NIENTE AVVERSARI E ARBITRO UNICO: CHE BELLO VINCERE
E’ TEMPO DI ALLEARSI CON GLI AVVERSARI, BASTA CAMPANILISMI
Allarme! Una nuova squadra si è iscritta alla serie A. Non è stata promossa dalla B. Ha vinto solo il campionato dilettanti di Firenze, ma il presidente giura che la maggioranza degli italiani tifa per lui.
Autocertifica che lui è bravo. Anzi, il migliore. Addirittura l’unico.
La squadra? Basta con i Pirlo. Servono giovani, meglio se non sanno una mazza di pallone (anzi, se magari non hanno mai fatto un fico).
L’essenziale è l’entusiasmo. E la fedeltà al presidente.
Lui ha capito come gira. Per essere sicuro di vincere si è alleato con le squadre avversarie.
Non importa che i tifosi non lo sapessero, che già si preparassero per il derby. Curva contro curva? Roba superata. Basta con le rivalità , con i campanilismi. È tempo di pacificazione .
Bianconeri, rossoneri, rossoblù, giocheranno tutti insieme. Fanno più colore tutte le maglie confuse. E poi cheppalle i campi vuoti, le partite piene di tempi morti.
La nuova squadra avrà 3 portieri, 16 difensori e 28 attaccanti.
Gli avversari? Sono passati quasi tutti in questa metà del campo.
A difendere l’altra porta sono rimasti i soliti rancorosi, quelli che vogliono per forza essere divisi, che difendono bandiere superate, che odiano lo spettacolo. La gioia, il divertimento.
I gol, ecco il senso del calcio, non importa chi li segna. Evviva il fuorigioco!
Ma il regolamento? Non è un problema.
Il presidente si è messo d’accordo con il proprietario dell’ex club avversario, sì, quello condannato per frode fiscale, accusato di truccare le partite. Acqua passata, bisogna perdonare.
E poi anche lui è simpatico e gli piace la figa. Che non guasta. Più allegria, più folklore, più tette per tutti.
È deciso: da oggi se vinci una partita ti porti a casa il campionato.
Scegli i guardialinee, i giudici della Federazione. Magari i direttori della Domenica Sportiva.
I tifosi? Si convinceranno, e poi cambieranno casacca. Non c’è gusto a tenere per chi perde.
Ci sarebbe un ostacolo: l’arbitro. Ma non è un problema. Ha novant’anni, da cinquanta non esce dal campo, ma giura di sgambettare come un ragazzino. Comunque le azioni gliele racconta il presidente.
E in ogni caso l’arbitro ha già deciso: basta con la difesa, con i portieri. Non sono sportivi.
Tolgono entusiasmo, ci fanno perdere la Champions, l’Europa.
Siete terrorizzati? Siete pronti a mollare l’ombrellone per scendere in piazza? Tranquilli. Scherzavamo.
È solo il primo ministro che non è mai stato votato, che non aveva detto di voler cambiare le regole della democrazia.
Che aveva giurato di essere avversario di Berlusconi e invece ci si è alleato.
È solo il presidente della Repubblica e non l’arbitro Rizzoli che è sceso in campo per ammonire gli avversari.
Non parlavamo del regolamento Figc, ma della Costituzione.
In gioco non è il campionato, ma la vostra vita.
Tranquilli.
Ferruccio Sansa
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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