ORA TUTTI A PIANGERE SUL LATTE VERSATO
IL 24 SI VOTA IN SARDEGNA E TUTTI DIVENTANO IMPROVVISAMENTE SOSTENITORI DELLA PROTESTA DEI PASTORI… CONTE E I MINISTRI IN VISTA, SALVINI SOLIDALE
Sono passate meno di 24 ore dall’esito del voto abruzzese e l’attenzione della politica si è repentinamente spostata di 550 chilometri in linea d’aria.
Dopo Pescara, Cagliari, capoluogo della prossima regione chiamata al voto tra due settimane.
La fretta, in realtà , tradisce il colpevole ritardo con cui i partiti nazionali hanno guardato alla protesta eclatante e crescente dei pastori sardi per il prezzo del latte ovino, così basso da mettere a rischio l’intera filiera.
Così, nemmeno il tempo di festeggiare la vittoria o riflettere sulla sconfitta in Abruzzo, e in Sardegna arrivano ben tre rappresentanti del Governo, premier incluso.
Mentre i partiti d’opposizione, perlopiù silenti fino a ieri, si affrettano a esprimere oggi tutta la loro solidarietà ai pastori in protesta da una settimana.
La storia degli allevatori sardi è ormai nota: in rivolta contro i produttori di formaggio (la maggior parte viene trasformato in pecorino romano) che hanno imposto un prezzo di mercato (sic) del latte troppo basso perfino per pagarsi i costi di produzione, da giorni ne riversano migliaia di litri per strada.
Il principio alla base della protesta è tanto immediato quanto efficace: meglio buttarlo che regalarlo agli industriali.
Circa 60 centesimi al litro, molto meno degli 85 centesimi dell’anno scorso, è quanto sono disposte a pagare le industrie casearie. Da ottobre scorso Coldiretti denuncia l’insostenibilità per la filiera a questi prezzi, ma è rimasta inascoltata.
Così una settimana fa i pastori hanno tolto i guanti: tra blocchi stradali, agguati ai tir e inondazioni di strade statali del frutto del loro lavoro, hanno raccolto la vicinanza di molte categorie, dai commercianti alle cooperative del comparto fino al mondo del calcio.
Metodi certamente poco ortodossi, ma che hanno prodotto l’effetto sperato sull’opinione pubblica.
Così in un solo giorno arrivano il premier Conte accompagnato dal ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio (Lega) e dalla ministra per il Sud Barbara Lezzi (M5S).
Via le dichiarazioni su come ricostruire le zone colpite dal sisma e sulle carenze infrastrutturali dell’Abruzzo, ora si parla solo del prezzo del latte: “La loro protesta e le loro istanze non possono rimanere inascoltate. Occorre comprendere subito le loro ragioni. Oggi pomeriggio sarò a Cagliari per avviare un Contratto istituzionale di sviluppo e sarà questa una buona occasione per incontrarli”, ha scritto il premier Conte su Facebook.
A tempo di record, già è stato predisposto un set di possibili soluzioni per i problemi dei pastori.
Il vicepremier Matteo Salvini ritiene sia da stabilire un “prezzo di minimo fissato per legge così come accade in altre filiere per evitare che ci sia qualcuno che specula”.
Per Centinaio non sono da escludere “aiuti di Stato” per venire in aiuto ai pastori anche se, riconosce, serve una soluzione strutturale del problema evitando di incorrere in infrazioni europee.
Per esempio, Maurizio Martina del Pd ieri ha proposto la creazione di un fondo pubblico per il latte ovino da almeno 25 milioni di euro. Ma per Centinaio il rischio, “senza fare il catastrofista, è che oggi parliamo dei pastori, domani dei produttori di pomodori, poi di quelli delle zucchine, poi di quelli delle arance, poi c’è il problema delle olive: Il problema insomma è nella filiera tra l’agricoltore e il distributore”.
In altre parole è nel prezzo fissato dagli industriali che ogni anno devono trasformare circa 300 milioni di litri di latte, di cui il 60% in capo alle cooperative e il restante alle aziende casearie. Tutto il comparto conta circa 12mila imprese.
Di certo è il segnale che, archiviato l’Abruzzo, la campagna elettorale per la Sardegna può iniziare.
(da “Huffingtonpost”)
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