NIENTE LISTA CINQUESTELLE IN SARDEGNA: GRILLO HA PAURA DEL FLOP E NON CONCEDE IL SIMBOLO
PARTITO IN PREDA ALLE BEGHE INTERNE: NEL TIMORE CHE UN RISULTATO NEGATIVO POSSA RIPERCUOTERSI SULLE EUROPEE, GRILLO SCARICA I SARDI CHE DA OGGI VALGONO MENO DI UNO
Nulla è servito. Non gli scioperi della fame, non l’intervento di due parlamentari, la deputata Emanuela Corda e la senatrice Manuela Serra, non la riunione fiume a Riola Sardo, Oristano, di ieri, non i tanti messaggi che stanno riempiendo i canali Facebook del M5S di militanti che chiedono di risolvere l’impasse.
Beppe Grillo sembra essere intenzionato a non concedere l’uso del simbolo del Movimento per le elezioni regionali in Sardegna. I termini scadono stasera alle 20, finora sono 21 i simboli presentati e quello del M5S non c’è.
La conferma di quanto si sta profilando — Sardegna senza il Movimento sulla scheda, che alle Politiche del 2013 era stato il partito più votato con il 29,68 per cento — arriva proprio dalla deputata Corda, che sulla pagina Facebook del Meetup in Sardegna pochi minuti fa ha scritto un post di sfogo per spiegare come stanno andando le cose. “Il nostro tempo — dice la deputata Corda — è scaduto e bisogna farsene una ragione. Ieri (alla riunione a Riola, ndr) abbiamo semplicemente voluto dimostrare a noi stessi che sappiamo veramente andare ‘oltre’. In parte ci siamo riusciti, in parte no. Noi non presenteremo alcuna lista, perchè non siamo ancora pronti per farlo. Quando avremo un metodo definito e regole certe condivise, arriverà il nostro momento”.
Il problema è che le modalità di selezione delle candidature, secondo il Movimento, non sono compatibili con le regole del “nonStatuto”.
Già nell’ottobre scorso una nota del M5S aveva denunciato il “tentativo, da parte di alcuni attivisti del Movimento 5 Stelle, di voler selezione possibili candidati per le prossime elezioni regionali con modalità che non trovano l’accordo e la condivisione della gran parte del Movimento stesso”.
Modalità che, scriveva il M5S in un comunicato, “non sarebbero alcuna garanzia di veridicità e di rappresentatività ”.
Il resoconto della riunione organizzata a Riola, con l’obiettivo di proporre una lista con i nomi da candidare, scritto su Facebook dalla Corda, è abbastanza impietoso. “Considero positivo il fatto di essere riusciti ad incontrarci ieri sera, per discutere anche della lista. Devo purtroppo confessarvi che ci sono stati momenti nei quali avrei voluto andar via e abbandonare il tavolo. Temo che alcuni abbiano scambiato il Movimento per uno sfogatoio dove poter fare il proprio comodo, senza curarsi del fatto che in certi contesti, occorra rispettare delle elementari regole di buona educazione. Questo non è tollerabile in alcun contesto e nulla giustifica reazioni scomposte o prevaricazione gratuita”.
Le ultime vicende del M5S in Sardegna hanno in effetti dell’incredibile.
Non c’è alcuna ragionevole proporzione tra le divisioni tra i “grillini” sardi (divisioni peraltro originate dalla fragile struttura organizzativa che il leader ha dato al suo movimento) e la decisione di non presentarsi alle Regionali.
Negando il simbolo, Grillo si assume la responsabilità di disperdere un enorme patrimonio di consenso: quasi il 30 per cento alle Politiche.
Certo, alle amministrative il M5S è più debole, perchè il voto di opinione si affievolisce.
Ma anche facendo la tara più severa, si stima almeno un 10-15 per cento, cioè una quantità di voti idonea a modificare in un senso o nell’altro il risultato elettorale.
E a garantire con certezza una pattuglia di consiglieri regionali.
Ma qualcuno ha compreso le vere ragioni che hanno indotto il capo supremo a disinteressarsi delle Regionali.
Secondo i conoscitori delle dinamiche del Movimento 5 Stelle, confermate da fonti interne, Grillo ha deciso di puntare tutto sulle Europee che si terranno nel prossimo giugno.
E le divisioni dei suoi sostenitori isolani (unite probabilmente alla presenza di un competitor temibile come Sardegna Possibile) l’avrebbero indotto a scegliere la defezione piuttosto che rischiare un risultato mediocre, cattivo viatico verso le elezioni per il Parlamento di Strasburgo.
In parole povere, le ambizioni, i sogni, le elaborazioni, i programmi, dei militanti sardi sono stati buttati via, come carta straccia, in nome dell’interesse superiore dell’organizzazione e del “piano rivoluzionario” del leader.
Uno forse vale più di “meno uno” ?
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