PARLAMENTO, NULLA DI FATTO PER LE PRESIDENZE, IPOTESI ACCORDO PER UN MONTIANO ALLA CAMERA E LA FINOCCHIARO AL SENATO
NON C’E’ ACCORDO TRA I TRE GRUPPI PRINCIPALI… IL CENTROSINISTRA DIVISO SULLE SOLUZIONI, NEL CENTRODESTRA LA LEGA STRIZZA L’OCCHIO AL PD, I GRILLINI GIOCANO A FARE I PRIMI DELLA CLASSE
Cinque votazioni non sono bastate a sbloccare l’impasse che attenaglia il nuovo Parlamento. Come era nelle previsioni e negli annunci della vigilia, i tre poli politici in cui sono al momento rigidamente divise le Camere sono rimasti sulle loro posizioni e alla fine le tre votazioni di Montecitorio e le due di Palazzo Madama si sono concluse con la valanga di schede bianche espresse da centrodestra e centrosinistra, mentre il Movimento Cinque Stelle ha votato compatto per i suoi candidati, Roberto Fico e Luis Alberto Orellana.
A questo punto tutto è rinviato a oggi, quando la Camera e il Senato torneranno a riunirsi alle 11.
A Montecitorio il quorum scende e per l’elezione servirà la maggioranza assoluta dei voti.
A Palazzo Madama alla terza votazione sarà sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei presenti (e non dei ‘componenti’ com’è stato nelle due prime votazioni).
E si dovranno computare tra i voti anche le schede bianche.
Qualora nessuno riesca a riportare detta maggioranza, il Senato procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e verrà proclamato eletto quello che consegue la maggioranza, anche se relativa.
A parità di voti sarà eletto o entrerà in ballottaggio il più anziano di età .
A decidere i giochi saranno quindi probabilmente i contatti informali e le riunioni ufficiali dei diversi gruppi previste per questa mattina.
Il tam tam dei corridoi parlamentari parla di una possibile soluzione targata Pd-Scelta civica. Anna Finocchiaro sarebbe in pole position per la presidenza del Senato e Lorenzo Dellai, neoeletto con il centro di Mario Monti, per la Camera.
Berlusconi, che in serata ha lasciato l’ospedale San Raffaele, insorge: “Il Pd è irresponsabile, ignora la nostra disponibilità a garantire un governo al Paese. Noi ci chiamiamo fuori da ogni trattativa di spartizione delle principali cariche istituzionali. La sinistra non occupi anche il Colle”.
Ma l’ipotesi dell’intesa con i montiani è una scelta di ripiego per i democratici, all’ostinata ricerca di un confronto con i 5 Stelle, che permetterebbe quanto meno di salvare il principio della condivisione nelle scelte delle cariche istituzionali.
E poi i democratici rischiano di aprire una prima frattura nella coalizione di centrosinistra con Sel, visto che oggi il leader Nichi Vendola ha più volte ripetuto l’auspicio della nomina di un presidente di Montecitorio targato M5S, così da “far sentire al movimento il peso della reponsabilità “.
Trovare un’intesa resta però complicato e stando alle indiscrezioni, il Pd avrebbe chiesto di ritardare le prime votazioni nei due rami del Parlamento in attesa di capire l’esito dei contatti in corso con le forze politiche.
Lo stallo assoluto nella scelta dei presidenti non ha impedito però di fare di questa prima giornata di lavori parlamentari una data storica, viste le tante novità .
L’atmosfera era quella da primo giorno di scuola per i tanti neoeletti, soprattutto del M5S.
In attesa dell’assegnazione definitiva dei posti, che avverrà dopo la costituzione dei gruppi parlamentari, i deputati grillini hanno deciso di non sedersi nè a destra nè a sinistra, ma di occupare gli scranni nella parte superiore dell’emiciclo di Montecitorio.
A Palazzo Madama i senatori grillini hanno invece optato per gli scranni centrali dell’aula.
I presidenti provvisori delle due assemblee, Antonio Leone alla Camera ed Emilio Colombo al Senato, hanno salutato i nuovi eletti sottolineando che il nuovo Parlamento è il più giovane e il più “rosa” nella storia della Repubblica.
Parole che sono state accolte con un lungo applauso. C
amera e Senato hanno anche reso omaggio al Presidente della Repubblica e hanno salutato l’elezione di papa Francesco.
Prima di iniziare le procedure di voto, le due assemblee hanno registrato le eventuali rinunce dei parlamentari e il “ripescaggio” dei subentranti.
La senatrice M5S Giovanna Mangili ha subito rinunciato al seggio per ragioni personali. A seguito della rinuncia di Silvio Berlusconi, che è stato eletto in più regioni e ha dovuto optare per una sola circoscrizione, sono entrati in Senato Domenico Scilipoti e l’ex direttore del Tg1 Augusto Minzolini.
(da “la Repubblica“)
Leave a Reply