PROCESSO OPEN ARMS, LA ONG DIFFONDE UN NUOVO FILMATO: “ECCO IL VERO VIDEO DEL SALVATAGGIO, SALVINI CERCA DI FAR DIMENTICARE CHE L’IMPJUTATO E’ LUI”
NESSUN COMPORTAMETO SCORRETTO: “C’ERANO DUE GEMELLINI DI NOVE MESI A BORDO DI QUEL BARCHINO, SECONDO QUALCUNO NON DOVEVANO ESSERE SOCCORSI?”… INCREDIBILE CHE UN SOMMERGIBILE DELLA MARINA FOSSE IMPIEGATO PER SPIARE LA ONG INVECE DI DARE L’ALLARME
“Vogliamo ricordare che, a dispetto di tutti i tentativi della difesa di confondere le acque, nel processo Open Arms l’imputato si chiama Matteo Salvini”. All’indomani dell’udienza del processo Open Arms che vede l’attuale ministro delle Infrastrutture imputato per sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio per aver impedito per 19 giorni lo sbarco di equipaggio e naufraghi quando era al Viminale, continua a distanza lo scontro fra l’ong spagnola e l’avvocata Giulia Bongiorno.
In aula, la difesa del ministro aveva fatto leva su un video registrato dal sommergibile della Marina Venuti – consegnato al Viminale da non meglio precisati uomini dell’intelligence e senza una relazione di servizio ad accompagnarlo, aveva spiegato nelle precedenti udienze il funzionario Fabrizio Mancini – per sostenere “comportamenti scorretti di Open Arms”.
In realtà, spiega Veronica Alfonsi, presidente di Open Arms Italia, anche lei presente ieri in aula, “nel video si nota solo un barchino blu malandato, carico di persone e con un’evidente falla nello scafo”.
Su quella carretta del mare, ha scoperto poi l’equipaggio, viaggiavano anche due gemellini di nove mesi, poi trasferiti in ospedale con un’evacuazione medica urgente perché uno dei due era affetto da gravi problemi respiratori.
“Se avessero voluto immagini di quell’intervento, bastava chiedere”, dice Alfonsi. Per altro, a disposizione non ci sono solo le immagini dei soccorritori, ma anche quelle registrate da una troupe di Tve, la principale rete spagnola, a bordo durante quella missione.
Nel video che oggi Open Arms decide di mettere a disposizione, si ricostruiscono tutte le fasi del soccorso.
Il mayday arrivato attorno alle cinque di pomeriggio, l’inizio delle ricerche, l’individuazione del barchino e le delicate fasi dell’intervento, con quella tinozza blu che non smetteva di girare su se stessa a causa del timone bloccato. In più, c’è la voce del comandante Marc Reig che spiega: “Abbiamo avvertito tutte le autorità, libiche, maltesi e italiane, abbiamo contattato il centro di coordinamento e soccorso libico, nessuno ha risposto”. A bordo di quel barchino c’erano cinquantacinque persone, incluso sedici donne incinte.
“Non si capisce cosa si voglia dimostrare con questo video. Qualcuno vuole dire forse che questi naufraghi non andassero soccorsi? – commenta la presidente di Open Arms Italia – Piuttosto ci chiediamo come mai quel sommergibile non sia intervenuto o non abbia inviato alcuna richiesta di aiuto”.
Chi stava su quel barchino era in evidente difficoltà, con quella falla nello scafo e il motore bloccato difficilmente avrebbe potuto rimanere a galla a lungo. “Ci sembra di assistere a disperati tentativi di creare confusione, criminalizzando l’operato delle ong. Ma questo processo verte sugli inutili giorni d’attesa a cui sono state costrette centinaia di persone e l’unico imputato è Salvini”.
(da agenzie)
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