PATTO MIGRAZIONE UE, VIA LIBERA DALLA GERMANIA, CONTRARIA COME AL SOLITO L’UNGHERIA, L’ITALIA CI DEVE PENSARE
LA GERMANIA METTE ALL’ANGOLO L’ITALIA SU ACCOGLIENZA MIGRANTI E RISPETTO DELLE ONG
Nuovo stop ai negoziati tra i governi Ue sul regolamento per le situazioni di crisi, l’ultimo che manca per completare il Patto migrazione e asilo. In linea con l’annuncio fatto ieri dal cancelliere Olaf Scholz, la Germania – che a luglio aveva bloccato l’intesa – oggi ha confermato il suo via libera al testo di compromesso presentato dalla presidenza spagnola.
Ma le concessioni fatte a Berlino non sono andate giù al governo italiano che non ha dato per ora il suo assenso.
Durante la sessione dedicata ai negoziati sul Patto, il ministro Matteo Piantedosi non è intervenuto e poco dopo ha lasciato anzitempo il Consiglio di Bruxelles per rientrare a Roma.
La palla ora passa nelle mani degli ambasciatori che dovranno trovare un’intesa, ma nessuno è disposto a scommettere su un esito positivo a breve. Il titolare del Viminale “ha preso del tempo per esaminare il testo a livello giuridico” ha spiegato il suo collega Antonio Tajani, a Berlino per incontrare la collega tedesca Annalena Baerbock.
Sarebbero due in particolare gli emendamenti introdotti da Madrid per andare incontro alle richieste del governo tedesco, e in particolare ai Verdi, che si stanno rivelando indigesti per il governo Meloni.
Nella bozza di compromesso discussa questa mattina dal gruppo di lavoro sugli Affari Interni – che “La Stampa” ha potuto visionare – è stato cancellato per intero l’articolo 5 del regolamento. Il testo precedente prevedeva infatti la possibilità di derogare agli standard previsti sulle condizioni di accoglienza in caso di forti flussi di migranti, un’opzione fortemente voluta dal governo italiano, ma duramente contestata dai Verdi tedeschi. La presidenza spagnola ha deciso di depennare l’intero articolo, scontentando così Piantedosi.
Inoltre è stato specificato, nero su bianco, che i casi di “strumentalizzazione” dei migranti non potranno essere estesi alle “operazioni di aiuto umanitario”.
Il che significa che le navi delle Ong che fanno attività di ricerca e soccorso non potranno essere accusate di “strumentalizzare” i migranti per destabilizzare un Paese. Anche in questo caso, l’aggiunta è stata letta come una concessione a Berlino e come un dito negli occhi all’Italia proprio nei giorni in cui è in corso uno scontro tra i due governi sul finanziamento tedesco alle organizzazioni non governative.
(da La Stampa)
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