PROVE GENERALI DEI “MODERATI PER RENZI”. ALTRI TRE SENATORI IN ARRIVO
E VERDINI FISSA IL PREZZO DEL SI’
Se fosse solo un fatto di sentimenti, Denis Verdini non avrebbe dubbi ad annunciare, sin da ora, il suo sostegno alla manovra di Renzi.
Perchè, come ha confidato a più di un interlocutore, “Matteo ha fatto una finanziaria con le nostre proposte: l’Imu, il contante…”.
E più in generale, l’ex plenipotenziario dei Berlusconi usa in privato le stesse parole che Fabrizio Cicchitto affida una un’intervista all’HuffPost: “Matteo sta riuscendo in quello che Berlusconi non è riuscito a fare: uccidere i comunisti”.
E non è un caso che proprio Cicchitto e Verdini abbiano ricominciato a sentirsi come quando gestivano assieme Forza Italia e il Pdl, perchè considerano inevitabile l’approdo finale: una lista di Moderati per Renzi, nella quale confluiscano i vari atomi centristi, alleata del premier ora e in futuro.
Però ciò che per Ncd è scontato, ovvero il voto sulla manovra, per Verdini va costruito politicamente.
Per questo martedì sera Denis riunirà la sua cerchia ristretta, proprio per discutere di manovra. E dalla riunione uscirà l’annuncio di una visita imminente della delegazione di Ala a palazzo Chigi.
Il Corriere ha anticipato quale è il “prezzo politico” del sostegno del gruppo di Verdini che potrebbe esprimersi nel voto favorevole al testo senza quello di fiducia. Un prezzo che si paga con quattro monete: il condono caro ai campani del gruppo, la fiscalità di vantaggio per il Sud, il Ponte sullo stretto caro ai siciliani e più risorse sulla sanità .
È comunque l’atteggiamento di chi già si sente in maggioranza e tiene una posizione negoziale in attesa del testo.
Testo che martedì arriverà al Quirinale, come ha annunciato Renzi nel corso della sua colazione al Colle con Sergio Mattarella.
Un primo check della manovra è stato già fatto. Il capo dello Stato è molto attento alle coperture e, dopo l’incontro col ministro Padoan e il ragioniere generale dello Stato, nella colazione odierna ha verificato che c’erano risposte agli interrogativi sollevati.
Certo al Colle non si è parlato di scelte politiche nè del prezzo del sostegno di un gruppo — Ala, appunto – che cresce ogni giorno.
E che dopo l’ingresso dell’ex forzista Iurlaro, avrà — parola di Verdini — altri ingressi a breve: “Uno a settimana” ha confidato l’ex plenipotenziario del premier.
Il prossimo, secondo le sue aspettative, sarà Sante Zuffada, vicino a Mario Mantovani e disgustato dalla gestione del partito lombardo di Gelmini e Romani e dall’atteggiamento avuto dopo l’arresto dell’ex vicepresidente della Lombardia.
Da quando Quagliariello ha prodotto la frana di Ncd al Senato, il telefono di Verdini scarica una batteria dopo l’altra: “Entro fine anno Denis raggiungerà quota 27 e sarà la seconda gamba della maggioranza” assicura chi ha parlato con lui.
È una manovra (politica) spericolata quella sulla manovra (economica).
E se è prematuro parlare di voto favorevole prima di avere rassicurazioni e condoni, è certo che la disponibilità , come sulle riforme, già consente a Renzi di avere due forni al Senato.
Nonchè un margine di sicurezza numerico dopo la frana di Ncd.
Perchè al centro tutto è in movimento. E proprio la manovra sarà il primo test dello schema dei “Moderati” per Renzi, schema che il premier non ha mai smentito o rifiutato neanche attraverso i suoi, rimanendo fedele alla vecchia massima che i voti che arrivano, come il denaro, non puzzano.
Da dovunque arrivino.
(da “Huffingtonpost”)
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