PARLAMENTO EUROPEO, FDI E LEGA VOTANO NO ALLA RISOLUZIONE CONTRO IL LORO COMPAGNO DI MERENDE ORBAN
LA MAGGIORANZA ITALIANA SPACCATA, FORZA ITALIA VOTA SI’, INSIEME A DUE LEGHISTI CHE SI SMARCANO DAL PARTITO
Sul rispetto dello Stato di diritto non sta facendo abbastanza, e anche se venissero attuate completamente tutte le misure concordate e promesse, le stesse «non sono sufficienti ad affrontare il rischio sistemico per gli interessi finanziari dell’Ue».
Per questo motivo l’Aula del Parlamento europeo chiede di escludere l’Ungheria dall’erogazione dei fondi comunitari.
Ci sono in ballo 7,5 miliardi di euro, già oggetto di rischio congelamento per problemi legati alla corruzione e agli appalti pubblici. Il Parlamento europeo chiede di procedere in tal senso, approvando una risoluzione che non non è legislativa ma dal messaggio politico molto chiaro, respinto della forze di maggioranza in Italia.
Il testo è stato approvato con 416 ‘sì’, 124 ‘no’ e 33 astensioni. Tra i voti contrari quelli degli europarlamentari di Lega e Fratelli d’Italia, che confermano simpatie e sostegno all’Ungheria di Viktor Orban, e che innescano un dibattito tutto tricolore nell’Aula a dodici stelle.
«La risoluzione del Parlamento europeo sullo stato di diritto in Ungheria va nella giusta direzione», sottolinea Laura Ferrara, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, che aspettava le forze di maggioranza in Italia al varco. «Il governo Meloni dovrà decidere se schierarsi dalla parte di Orban o da quella di tutta l’Unione europea che pretende il rispetto dei più elementari diritti fondamentali». I deputati europei di Fratelli d’Italia e Lega si sono espressi.
Tra le fila del gruppo dei conservatori (Ecr) Berlato, Fidanza, Fiocchi, Milazzo, Nesci, Procaccini e Sofo votano uniti e compatti in difesa dell’amico di Budapest, e lo stesso fanno i deputati del Carroccio, da cui si sfila la sola Anna Bonfrisco, che invece vota per il congelamento delle risorse europee per «proteggere il bilancio UE dalle violazioni dei principi dello Stato di diritto in Ungheria», come recita il testo della risoluzione. Non solo. Anche nel caso in cui l’Ungheria dovesse smettere nei suoi sforzi di correzione, si chiede a Commissione e soprattutto agli Stati riuniti in Consiglio di procedere ad una «correzione finanziaria», vale a dire chiudere i rubinetti del credito comunitario.
E’ questo l’ultimo, nuovo, atto di uno scontro sempre più frontale tra Parlamento europeo e il governo di Viktor Orban. In occasione della sessione plenaria di settembre, non più tardi di due mesi fa, l’Aula ha approvato una risoluzione in cui si accusa l’Ungheria di non essere più una democrazia quanto una «autocrazia elettorale».
(da agenzie)
Leave a Reply