PDL, FIAMMA, CL: GLI “INFILTRATI” DI DESTRA CHE NON CAPISCONO UN CAZZO E SONO ANDATI A VOTARE PER RENZI
DALLL’ESPONENTE DELLA FIAMMA TRICOLORE CHE MANDA MAIL AGLI ISCRITTI PER INDURLI A VOTARE RENZI A SINDACI, CONSIGLIERI REGIONALI, ESPONENTI DI LIVELLO DEL PDL CHE HANNO PORTATO LE TRUPPE CAMMELLATE
Da Palermo a Treviso, passando per Toscana ed Emilia, patrie rosse di Matteo Renzi e Pier Luigi Bersani, le primarie del Pd hanno raccolto il voto anche di molti esponenti del Pdl e di mondi piuttosto distanti dal Partito democratico.
Come quello della Destra Fiamma Tricolore di Roberto Jonghi Lavarini che a Milano, oltre a esprimere la sua preferenza per il sindaco di Firenze, ha inviato una mail a tutti gli iscritti del movimento, non certo vicino al centrosinistra, per “invitare a votare Renzi”.
Anche il sindaco di Gorle in provincia di Bergamo, Marco Ugo Filisetti, ha chiamato i suoi a sostenere Renzi.
Nulla di strano, se non fosse che Filisetti è del Pdl.
Come lui moltissimi consiglieri comunali, provinciali e regionali.
Persino il capogruppo in Lombardia, Paolo Valentini, ieri ha espresso la sua soddisfazione per il risultato delle primarie del Pd.
Ma all’ombra del Pirellone molti hanno deciso di versare i 2 euro e scegliere tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi.
Il mondo ciellino, ormai orfano di Roberto Formigoni, sta scegliendo su chi puntare. Gabriele Albertini è la prima scelta, ma anche il centrosinistra più moderato potrebbe andar bene per una stagione, tant’è che se l’ex sindaco di Milano non si candiderà , piuttosto che Roberto Maroni l’universo di don Giussani opta per Umberto Ambrosoli.
Perchè non guardare anche al governo centrale?
Così domenica i ciellini hanno votato in massa alle primarie.
Riccardo Bonacina, direttore del periodico Vita, ha anche incitato gli amici su facebook: “Primarie Pd, Milano centro, non ero registrato. In tutto 12 minuti, si può fare eddai”.
Anche da Sec, società di comunicazione strettamente legata all’universo formigoniano, si sono mossi verso le urne.
Fiorenzo Tagliabue, fondatore e presidente dal 1989, ha confidato ad alcuni dei collaboratori che sarebbe andato e avrebbe scelto Renzi. Poi però al seggio non si è visto. E’ andato invece Gabriele Pertipaglia e l’ex consigliere di Forza Italia, Arrigo Frassi.
Dalla Lombardia alla Toscana l’interesse è lo stesso.
Con la differenza che molti esponenti del Pdl locali sono stati allontanati dai seggi. Nella “valle rossa”, dove Renzi ha vinto con il 60%, a Prato hanno votato 24mila persone: quasi il doppio di quanti votarono per il sindaco.
Nel Chianti stessa storia. “Tanti del Pdl, tanti hanno tentato ma li abbiamo mandati indietro”, dice il responsabile locale del Pd, Patrizio Mecacci.
Ma da queste parti ha votato Riccardo Fusi, il costruttore condannato a due anni di carcere con l’accusa di concorso in corruzione sulla vicenda della Scuola dei Marescialli di Firenze.
A Palermo, invece, i neonati comitati per la candidatura di Giorgia Meloni hanno seguito l’esempio dell’ex ministro e sono andati ai seggi. Per allenarsi.
Davide Vecchi
(da “il Fatto Quotidiano“)
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