli…).
Non a caso è anche già prevista dalla Gelmini una riduzione delle ore di lezione alle superiori ( 4 alla settimana). Non a caso c’e’ stato un duro scontro con le Regioni ( sia di destra che di sinistra) per il progetto di innalzamento del numero minimo di alunni per giustificare una classe, che vorrà dire chiudere tante scuole di montagna e far fare anche 40 km allo scuolabus per portare in classe un alunno. E per la chiusura annunciata delle scuole con meno di 50 studenti e l’accorpamento di quelle con meno di 300 alunni.
Le Regioni si troveranno a dover far fronte con ulteriori mezzi finanziari ai tagli decisi dallo Stato e ovviamente ne hanno le scatole piene, anche perchè poi la faccia devono mettercela loro sul territorio. C’è chi l’ha capito e protesta, chi di questo argomento ne ha capito poco ( vedi Cota e Maccanti della Lega), ma se ne accorgeranno quando sentiranno gli urlacci dei loro elettori.
Una postilla politica: d’accordo che gli insegnanti, per il 70% votano a sinistra, ma pensate che il Centrodestra con questa misura pseudoriforma non si sia perso la stima di una buona parte del 30% che lo vota? Se lo pensate vuol dire che non avete il polso della scuola italiana.
Sono pure in prevalenza meridionali quelli che votano centrodestra, sarebbero quelli che nella demenza senile leghista ruberebbero il posto al nord ( peccato che prendano invece posti dove in graduatoria non c’e’ nessun padano, perchè questi ha altro da fare di più remunerativo).
Insomma, una operazione già disastrosa nei contenuti, aggravata dalla insurrezione dei docenti che tutelano il loro posto di lavoro, cavalcata dalla sinistra e ora infiammata dalla contestazione studentesca.
Verrebbe da dire: ma vi siete messi in tanti per elaborare una cosi intelligente operazione? Avete dato alla Sinistra un antidoto per resuscitare dal loculo…non era facile, ma ci diete riusciti. Complimenti…
Vi consiglieremmo di cambiare idea e semplicemente aspettare i pensionamenti per graduare i tagli. Non licenziate nessuno, non è il momento: il popolo italiano è fatto anche di gente che non pranza gratis o quasi al ristorante della Camera, ma di persone che purtroppo hanno anch’esse il vizio di mangiare e di dar da mangiare ai propri figli.
Ultima annotazione: quello che andreste a risparmiare coi tagli alla scuola in 5 anni, lo potreste risparmiare semplicemente disponendo il taglio di tutte le consulenze esterne che, dai ministeri ai comuni e alle regioni, date agli amici degli amici…
Chiaro, hombres?
Leave a Reply