NOVE RECUPERATI, CINQUE VITTIME, VENTITRE’ DISPERSI. I SOCCORRITORI: “SENTIAMO ALTRI RUMORI”
SMENTITA LA PRESENZA DEI DUE VIVI DA SALVARE, SI SCAVA SENZA TREGUA
Nove persone salvate, cinque vittime e 23 dispersi. E’ questa per ora la situazione dei soccorsi all’hotel Rigopiano a quasi tre giorni dalla valanga che ha travolto l’albergo. La Protezione civile ha corretto le ultime dichiarazioni: non sono state individuate (al momento) persone vive da estrarre dalle macerie della valanga che ha travolto l’albergo.
Cresce il bilancio dei salvati, ma aumenta anche quello delle vittime. I soccorsi vanno avanti in condizioni proibitive, mentre sulla zona ha iniziato anche a piovere leggermente.
IL BILANCIO UFFICIALE
I soccorritori hanno estratto nella notte due donne e due uomini feriti ma vivi, che si aggiungono ai quattro bambini e alla donna recuperati venerdì mattina.
Si tratta di Gianfilippo e Ludovica Parete, i due figli dello chef pescarese ospite dell’hotel, Giampiero Parete, il 38enne che si è salvato subito dalla slavina con il manutentore Fabio Salzetta, ed è riuscito a dare l’allarme. Anche la moglie Adriana Vercerao è stata estratta viva dalle macerie.
A questi vanno aggiunti altri due bambini: Samuel Di Michelangelo (per ora nessuna notizia dei suoi genitori Domenico Di Michelangelo e Marina Serraiocco, dati per vivi dal sindaco di Osimo, che poi si è scusato) e Edoardo Di Carlo.
Poi c’è un gruppo di quattro persone individuate nella tarda serata di venerdì e salvati nella notte.
Si tratta di Vincenzo Forti con la fidanzata Giorgia Galassi, Francesca Bronzi e Giampaolo Matrone.
Quest’ultimo è stato sottoposto ad un intervento chirurgico ad un braccio. Il 34enne, residente in provincia di Roma è stato ora trasferito nell’Unità Operativa di Rianimazione del “Santo Spirito”. Le sue condizioni, come hanno riferito i medici, sono discrete.
Matrone ha raccontanto di essere stato mano nella mano con la moglie, Valentina Cicioni, fino a quando i vigili del fuoco lo hanno salvato.
“Le stringevo la mano e le parlavo per tenerla sveglia perchè volevo che rimanesse sempre vigile. La chiamavo, poi a un certo punto non l’ho sentita più e ho capito che mi stava lasciando”.
Vicino a lui, Matrone ha raccontato di un’altra donna che non dava segnali di vita.
Nel gruppo delle cinque persone salvate c’era, secondo quanto riferito dai soccorritori ieri sera, Stefano Feniello, fidanzato di Francesca Bronzi.
Ma di lui non si sa ancora nulla di certo, mentre la ragazza è ricoverata insieme agli altri nell’ospedale di Pescara.
Le condizioni dei superstiti sono definite “buone” dal direttore sanitario dell’ospedale di Pescara, Rossano Di Luzio. Solo uno è in sala operatoria per un intervento chirurgico al braccio destro. Anche i quattro bambini salvati dalle macerie “stanno bene” e non starebbero soffrendo le conseguenze dell’ipotermia, dice ancora Di Luzio. Certo, precisa il sanitario, il loro è “lo stato d’animo di chi ha vissuto un dramma ed è stato in condizioni precarie per molte ore”.
Per quanto riguarda le vittime il bilancio ufficiale, come detto sopra, è salito a cinque: tre uomini e due donne.
Il cadavere di un uomo è stato recuperato dai soccorritori sotto le macerie dell’albergo di Rigopiano. Si tratta del terzo corpo senza vita estratto tra la notte e stamani. I due morti accertati sono Gabriele D’Angelo e Alessandro Giancaterino, entrambi camerieri dell’hotel. La morte di Gabriele, volontario della locale Croce rossa, ha sconvolto diversi soccorritori presenti nel centro di coordinamento allestito al Palazzetto dello Sport di Penne.
Gli amici, in lacrime, si sono abbracciati per darsi conforto.
I dispersi.
Sono 23 le persone ancora disperse all’hotel Rigopiano. Lo rende noto la Prefettura di Pescara. Questa cifra, viene specificato, deriva dal numero di persone “risultanti dalla lista ufficiale degli ospiti della struttura e da altre segnalazioni, comunque ricevute e la cui composizione e soggetta a continue verifiche. Come successo in altri eventi, ad esempio – spiega la prefettura – persone considerate disperse in base a una segnalazione e risultanti in un elenco, sono state ritrovate altrove e senza essere state coinvolte”.
