PER IL 50ESIMO DALLA MORTE DI TOLKIEN, LA MELONI HA PRETESO UNA MOSTRA ALLO GNAM PER IL SUO IDOLO LETTERARIO-IDEOLOGICO, COME IN RUSSIA LA PRETENDEVANO SU LENIN
CHE C’ENTRA UNO DEI PRINCIPALI MUSEI D’ARTE MODERNA D’ITALIA CON LO SCRITTORE INGLESE? COSA ESPONI DI UNO CHE HA SCRITTO DUE ROMANZI IN UN MUSEO DI ENORMI PARETI BIANCHE? UNA LETTERA IN CUI SCRIVE DI ESSERE “INNAMORATO DELLA LINGUA ITALIANA” … SANGIULIANO HA PASSATO L’INCOMBENZA ALLA DIRETTRICE DELLA GNAM CHE DI FANTASY SE NE INTENDE, BASTI VEDERE COME HA RIDOTTO LE SALE DEL MUSEO
“In te c’è più di quanto tu non sappia, figlio dell’Occidente cortese. Coraggio e saggezza, in giusta misura mischiati”. In “Lo Hobbit” e “Il signore degli Anelli” di Tolkien sembra di udire qualcosa che rimanda all’ “Anello del Nibelungo” di Wagner: forza, origine, mito. Ma mentre i fantasy dell’autore britannico sedussero, anzitutto, hippie e pacifisti la tetralogia del compositore tedesco stregò zio Wolf, com’era “simpaticamente” chiamato Hitler al Festival di Bayreuth.
Un po’ underground, un po’ underdog, certo di destra anche la giovane Meloni si innamorò non certo di Nietzsche o Spengler ma di Tolkien, basti ricordare il messaggio Facebook dedicato a lei dalla sorella Arianna dopo la vittoria elettorale: “A me l’orgoglio di essere tua sorella.
Ti accompagnerò sul monte Fato a gettare quell’anello nel fuoco, come Sam con Frodo, sapendo che non è la mia storia che verrà raccontata, ma la tua, come è giusto che sia” (e qui ci vorrebbe la musica della “Cavalcata delle Valchirie”, quella che a Woody Allen fa scattare la voglia di invadere la Polonia).
Chiarissima anche la citazione di Pino Insegno la sera della chiusura della campagna elettorale: “Figli di Rohan, fratelli miei, popolo di Roma, verrà il giorno della sconfitta, ma non è questo il giorno. Oggi combattiamo”.
Altro che Gramsci, altro che Marx! Da ragazza, ‘’io so’ Giorgia’’ partecipò nel 1993 a una riedizione dei Campi Hobbit come un qualsiasi segretario del Pci partecipava alla festa dell’Unità. E poiché si conviene commemorare i padri nobili, per il cinquantesimo dalla morte di Tolkien la Meloni ha preteso una mostra su Tolkien come in Russia la pretendevano su Lenin.
Poiché la cultura di destra o conservatrice è, per ora, un fatto di famiglia, sora Giorgia deve aver pensato con il cognato Lollobrigida di chiamare la portavoce di Lollobrigida, Antonella, che è la sorella di Alessandro Giuli, nominato dal Centrodestra presidente del Maxxi, per chiedergli di realizzare detta mostra. Ma Giuli deve aver pensato: che ci espongo, io, di un romanziere?
Così pare aver usato una antichissima tattica, spesso fatta propria dal direttore del “Corriere” Paolo Mieli il quale, quando gli amici gli chiedevano qualcosa rispondeva: “Tu sei come un fratello, come posso chiedere di fare un piacere a un mio familiare?”. Giuli avrebbe risposto: per Tolkien il Maxxi è mini, perché non fare una mostra in un più grande museo come la Gnam, la Galleria nazionale d’arte moderna?
E così, il crociato Sangiuliano ha passato l’incombenza alla direttrice della Gnam, Cristina Collu, che di fantasy se ne intende, basti vedere come ha ridotto le sale del museo. Quindi la decisione sulla curatela: a chi affidarla? Al multiforme Alessandro Nicosia, nato politicamente con Berlusconi, è uno che sta nella terra di mezzo: destra-sinistra-centro e se non proprio il Signore degli Anelli si può definire il Signore del Vittoriano, che ha controllato dal 1995 fino al 2015, anno in cui l’ex ministro Pd Dario Franceschini lo ha defenestrato, dopo una gran lite con Salvo Nastasi.
A questo punto manca solo il contenuto, che è il meno. Già, cosa esponi di uno che ha scritto due romanzi in un museo di enormi pareti bianche? L’autore della saga “Il Signore degli Anelli”, che i Beatles sognavano di interpretare in un film diretto da Stanley Kubrick, ha lasciato libri, lettere, foto… ma non opere da grandi sale.
La mostra racconterà pertanto il legame di Tolkien con l’Italia, che è poi una lettera (sarà esposta) in cui scrive di essere “innamorato della lingua italiana”.
Infatti, Tolkien era membro della Oxford Dante Society da qui la passione per Dante, padre della lingua già rivendicato come scrittore di destra. Poi altri frammenti come i carteggi con Benedetto Croce, che per Sangiuliano è l’unico o massimo pontefice del pensiero italo-meridionale. Quindi lettere a Attilio Momigliano e allo storico e partigiano Alessandro Passerini d’Entrèves.
Tanto, da quando le mostre sono immersive, sensoriali ecc. ecc. il contenuto originale poco interessa; figuriamoci una mostra sul maestro del fantasy! Fantasia al potere: film, fumetti, musica e giochi a lui dedicati. Immagini anche delle città italiane più amate come Venezia (strano), Assisi, Stromboli e Civitavecchia (!).
Da novembre, oltre 150 opere tra foto, documenti, filmati, ricostruzioni virtuali e le prime edizioni dei libri di Tolkien. È una mostra pop e fantasy che traccia il solco della museologia “conservatrice” (paradossi del contrario!) e segna l’irruzione nell’arte di una premier che da anni lotta “contro la sinistra, come Frodo lottava contro Sauron, oscuro signore di Mordor”. Nel bookshop solo lui: Tolkien come il libretto rosso di Mao.
(da Dagoreport)
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