PROGETTO EVERSIVO? NON VEDIAMO INSORTI E CARRI ARMATI PER LE STRADE
BERLUSCONI HA SOLO PERSO UNA CAUSA CIVILE E PUO’ PRESENTARE APPELLO…IL LODO ALFANO L’HA VOLUTO LUI PER EVITARE PROCESSI IN CORSO: IL CENTRODESTRA SAPEVA IL RISCHIO CHE CORREVA… LE MANIFESTAZIONI DI PIAZZA SI FANNO PER DIFENDERE LA LIBERTA’ E IL LAVORO, NON CONTRO LE SENTENZE
Berlusconi sarebbe stato “corresponsabile di corruzione” nella sentenza comprata che lo favorì nella conquista dell’impero editoriale di Mondadori. E’ la tesi del giudice Mesiano che ha condannato Fininvest a risarcire 750 milioni di euro alla Cir di De Benedetti.
Non condividiamo la richiesta di dimissioni avanzate dall’opposizione, ma riteniamo ridicolo definire “progetto eversivo” una sentenza di tribunale, come sta gracchiando il centrodestra da due giorni a questa parte.
Per una serie di ragioni: in primo luogo non c’e’ alcun interesse pubblico in questa storia. Si tratta dell’accertamento di ragioni giuridiche tra due privati, sono fatti tra due imprenditori.
Gridare alla democrazia in pericolo per una sentenza civile è patetico. Non solo, è una sentenza di primo grado e quindi si può presentare appello: in teoria può essere riformata.
Cosa c’entra il “pericolo per la democrazia”, il “progetto eversivo” o il “golpe contro il voto popolare” con tutto questo? Nulla.
Di solito i golpe sudamericani vedevano schierati in prima fila massaie e diseredati da una parte e carri armati dall’altro.
In Italia le casalinghe sono troppo impegnate a far quadrare i conti della spesa e delle bollette e i carri armati li abbiamo mandati in Afghanistan, quindi non possiamo contare su nessuno dei due.
Se poi i quattro capi e vice-capogruppo del Pdl stilano comunicati dal bunker sotto Palazzo Grazioli invitando la popolazione a manifestazioni di massa a sostegno del premier, forse dimenticano che la piazza solitamente si convoca non contro le sentenze di un tribunale, ma per difendere il lavoro e la libertà .
Cerchiamo di ritornare alla realtà e di ragionare in buona fede, amici del centrodestra.
Siamo di fronte a una semplice sentenza civile di un giudice monocratico e quindi appellabile in merito alla controversia tra due privati, gli imprenditori De Benedetti e Berlusconi.
Il giudice rileva che fino al 29 gennaio 1994 l’attuale premier è stato presidente del consiglio di amministrazione di Fininvest: un suo avvocato corrompe un giudice per manipolare una sentenza che consente a Fininvest di acquisire la Mondadori.
Berlusconi in quel caso non deve rispondere di corruzione in atti giudiziari, ma di corruzione semplice e il reato viene estinto per prescrizione.
Berlusconi vuole il “proscioglimento per merito”, ma la Cassazione gli dà torto: il premier potrebbe rinunciare alla prescrizione, ma non lo fa.
Passato il tutto al giudice civile, preso atto che i soldi provengono dai conti Fininvest, il giudice ritiene che un bonifico di tre miliardi, utilizzato per la corruzione. non possa essere stato erogato senza l’autorizzazione di chi presiede l’azienda, vista l’entità della cifra, quindi Berlusconi è corresponsabile della vicenda corruttiva.
Che il giudice abbia ragione o torto, sarà questioni di tribunali, non sono fatti nostri.
Si dice: adesso verrà meno anche il “lodo Alfano” e il disegno eversivo sarà chiaro.
Ma il lodo Alfano non è che ci fosse prima, lo ha voluto il premier per evitare alcuni processi in corso, quindi rientra nella logica che possa essere ritenuto incostituzionale.
Il centrodestra sapeva il rischio che correva quando l’ha votato, inutile ora gridare al golpe se le possibili sentenze negative uno se le va a cercare.
Non si può trasfigurare come affari nazionali i fatti privati del premier, con una continua sovrapposizione tra la sua sorte e i destini del Paese.
Come se l’Italia fosse Berlusconi, come se il centrodestra fosse solo il culto del capo, un quotidiano “dopo di lui il diluvio”.
Ma finiamola con questo infantilismo politico, con questa politica miserabile dei “signorsì” e dei lecchini, con proporre mobilitazioni di piazza “a difesa della democrazia”.
Tutti preoccupati solo a rimanere saldati alla poltrona che Berlusconi gli garantisce, mai una voce di analisi critica.
Gli ex di An che in gioventù manifestavano per la libertà dei Paesi dell’Est si sono ridotti a scendere in piazza per difendere gli utilizzatori finali di escort .
Loro che erano contro l’immunità parlamentare dei “politici corrotti” votano come alunni disciplinati il lodo Alfano.
Sarà anche vero che il “potere logora chi non ce l’ha”, ma i suoi effetti devastanti li fa sicuramente anche su chi ad averlo ci ha preso gusto e non lo molla, a costo di accettare mille compromessi con la propria coscienza.
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