I SOCCORSI
Intanto sono state individuati altri suoni provenire dall’inferno gelato della struttura collassata sotto il peso della slavina: “Abbiamo altri segnali da sotto la neve e le macerie, stiamo verificando. Potrebbero essere persone vive, ma anche le strutture dell’albergo che si muovono sotto il peso della neve”, dice il dirigente dei vigili del fuoco Alberto Maiolo al centro operativo di Penne, in un aggiornamento sulle ricerche dei dispersi all’hotel Rigopiano.
“Vista la situazione, già avere estratto diverse persone vive è una grossa soddisfazione – ha aggiunto Maiolo – Dobbiamo muoverci con molta cautela perchè lo stato dei luoghi è pericoloso anche per noi”.
I soccorritori ribadiscono che si è di fronte ad una situazione “non semplice, si lavora all’interno di un edificio che è crollato, dove è diventato complicato orientarsi. Si avanza ma con molta, molta cautela. Ci rendiamo conto che questa cautela rallenta le operazioni di ricerca e recupero ma è assolutamente necessario procedere in questo modo, non si può rischiare altro ancora”.
L’INCHIESTA
Il procuratore aggiunto di Pescara, Cerisina Tedeschini, e il sostituto Andrea Papalia stanno raggiungendo l’hotel, accompagnati dai carabinieri forestali, per un sopralluogo. I magistrati hanno aperto un’inchiesta, al momento senza indagati, per i reati di omicidio plurimo colposo e disastro colposo.
Ieri erano stati sequestrati alcuni documenti in Provincia e in Prefettura: tra questi il Piano neve dell’ente e i bollettini meteo degli ultimi giorni. Nella stessa giornata era emerso che una turbina della Provincia era fuori uso. Sempre ieri, i magistrati avevano ascoltato diverse persone in qualità di testimoni.
La testimonianza.
“Ho cercato di chiamare qualcuno fino a quando ha fatto buio. Ma nessuno rispondeva. Poi ha continuato a nevicare, è venuto giù un altro mezzo metro di neve. Era troppo rischioso rimanere là “.
Fabio Salzetta, il manutentore dell’hotel Rigopiano, racconta per la prima volta i momenti maledetti della tragedia. “Erano tutti raggruppati nella speranza di andarsene ma non avevamo paura, nessuno si immaginava che potesse succedere una cosa così”. Ma cosa ricorda? “Neve, neve e basta”.
MALTEMPO
“Il cielo è coperto e pioviggina, c’è foschia, però noi lavoriamo e cercheremo di operare con gli elicotteri se le condizioni meteo lo permetteranno: lavoreremo finantochè non saremo sicuri di aver estratto tutte le persone”, dice Alberto Maiolo dei vigili del fuoco, presso il centro di coordinamento ricerche di Penne, a 10 chilometri dall’hotel Rigopiano.
IL METEO
Ma la possente macchina dei soccorsi non si ferma nella ricerca dei dispersi ospiti dell’hotel Rigopiano, nonostante il pericolo di nuove slavine che, come dicono gli esperti, non è da escludere. Si lavora incessantemente dalla notte tra mercoledì e giovedì scorsi ed è una lotta contro il tempo per trarre in salvo altre vite umane. Tra Soccorso alpino, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Carabinieri e Polizia, tutti presenti con squadre speciali, gli operatori impegnati nelle non facili ricerche sono oltre 500.
I ringraziamenti.
“Grazie di cuore a tutti, un abbraccio”. Così Giampiero Parete ha risposto su Fb alle centinaia di messaggi di conoscenti e amici ma anche di sconosciuti che continuano ad arrivare sul suo profilo Fb dopo che i soccorritori sono riusciti a salvare sua moglie e i due figli dalle macerie dell’hotel Rigopiano.
“Ciao zio”. Sono le prime parole che Samuel Di Michelangelo, 7 anni, ha detto allo zio Alessandro, agente della Digos di Chieti, che ieri l’ha scortato con i soccorritori nell’ospedale di Pescara.
“Gli ho chiesto ‘vengono mamma e papà ?’ – racconta l’agente – e lui ha fatto sì con la testa. Ma gli psicologi mi hanno subito bloccato, e spiegato che i bambini sotto shock possono annullare uno spazio temporale nella loro memoria”.
“Samuel ha trascorso la notte nell’ospedale di Pescara accanto alla nonna materna, sedato, e sotto la stretta tutela degli psicologi – ha aggiunto lo zio del bimbo – I medici ci hanno spiegato come comportarci: non dobbiamo fare alcun riferimento specifico alla tragedia, ma lasciare che sia il bambino a raccontare i fatti”.
“Mio fratello e mia cognata non compaiono nella lista dei superstiti, ma so che i soccorritori continuano a scavare, e voglio continuare a sperare: Domenico e la moglie erano, sono, molto apprensivi con il figlio, ‘non andare lì, stai attento, non ti muovere’, spero che anche in quei momenti fossero vicini al bambino”.
(da “La Repubblica”)
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