PRIMARIE PD FARSA IN LIGURIA: LA RENZIANA PAITA PER VINCERE CONTA SULL’APPOGGIO DI NCD E FORZA ITALIA
CORRE IN SUO AIUTO ANCHE LA PINOTTI, MA BERSANI E FASSINA SI SCHIERANO CON COFFERATI
A quarantott’ore dalla proclamazione del vincitore, le primarie del Partito democratico il Liguria continuano a lacerare gli uomini del Nazareno.
La miccia è stata innescata dalla decisione di Raffaella Paita, candidata sostenuta dal mondo renziano, Claudio Burlando in primis, di non rifiutare il sostegno palese di esponenti del Nuovo centrodestra e del mondo legato all’ex plenipotenziario locale di Forza Italia Claudio Scajola
È proprio il governatore uscente a gettare benzina sul fuoco: “Ci siamo sempre lamentati quando scappavano gli elettori – ha spiegato Burlando – e ora ci lamentiamo perchè ne vengono di nuovi? Francamente non lo capisco”.
Il fronte che sostiene il principale candidato avversario della Paita, Sergio Cofferati, contesta vivacemente questa impostazione: “Il punto non è allargare l’elettorato – spiega uno dei grandi elettori dell’ex segretario della Cgil – ma fare accordi organici con la destra nell’ambito di primarie che sono del centrosinistra”.
Il Cinese continua a picchiare duro: ieri i toni durante il confronto televisivo trasmesso dall’emittente locale Primocanale si sono accesi sfiorando la rissa verbale. Ma ha smentito le voci che si stavano diffondendo ieri tra i suoi sostenitori: “Non chiederò l’annullamento, non lo farò in nessun caso”.
Tentativi di non portare lo scontro fin sopra il livello di guardia.
Così come ha cercato anche di fare l’altra candidata. “Se Lella dovesse essere presidente, rinuncerò a qualsiasi incarico in Liguria”, ha spiegato Luigi Merlo in un’intervista al Secolo XIX.
Cercando di disinnescare un’altra polemica che ha scaldato gli animi, quella del conflitto d’interesse che lo riguarderebbe in quanto contemporaneamente presidente del porto di Genova e marito della Paita.
Ma oggi è stata soprattutto la giornata in cui “la ditta” è scesa in campo al fianco di Cofferati.
“Quando ho lasciato la segreteria del Partito democratico ho detto che dovevamo stabilire se il Pd voleva essere un soggetto politico autonomo o uno spazio politico aperto alle incursioni di chiunque”, ha scritto Pierluigi Bersani sul suo profilo Facebook.
“Quello che sta succedendo attorno alle primarie liguri di domenica prossima – ha aggiunto – fa temere che stia avanzando la peggior soluzione possibile a quel dilemma. C’è da augurarsi che, salvaguardando l’apertura e la partecipazione, ci siano ancora il tempo e la forza per reagire a una deriva che farebbe del Pd uno spazio indistinto e senza un profilo proprio e autonomo”.
Stessa linea per Stefano Fassina: “È davvero preoccupante per il futuro del Pd e della Liguria la disinvoltura con la quale si tenta una virata a destra del governo della Regione attraverso l’utilizzo improprio di uno strumento a disposizione degli elettori del centrosinistra o di cittadini convinti di votare per il centrosinistra”.
È proprio l’ex viceministro all’Economia che rilancia l’ipotesi di un intervento forte da parte della segreteria nazionale per scongiurare l’annullamento della consultazione: “Il rischio di inquinamento delle primarie della Liguria ha rilievo nazionale e la segreteria nazionale del Pd deve intervenire per evitare di compromettere la legittimità del passaggio”.
I sondaggi interni danno la Paita in vantaggio in tutte le province, con una maggiore incertezza a Genova.
Proprio sotto la Lanterna Cofferati terrà uno degli eventi conclusivi della campagna elettorale. Al suo fianco l’eurodeputata lettiana Alessia Mosca.
Ma il piatto forte dovrebbe arrivare alle 21.00 a La Spezia, quando è atteso l’arrivo di Andrea Orlando.
La presenza del ministro, che oggi ha preso posizione nella contesa, spiegando che “far diventare le primarie un momento in cui definire scenari politici di valenza nazionale non aiuta”, sarebbe la risposta a quella di Roberta Pinotti, in città l’altro ieri per sostenere la Paita.
Ma potrebbe non bastare.
I cofferatiani continuano a parlare di “appoggio decisivo della destra, soprattutto a Imperia (storico feudo di Scajola n.d.r.) ma non solo”.
E criticano “la toppa” che oggi ha provato a mettere l’Ufficio amministrativo locale, che ha stabilito che “i dirigenti nazionali, regionali, provinciali e locali, compresi gli amministratori, che ricoprono incarichi riconosciuti in partiti che non appartengono alla coalizione di centrosinistra” non potranno partecipare al voto.
“Staranno a casa e manderanno i loro elettori, la sostanza non cambia”, spiegano. Prefigurando un weekend tutt’altro che tranquillo.
(da “Huffingtonpost“)
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