NO VAX, SI’ FARMACI: CHE INTERESSI SI CELANO DIETRO LE POSIZIONI DI DJOKOVIC, PRINCIPALE AZIONISTA DI UNA AZIENDA DANESE CHE CERCA CURE ALTERNATIVE AL VACCINO?
QUANTBIORES STAREBBE STUDIANDO UN METODO DI DEATTIVAZIONE DEL COVID
È attesa per domani, 10 gennaio, la decisione del giudice Anthony Kelly sull’espulsione dal territorio australiano del tennista serbo Novak Djokovic.
Nel frattempo, da un’inchiesta del Sole 24 Ore, è emerso che Djokovic risulta essere proprietario e principale azionista della start-up QuantBioRes, una società di ricerca scientifica fondata il 3 giugno 2020 e che si occupa, secondo quanto riportato sul sito ufficiale dell’azienda, di «cure e trattamenti contro la batterio resistenza e contro i retrovirus», tra cui il Covid-19.
La start-up starebbe infatti studiando un metodo di «deattivazione» del Sars-CoV-2. L’azienda, in sostanza, starebbe studiando delle “cure alternative” al vaccino anti-Covid. Le posizioni No vax del tennista serbo potrebbero dunque celare degli interessi economici favorevoli alla start-up da lui fondata e di cui è il principale azionista.
Nel frattempo, nella battaglia legale per la revoca del visto di ingresso in Australia tra autorità australiane e Djokovic, tra le carte di ricorso presentate dai legali del tennista si legge: «La data di registrazione del primo test Covid positivo è il 16 dicembre 2021». Tuttavia, ci sono due elementi che sembrano non supportare la tesi degli avvocati. Nella lettera inviata il 7 dicembre dalla Federazione australiana di tennis, il termine per presentare la richiesta di esenzione medica era fissato per lo scorso 10 dicembre, ossia sei giorni prima della positività di Djokovic certificata dai suoi legali. A questo elemento si aggiungono poi le immagini, presenti anche sui profili social del tennista serbo, dove Djokovic è stato immortalato mentre partecipava a diversi eventi pubblici proprio tra il 16 e il 17 dicembre, ossia quando era risultato positivo al Covid, secondo le carte dei suoi legali.
(da agenzie)
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