PIROZZI HA SPACCATO LA COALIZIONE DI CENTRODESTRA, LO SPONSOR SALVINI NON GLI HA GIOVATO
SALVINI AL CENTROSUD CERCA DI METTERE IL CAPPELLO SUL LAZIO SENZA AVERE I VOTI… GLI ALTRI NON SONO FESSI: “ALLORA RITIRI MARONI E CI DIA LA LOMBARDIA”
Dopo la Sicilia e insieme alle politiche, è la partita sulle prossime regionali a tenere col fiato sospeso i big della politica nazionale.
Consapevoli che una sempre piu probabile accoppiata con le legislative di primavera potrà essere determinante per il successo nelle urne.
Ad andare al voto, infatti, saranno le due principali regioni italiane: la Lombardia e il Lazio. Ma se per la prima i giochi sembrano pressochè fatti – con il leghista Maroni a caccia di riconferma, il pd Gori a cercare di scalzarlo, mentre i 5Stelle terranno a breve le loro primarie online – sulla seconda sfida pesa l’impasse del centrodestra, paralizzato dal gioco dei veti incrociati fra i leader di una coalizione al momento solo sulla carta.
Perchè se in linea di principio Berlusconi, Meloni e Salvini dicono di voler correre uniti, in realtà – specie nel Lazio – sono piu divisi che mai.
Colpa, anche, della fuga in avanti di Sergio Pirozzi, il sindaco di Amatrice che la settimana scorsa ha deciso di gettare il cuore oltre l’ostacolo e di candidarsi alla presidenza della Regione governata da Nicola Zingaretti, che si propone per il bis, insidiato dalla grillina Roberta Lombardi.
“Non mi candido per bramosia di potere, non per fare gli interessi di qualcuno, ma penso che sia giusto dare voci ai territori, ai sindaci, al mondo delle associazioni e del volontariato, ai professionisti che hanno lasciato un’impronta”.
“Non sono piu’ iscritto a Fratelli d’Italia” ha aggiunto.
E a chi lo accusa di sfruttare la visibilità avuta per il terremoto risponde: “Allora dovremmo dire la stessa cosa di Zingaretti che ha sfruttato la visibilità avuta alla Provincia, e di Lombardi che ha sfruttato il fattore mediatico di stare in Parlamento”.
Così Pirozzi, che ha spiegato le ragioni della sua corsa, ha spiazzato la coalizione uscita vincente dall’agone siciliano, nella speranza di riproporre il modello Musumeci. Se infatti all’annuncio Giorgia Meloni è rimasta tiepida (“Sergio fa parte del nostro partito, è un buon amministratore, ma dovremo valutare con gli alleati”) e Salvini ha esultato (“Ottima scelta, lo conosco, lo stimo, è una persona per bene”), i colonnelli di Forza Italia si sono messi di traverso. “Non subiremo imposizioni altrui, abbiamo le nostre proposte”, hanno tagliato corto in varie occasioni i parlamentari azzurri. Seguendo la strategia disegnata da Berlusconi in persona, deciso a non farsi scegliere il candidato dai compagni di viaggio, come accaduto sull’isola, ma al tempo stesso attento ad evitare rotture . “Pirozzi? Non posso dare un giudizio, non conosco lui e non conosco i suoi programmi” ha detto oggi l’ex cavaliere in una intervista al Messaggero
Quel che è certo è che la discussione fra i tre leader si aprirà solo dopo il ballottaggio di Ostia, altra prova importante per testare la forza del centrodestra unito e pesare gli equilibri interni.
Se domenica la fdi Monica Picca dovesse prevalere sulla pentastellata Giliana Di Pillo, conquistando una delle roccaforti del Movimento, dividersi risulterebbe più difficile.
Fermo restando che Berlusconi ha già stilato una sua lista di favoriti, in cima alla quale ci sarebbe ora Paolo Liguori, il direttore di Tgcom24, un uomo di esperienza e sicura notorietà , nel solco dei tanti mezzibusti che in passato hanno governato il Lazio: da Piero Badaloni a Piero Marrazzo.
In alternativa, Antonio Tajani ha pronta la carta di riserva: il presidente della Federazione italiana nuoto Paolo Barelli, che però preferirebbe un seggio in Parlamento.
Contro Pirozzi, che dice di non voler “fare litigare nessuno” e perciò correrà da solo con una sua lista civica, ha giocato la sponsorizzazione di Salvini, che lo ha subito messo sotto la sua ala protettrice. “La Lega vuole farne il suo runner del Centro-Sud, l’uomo in grado di far sfondare il Carroccio sotto l’Arno. E questo è un regalo che non possiamo fargli”, spiegano allarmati i forzisti.
“Salvini lo vuole a tutti i costi? Allora tolga Maroni e dia a noi il candidato in Lombardia”, la proposta che, si dice, Berlusconi porterà al tavolo della trattativa con gli alleati.
Una partita ancora apertissima. E piena di incognite.
(da agenzie)
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