NUOVO PONTE DI GENOVA: DUBBI DEI TECNICI SULLA SUA SICUREZZA
LE PERPLESSITA’ DEL CONSIGLIO SUPERIORE DEI LAVORI PUBBLICI E DI ALTRI ESPERTI SU RAGGI DI CURVATURA, SICUREZZA E ASPETTI IDRAULICI
Raggi di curvatura, sicurezza, carattere idraulico dell’opera.
Sono di diverso ordine le perplessità sollevate dal parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici che, lo scorso marzo, si è espresso sul progetto del Ponte sul Polcevera, firmato Renzo Piano e affidato alla cordata Salini Impregilo con Fincantieri e Italferr per 202 milioni di euro.
Il Consiglio ha reso noto il dettaglio del parere lo scorso 11 giugno. Un parere non vincolante, richiesto dal Commissario per la ricostruzione Marco Bucci; esso non rilascia semafori verdi e prescrizioni da seguire, visto il quadro giuridico entro cui la struttura commissariale nominata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri agisce, ovvero lo spazio di manovra di deroga rispetto ai comuni iter delle grandi opere pubbliche.
Tuttavia, le 86 pagine sollevano più di un problematica sul progetto della ricostruzione del Morandi.
“In primis devo dire che vi è un vincolo che forse viene sottovalutato- dice Alberto Prestininzi, professore di geologia e rischio idrogeologico all’Università La Sapienza e membro del Consiglio superiore dei lavori pubblici- ovvero che la nuova opera, per come nasce giuridicamente, deve seguire il vincolo dell’ex Ponte Morandi e si configura al netto di una variante. Questo ha una serie di ricadute e conseguenze: innanzitutto le limitazioni geometriche sconfigurano in un adeguamento di una strada esistente. Per esempio, il Consiglio ha fatto notare che, per la carreggiata est della nuova opera, i raggi di curvatura non rispettano le nuove norme e potrebbero portare conseguenze sulla sicurezza. Anche nella carreggiata ovest si sono notati dei numeri che non rispettano la normativa. Le osservazioni del Consiglio devono essere inquadrate alla luce del vincolo giuridico della variante, quindi, in realtà , il vero tema è come adeguare le nuove norme, ad un’opera che rientra nel quadro della variante. Uno dei rimedi può essere la riduzione della velocità che attenuerebbe il pericolo derivante da questi raggi di curvatura”.
Secondo il nuovo progetto, infatti, il Ponte sul Polcevera nascerà con delle limitazioni di velocità in origine, proprio per questi aspetti che riguardano sicurezza e visibilità .
“Altro punto- continua Prestininzi- è il carattere idraulico dell’opera. La posizione dei piloni per bypassare il Polcevera non risponde a quello che chiede la normativa e c’è un rischio allagamento che abbiamo segnalato nella nostra relazione. In genere, per il consiglio, la possibilità di esprimere un parere arriva prima delle gare e dei contratti d’appalto per il consiglio; in questo caso è stato chiesto a contratti già firmati, quindi non c’era alcun reale spazio di suggerimento. Con il decreto legge e la legge successiva il Governo ha “ingessato” questa operazione nelle modalità ”.
Anche per altri esperti che hanno letto il parere, si evincono criticità .
“Ho letto la relazione- spiega all’Huffpost Enzo Siviero docente di Teoria e progetto di ponti all’Università di Venezia- e devo dire che il problema delle carreggiate e dei raggi di curvatura, rende una delle criticità più rilevanti: un ponte che nasce con delle limitazioni di velocità . Questo significa, banalmente, che un ipotetico incidente, nel tratto non a norma, verrebbe giudicato dai magistrati non certo considerando le deroga che ha permesso questo. Non solo. Riscontro un’altra considerazione interessante nel parere, quella sulle luci delle campate del futuro Ponte sul Polcevera. Il Consiglio Superiore ha suggerito di attenersi alla distanza di 100 metri, l’una dall’altra. Si è scelto di porle distanti 50 metri, una motivazione ben più architettonica che ingegneristica. La scelta dei 50 metri pone problemi di durabilità dell’opera e costi aggiuntivi e significativi di manutenzione”.
Altro parere negativo sulla relazione è quello dell’ingegnere strutturista Vito Segantini, ingegnere civile e consulente in ambito pubblico e privato per le grandi opere che, in una relazione sul parere del Consiglio, commenta così il documento, soffermandosi in particolare sui i problemi di sistema a cassone che il nuovo ponte avrebbe sul nascere: “Sono molte e numerose non conformità alle disposizioni legislative vigenti in materia, prima fra tutte la non congruità delle caratteristiche geometriche della sezione viaria, variabile da un punto all’altro del viadotto per potersi omogeneizzare con i rimanenti tratti autostradali realizzati negli anni ’60 e rispondenti alle normative all’epoca vigenti. Il progetto degli impianti tecnologici viene, sostanzialmente, bocciato, in quanto carente di molti documenti ed elaborati progettuali. Gli elaborati sugli impianti elettrici appaiono insufficienti ed è quindi necessaria una revisione ed integrazione per un adeguamento a livello definitivo della documentazione di progetto. In aggiunta, la macchina di deumidificazione degli ambienti siti all’interno delle travi a cassone appare dimensionata insufficientemente, tanto da sollevare dubbi circa l’effettivo smaltimento dell’umidità degli ambienti durante la stagione invernale”.
(da “Huffingtonpost”)
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