PESSIMISMO DELLE CANCELLERIE, I SEGNALI DA ROMA NON BASTANO, PROCEDURA UE INEVITABILE
OK DEI TECNICI ALL’INFRAZIONE: “COSI’ RISCHIATE DI RESTARE INTRAPPOLATI PER ANNI”… NON C’E’ UN PAESE IN EUROPA (SOVRANISTI IN PRIMIS) DISPOSTI A GIUSTIFICARCI
“Pensiamo che l’Italia si stia muovendo in una direzione sbagliata. Quindi dobbiamo prendere decisioni rilevanti in questo campo. Penso che l’Italia rischia di essere nei prossimi anni nella procedura per i disavanzi eccessivi”, dice Jean Claude Juncker.
Per come la vedono a Bruxelles, al momento niente sembra si frapponga tra l’Italia e la procedura di infrazione per debito che l’Ecofin (il consiglio dei ministri finanziari dell’Ue) dovrebbe far scattare il 9 luglio prossimo.
La strada è tutta in salita, confermano ad Huffpost con rammarico alcune fonti italiane di governo più inclini alla trattativa con l’Europa.
Il pessimismo dipende in parte dal via libera arrivato oggi dal Comitato economico e finanziario, la riunione degli sherpa degli stati membri tutti compatti a dire: sì, l’Italia merita la procedura, sorta di ‘camicia di forza’ per ridurre un debito che l’anno prossimo potrebbe arrivare al 135 per cento del pil, secondo le previsioni europee.
Il punto è che da quando mercoledì scorso la Commissione europea ha approvato la raccomandazione che ritiene “giustificata” per l’Italia una procedura di infrazione, il governo di Roma non sta inviando i segnali giusti che evitarla.
Nelle cancellerie europee fanno pollice verso, anche se i mercati per ora non stanno reagendo male (oggi lo spread è a quota 262): potrebbe sempre succedere, se non ci sarà accordo tra Roma e Bruxelles, è il ragionamento.
La palla è a Roma. Il Comitato economico e finanziario dell’Ue, in cui siedono i direttori del Tesoro degli Stati membri, chiede all’Italia di fornire nuovi elementi. Esattamente come successe a dicembre nella trattativa sulla manovra economica.
Ora si chiede all’Italia di negoziare con la Commissione europea sulla base di nuove decisioni di politica fiscale. Importante: nessuno tra i rappresentanti degli altri Stati – presente per l’Italia il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera — ha osato spendere una parola a favore di Roma.
Ma in Italia prevale il caos. La nuova linea di mediazione che anche Giuseppe Conte ha detto di voler adottare, fa fatica a imporsi sui due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini.
Risultato: oggi anche il premier ha dovuto dire che per lui la manovra correttiva non è la strada da adottare la procedura di infrazione. E nemmeno il ministro dell’Economia Giovanni Tria può spingersi a ipotizzare concretamente una manovra correttiva, che (3-4 miliardi di euro, non tantissimo) resta il modo più concreto per evitare la procedura.
Lo stesso ministro si propone di offrire agli interlocutori europei i nuovi saldi, che pur scontando una crescita pari allo 0,2 per cento, cioè nulla, non sarebbero così negativi perchè alla fine si è speso meno sia per il reddito di cittadinanza che per quota cento. Ma questo agli interlocutori europei non basterà .
Rischia di essere una risposta debole, un segnale che lascia intendere che il governo italiano non è disposto a fare più di tanto per correggere la curva del debito che continua a salire dagli anni ’80, a parte rare parentesi di leggero calo.
E allora, confermano fonti di governo ad Huffpost, la procedura si avvicina.. L’isolamento è completo.
Non è un caso che oggi proprio Juncker alzi il tono contro l’Italia.
Eppure quest’inverno, nel braccio di ferro sulla manovra 2019, il presidente della Commissione aveva imparato a non stare nella mischia dello scontro diretto con Roma. Oggi Juncker non si risparmia: L’Italia è l’Italia e ha i problemi dell’Italia, diversi dai problemi degli altri paesi, ma simili sotto certi aspetti. Stiamo introducendo queste misure di flessibilità ” e “il riconoscimento delle riforme strutturali, tenendo conto dei problemi dei cicli economici e dei terremoti e di altri problemi. Ma nessuno in Italia lo sa perchè il governo italiano dà l’impressione che la Commissione sia contro il Sud Europa e questo è sbagliato”.
Domani i due vicepremier faranno una riunione con Conte e Tria a Palazzo Chigi per decidere la linea che poi il ministro del Tesoro rappresenterà all’Eurogruppo di giovedì a Lussemburgo, primo momento di confronto con gli altri colleghi europei.
La sua strada appare in salita.
(da “Huffingtonpost”)
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