“NON CI DEVONO ESSERE DANNI PER ENTRAMBI”: NELLE TELEFONATE GUIDI E GEMELLI TEMONO “CONSEGUENZE POLITICHE” PER LEI
I TIMORI DEL MINISTRO, LA PAURA DELL’INCHIESTA: MA IL GOVERNO SAPEVA QUALCOSA?
Federica Guidi aveva il timore delle conseguenze politiche della sua azione a favore di Gianluca Gemelli.
Lo si evince dalle telefonate dell’ex ministro dello Sviluppo economico con il compagno, colloqui in cui Gemelli “rimproverava al ministro di non avergli dato il supporto richiesto”, ma anche altri in cui i due sembrano sapere dell’inchiesta a carico di Gemelli e fanno riferimento alle possibili “conseguenze politiche indirette” per il ministro.
Intercettazioni che risalgono a gennaio scorso e che non chiariscono se il Governo fosse a conoscenza dei timori di Federica Guidi e del possibile conflitto di interessi in capo alla sua persona.
“Sta circolando corrispondenza interna, dove si dice che la persona interverrà a nostro favore verso Total”. La ‘persona’ in questione è l’ormai ex ministro Federica Guidi e a parlare del suo interessamento verso l’azienda petrolifera per la questione di Tempa Rossa è uno dei protagonisti della vicenda, Franco Broggi, dirigente di Tecnimont, la società che ha concesso in subappalto dei lavori per 2,5 milioni al compagno del ministro, Gianluca Gemelli. Broggi fa riferimento ad un incontro tra Guidi e uno dei rappresentanti dell’azienda; un incontro fondamentale per lo stesso Broggi visto che giorni prima, in una telefonata intercettata proprio con Gemelli – in cui quest’ultimo era interessato ad un affare nel quale il dirigente avrebbe potuto intervenire – diceva al compagno del ministro: “si non ti preoccupare, tu fai. Se c’è quell’incontro a breve, tra chi tu sai e chi tu sai…tutto si fa nella vita”.
Gemelli rispondeva così: “tu sei un mafioso siciliano”.
Di quell’incontro, però, il compagno del ministro afferma di non aver saputo nulla visto che quando Broggi gli racconta l’esito, rimane sorpreso.
“Io di sto fatto dell’incontro, quella…non me l’ha detto”.
Il tema dell’interessamento del ministro sulla vicenda torna in diverse telefonate tra la stessa Guidi e il compagno, riportate nelle informative agli atti dell’inchiesta di Potenza.
Gli investigatori annotano ad esempio due telefonate nelle quali Gemelli “rimproverava al ministro di non avergli dato il supporto richiesto”, “di non averlo agevolato in generale nella conclusione dei suoi affari” e di “non avergli procurato contatti utili in riferimento ai risultati non positivi che la Guidi aveva ottenuto in occasione di un incontro a Torino”.
‘NON DEVONO ESSERCI DANNI’
Altre due telefonate significative tra Guidi e il compagno sono quelle del 22/23 gennaio 2015.
I due sembrano sapere dell’inchiesta e affrontano la questione dei “problemi – scrivono gli investigatori – cui si era esposto il Gemelli proprio in relazione agli affari intrapresi a Corleto e alle possibili indagini che lo avrebbero riguardato”.
Sia il ministro sia il compagno fanno “espliciti riferimenti al probabile coinvolgimento del Gemelli in una certa vicenda ed alla possibilità di conseguenze politiche indirette anche per lo stesso ministro”.
Ad un certo punto Guidi dice al compagno: “non ci devono essere danni per entrambi”. Il giorno successivo è ancora Guidi a chiedere se Gemelli “stesse andando ad acquisire notizie sulla vicenda” e ad informarsi su eventuali assunzioni: “hai preso gente del posto?”.
Gemelli risponde di si e poi aggiunge: “comunque la cosa su cui devi stare più che tranquilla è che è tutto ipertrasparente, tutto antecedente, quindi non…cioè tu mi hai detto ‘non lo trovo una cosa seria farlo’ e basta, e io non la faccio stop'”.
A quel punto il ministro stoppava la conversazione: “però adesso basta dai…non stiamo qui a parlarne adesso”.
‘A ME BRUCIA L’ORECCHIO’
La paura delle intercettazioni torna una settimana dopo, ma stavolta è Gemelli a mostrarsi preoccupato.
Guidi racconta dei problemi “per quella roba lì su Total e Tecnimont’, facendo esplicito riferimento ad un colloquio richiestole da entrambe le aziende e di una lettera formale nella quale Tecnimont chiede di tutelarla di fronte a Total, in quanto azienda italiana.
“Non mi interessano queste cose qua – risponde Gemelli – io già sto facendo che non lavoro dove ci sei tu, basta, non me le raccontare, non mi interessano, punto, basta…non ne voglio sapere proprio, non so come dirtelo”. Il ministro sembra non capire: “ma sei normale, oppure ogni tanto ti…?”.
Nella successiva telefonata allora Gemelli è più esplicito. Appena lei nomina Tecnimont, infatti, reagisce così: “a me mi brucia l’orecchio con il telefono!”
FACCIAMO UN PO DI SHOW
il 28 ottobre del 2014, pochi giorni prima del convegno a Roma in cui ha invitato i vertici di Total e Tecnimont, Gemelli chiama la compagna. “Allora guarda che io vengo al convegno…ho inviato anche il numero due di Total, l’ho fatto invitare… e me lo faccio sedere vicino così facciamo un pò di show”.
Il convegno va benissimo tanto che Gemelli se ne vanta con il suo socio, Salvatore Lanzieri. “C’erano questi qua di Total…ringraziamenti, alliccamenti che non ti dico, questi ce li abbiamo, ce li abbiamo, cioè secondo me abbiamo un rapporto molto forte, il rapporto è buono hai capito?”.
E in un’altra telefonata, sempre con Lanzieri: “dai che sta andando come volevano noi, perfetto!…gioia mi pare che stiamo andando nella direzione giusta dai!…”.
‘LA DOLCE META’ E LA SHELL”
Guidi, stando a quanto rivela il compagno in una telefonata con l’imprenditore Pasquale Criscuolo, avrebbe interceduto per lui anche nei confronti della Shell. “Mi ha appena chiamato la mia dolce metà – dice Gemelli – mi diceva che è stata a colloquio con Brun (Marco Brun, Ad di Shell Italia, ndr)…e gli ha parlato di te…mi dice muoviti con Brun attraverso Pasquale…quindi se riusciamo ad organizzare un appuntamento per la prossima settimana ci andiamo a trovarlo”.
Più tardi Gemelli gli invia un sms: “se riesci fagli capire anche chi sono”.
(da “Huffingtonpost”)
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