ODERVAINE, L’EX UOMO DI VELTRONI PRENDEVA LA TANGENTE SULLE FORNITURE DI CAFFE’ PER IL CENTRO RIFUGIATI
MOBILITO’ L’ALLORA SOTTOSEGRETARIO PER POTENZIARE UN CENTRO E PROGETTAVA AFFARI CON LA CASCINA
A volte ritornano. Il Fatto Quotidiano ha aperto le sue pubblicazioni il 23 settembre del 2009 con la notizia tabù (“Letta indagato da 10 mesi e nessuno lo scrive”) dell’indagine del pm Henry John Woodcock sulle manovre della galassia di società che gravitavano intorno alla Cooperativa La Cascina, vicina a Comunione e Liberazione, per aggiudicarsi la gestione dei Cara, i centri di assistenza per i richiedenti asilo.
I protagonisti di quelle indagini furono prosciolti poi da ogni accusa e oggi ritornano negli atti dell’inchiesta Mafia Capitale, anche se non sono indagati.
L’allora sottosegretario Gianni Letta viene contattato per superare la resistenza del prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro all’ampliamento del Cara di Castelnuovo di Porto (Roma) mediante l’affitto di alcuni immobili, di interesse della “Cupola” diretta da Salvatore Buzzi.
Il 18 marzo scorso i carabinieri del Ros pedinano e fotografano il ras della cooperativa rossa “29 giugno” Buzzi, con il fido Carlo Maria Guarany, mentre entrano nel palazzo di Largo del Nazareno dove si trova l’ufficio di Gianni Letta.
Appena usciti chiamano il loro uomo, Luca Odevaine, ex vicecapo di gabinetto di Walter Veltroni al Comune di Roma, poi nominato capo della polizia provinciale, partecipante al Tavolo di coordinamento nazionale insediato al ministero dell’Interno dove si decide la destinazione degli immigrati: “Il pilastro portante” dell’attività economica di Buzzi e compagni, secondo il Ros
Appena uscito dall’incontro con Letta Buzzi dice a Mario Schina, che risponde al telefono di Odevaine: “Mi ha mandato dal prefetto… alle sei vedo il prefetto di Roma! ”. Anche l’ingresso in Prefettura è filmato dal Ros.
Appena uscito Buzzi racconta l’effetto-Letta al suo “pilastro” Luca Odevaine: “È andata molto bene (…) m’ha detto: ‘basta che il sindaco me dice di sì io non c’ho il minimo problema, anzi la cosa è interessante, lasciatemi tutto’ allora già abbiamo ricontattato”. Odevaine chiede: “Gli hai detto che, che anche la Scotto Lavinia (il prefetto Rosetta Scotto Lavinia, direttore servizi per l’immigrazione, ndr) era stata già informata? ”.
Buzzi replica: “Sì, non c’è stato nemmeno bisogno perchè lui ha sposato subito il problema perchè ne era già informato però vuole il consenso del sindaco (di Castelnuovo di Porto, ndr) ”.
Il prefetto Pecoraro nei giorni scorsi, anche per evitare polemiche sul suo ruolo delicato sull’accesso agli atti e l’eventuale scioglimento, ha precisato che poi non se ne fece più nulla
Anche il prefetto Mario Morcone (recentemente tornato a capo del dipartimento immigrazione dopo essere stato all’Agenzia dei beni confiscati e candidato sindaco di Napoli) è citato nelle intercettazioni.
Conversando con Mario Schina, consigliere della cooperativa Il percorso, a lui vicina, Odevaine il 18 giugno 2014 parla a ruota libera di Morcone.
Sono affermazioni non riscontrate che provano solo la spregiudicatezza di Odevaine: “Le cose gliele posso dire proprio… non dico… ma quasi insomma, però adesso stava… me stava venendo in mente tant’è che anche oggi cioè m’ha chiesto dice ‘ah, ma mio figlio si sta laureando, non so in che cosa’ dice ‘mi piacerebbe fargli fare uno stage’, dico ‘guarda te lo prendo io in Fondazione’, dico ‘Mario… figurati sai… ‘, io posso pure a un certo punto che ne so dirgli a Mario – ecco pure il rapporto che c’è – Mario, famme la cortesia prendimi al centro le 70 persone a Tivoli che io… però devo licenzia’ due persone e le metto a lavora’ ecco… su una… relazione con lui io posso, posso anche dirgli un cosa del genere”.
Infine La Cascina: “Nel corso di una riunione con il dipendente Gerardo Addeo l’indagato Odevaine, dopo aver verificato la possibilità di effettuare delle movimentazioni di carattere economico, disponendo delle cooperative satelliti Abitus e Il Percorso, gli illustrava le diverse soluzioni da attuare al fine di poter acquisire, senza lasciarne traccia, il denaro frutto dei compensi operativi con i diversi partners con i quali operava nell’ambito della gestione dell’emergenza migratoria sull’intero territorio nazionale”.
Odevaine raccontava di avere parlato con il consigliere della Cooperativa La Cascina Salvatore Melolascina, già arrestato nel 2003, indagato nel 2009 di Woodcock e sempre prosciolto.
E dunque timoroso di finire in nuovi guai. “Dice: ‘Luca io però lo dico per tutti ma lo dico a te… tu sei almeno sicuro, tranquillo’, dice, ‘perchè a me m’hanno arrestato – lui è stato arrestato a suo tempo nella vicenda Cascina – ‘c’avevo il telefono sotto controllo e quant’altro è stato un problema che sono stato accusato di essere di fatto l’amministratore’”.
Allora Odevaine racconta di averlo rassicurato: “per cui… io gli ho detto: guarda… troviamo un altro sistema (…) per cui avremmo trovato appunto due… possibilità : una. .. su lavori edili, perchè loro hanno milioni di lavori all’anno… per ristrutturazioni dobbiamo… (incomprensibile) una… società di fiducia… ”.
Poi, prosegue il ROS, Odevaine entra nel dettaglio: “gli affidiamo dei lavori… sia sulla parte di progetto che sulla parte dei lavori realizzati ti paghiamo in più… la cifra che… ti dobbiamo riconoscere e poi… tu te la… te la fai dare in contanti in qualche modo’. Al riguardo Odevaine dice di avere già parlato con il padre di Daniele Pulcini, un costruttore legato al giro e interessato a entrare nel settore dell’emergenza: “mese per mese… loro ce li ce li trasferiscono sul conto come se avessimo… fatto, io ho parlato già con Tonino Pulcini”.
L’indagato – prosegue il ROS – chiosava sull’argomento accennando ad una seconda soluzione, ovvero “l’altra strada… è… appunto il… caffè …… inc… caffè… per cui se tu… ci trovi il caffè… qui da comprare… in Costa Rica. .. loro lo comprano in Honduras, in Costa Rica e… noi te lo compriamo a te il caffè e te lo paghiamo più di quello che… che sarebbe il prezzo e ti rimangono i soldi eh… allora io… … inc… ecco, per tutta la questione… la parte diciamo così di attività internazionale… inc… direttamente lì in Costa Rica e così … “, illustrando contestualmente quale fosse di fatto il volano economico che alimentava i suoi investimenti in Sudamerica”.
Non basta. In un’altra intercettazione Odevaine dice: “però ragionando con Salvatore Menolascina alla fine ci siamo fatti un pò di conti e lui m’ha detto ‘guarda, con la Cascina insomma con lui personalmente; possiamo comprare un pastificio”.
Marco Lillo
(da “il Fatto Quotidiano”)
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