“PORTO CHIUSO AI RAZZISTI”: A CATANIA SI SCENDE IN MARE CONTRO IL MOLTO PRESUNTO ARRIVO DELLA NAVE RAZZISTA
DECINE DI IMBARCAZIONI DELLA “FLOTTILLA CITTADINA” STAMANE HANNO MANIFESTATO CONTRO LA NAVE CACCIATA DA CIPRO E DICHIARATA IN ARRIVO A CATANIA (AMMESSO CHE ARRIVI MAI)
La Flottilla cittadina si è mossa stamattina dal circolo canoisti e ha raggiunto lo specchio d’acqua di fronte al lido Azzurro.
Un corteo di decine di imbarcazioni con uno striscione per dire no all’approdo in città dell’imbarcazione di Generazione identitaria.
Canoe, barche a vela, gommoni pedalò, e tutto quanto sia in grado di galleggiare (in piena sicurezza). La Flottilla cittadina ha chiuso simbolicamente il porto di Catania alla C-Star, la nave razzista.
C’erano i del circolo Canoa Catania – quelli che non sono in Polonia a partecipare ai World games – che guidavano i dragon boat da venti posti. E poi cittadini con piccole imbarcazioni e gommoni.
«Il porto si stringe attorno alle navi di soccorso delle Ong e alle operazioni umanitarie – ha detto Luca Nicotra – Noi abbiamo cominciato a organizzare questa cosa, e poi l’appoggio da parte dei cittadini catanesi è stato commovente».
«Noi chiediamo soltanto che si applichi la legge italiana – interviene l’esponente di Avaaz – Se l’attività di queste persone in mare, che è nei fatti un’azione di pirateria, causerà delle vittime, la responsabilità sarà di chi non ha agito, di chi non è intervenuto adesso».
Gli attivisti anti-migranti sono nel capoluogo etneo da giorni: aspettano l’arrivo dell’imbarcazione per poterci salire sopra, ma la nave è ancora al largo di Cipro, ci vorranno giorni, ammesso che arrivi mai.
Dopo essere stati di fatto cacciati da Famagosta come indesiderati, i pochi uomini rimasti a bordo hanno dato come destinazione Kalinik (a nord di Cipro) ma poi sono andati nella direzione opposta.
Attualmente sono ancora a sud di Cipro diretti a ovest, praticamente da giorni alla stessa altezza di Port Said d cui sono arrivati giorni fa, prima di essere beccati coi richiedenti asilo cingalesi a bordo con documenti falsi.
Ammesso che la nave arrivi mai a Catania, dove potrebbe vedersi negato l’attracco per motivi di ordine pubblico, la decina di attivisti è probabile che raggiungano l’imbarcazione al largo.
Fermo restando che entrando nelle acque territoriali italiane, data la finalità illecita dichiarata, la Guardia costiera non riceva l’imput di bloccarla, come avverrebbe nei Paesi civili.
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