PONTE SULLO STRETTO, ALTRO SCHIAFFONE A SALVINI: AMMESSO IL RICORDO DI REGGIO CALABRIA E VILLA SAN GIOVANNI
IL TAR DEL LAZIO HA DICHIARATO AMMISSIBILE L’IMPUGNAZIONE DEL PARERE DELLA COMMISSIONE VIA
In piena bufera per il caos treni, smentito dal Tar sulla precettazione, Matteo Salvini incassa un colpo anche sul Ponte sullo Stretto. Il Tar del Lazio ha dichiarato ammissibile il ricorso presentato dal Comune di Villa San Giovanni e dalla Città metropolitana di Reggio Calabria contro il parere positivo della commissione Via Vas al progetto di Ponte sullo Stretto.
Il ministero dei Trasporti e la Stretto di Messina avrebbero voluto chiudere subito la partita, spegnendo sul nascere il contenzioso con una dichiarazione di inammissibilità, considerando il parere un atto endoprocedimentale. Di tutt’altro avviso gli enti, che tramite i loro legali non solo hanno insistito nel ricorso, ma alla luce dei nuovi atti emanati dopo il parere Via Vas e che su quello si basano, hanno rinunciato alla sospensiva, chiedendo un giudizio di merito e un rinvio per integrazione documentale. Richiesta accordata dai giudici del Tar del Lazio, che a margine dell’udienza – riferiscono i presenti – si sono fatti scappare: “questo sarà un procedimento lungo e complesso”.
Per i legali delle amministrazioni, il significato è molto chiaro: accettando un rinvio mirato addirittura a aggiungere motivi di ricorso (e relativi atti), il Tribunale ha di fatto dichiarato il procedimento ammissibile. Di tutt’altro avviso la Stretto di Messina, secondo cui “ciò che è avvenuto processualmente è la rinuncia alla fase cautelare del giudizio da parte dei ricorrenti, che comporterà la fissazione di una nuova udienza di merito da parte del Tribunale Amministrativo”. E questo, a detto dell’ad Pietro Ciucci, non significa che il ricorso sia ammissibile, mentre “la rinuncia alla fase cautelare da parte dei ricorrenti conferma la correttezza dell’eccezione sollevata dal Mit e dalla società circa l’assenza dei presupposti di urgenza”.
Toccherà ai giudici amministrativi sciogliere il nodo, in quello che rischia di diventare un procedimento monstre. Dopo il parere positivo, seppur condizionato al rispetto di 60 prescrizioni, della commissione Via Vas, sono stati emanati diversi atti che da quell’approvazione dipendono, a partire dal decreto di chiusura della conferenza dei servizi del 23 dicembre. Lo stesso succederà – annunciano i due enti, assistiti dall’avvocato Granara – con ogni atto che dovesse essere adottato nel frattempo perché considerati tutti viziati in origine da un parere illegittimo.
“La proposizione di un’azione giudiziaria non è certamente da “detrattori“ come da taluno siamo stati definiti – fanno sapere da Villa e Reggio Calabria – piuttosto la posizione terza ed istituzionale assunta sin dal primo momento non poteva avere altro esito se non quello di chiedere al tribunale amministrativo una valutazione di merito”.
Traduzione: gli enti hanno provato a sollevare obiezioni, evidenziare lacune progettuali e problemi procedimentali, ma le loro istanze sono state sostanzialmente ignorate. Perplessità che il sì condizionato della commissione Via Vas non ha fatto che rafforzare. Da qui la decisione di impugnarla formalmente, con l’obiettivo di ottenere un giudizio sulle forzature non solo progettuali, ma anche procedurali più volte sollevate.
L’udienza è stata rinviata a data da destinarsi, mentre sempre dalla Calabria arriva un nuovo grattacapo per il Mit. Sulle barricate sono saliti i sindaci calabresi, che hanno denunciato i ritardi nei lavori per la realizzazione dell’Alta Velocità ferroviaria, proprio mentre la circolazione dei treni si fermava per l’ennesima volta a causa di vento forte e detriti – incluso un container – sui binari. “Nonostante le promesse, non sono stati ancora stanziati finanziamenti concreti per la tratta, e il rischio che l’opera resti incompiuta è sempre più concreto”, dicono i sindaci. Rfi ha provato a smentire e il Mit altrettanto, affermando che “non c’è alcun problema sull’alta velocità Salerno-Reggio” e che i lotti al momento non finanziati lo saranno a breve. Ma al momento, di concreto non c’è nulla. Nel frattempo, in Calabria ci sono volute dodici ore perché la situazione tornasse alla normalità.
(da agenzie)
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